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 2024  gennaio 07 Domenica calendario

Frassica indagato per il gatto sparito: «Ha perseguitato i suoi vicini di casa»


SPOLETO Cinque capi d’imputazione, come le dita di una mano. Un schiaffo giudiziario annunciato quello contro Nino Frassica, indagato per stalking assieme alla moglie Barbara Exignotis e alla figlia di quest’ultima Valentina, frutto uno smisurato amore animale e conseguenza di un intreccio perfetto tra finzione e realtà. Perché l’attore poliedrico e geniale, non è solo un investigatore simpatico e maldestro nella versione cinematografica del Don Matteo, in cui interpreta il maresciallo Cecchini, ma anche nella vita normale regolata a volte dal codice penale. A portare tutta la famiglia nel registro degli indagati della procura di Spoleto, la città del Due Mondi dove si gira la fiction di successo, non è stata solo la nota vicenda del gatto scomparso, un felino di nome Hiro, ma soprattutto il tentativo dell’attore di improvvisarsi 007 per ritrovarlo.
LA SPARIZIONE
Non solo Frassica accusa apertamente una famiglia spoletina di avergli sottratto il gatto con l’inganno, ma con un escamotage riesce a convincerla a farlo entrare in casa. E non per scusarsi delle accuse, bensì per spiare se l’amato gatto fosse davvero nella casa della famiglia additata dall’attore. Abbastanza per far scattare l’ipotesi di stalking. Passo indietro. È il 26 settembre quando in un orario ancora non definito, Hiro decide che la casa presa in affitto da Frassica e dalla compagna Barbara Exignotis è troppo stretta per la sua libertà. Spoleto è in fibrillazione per le riprese del Don Matteo, arrivato alla quattordicesima stagione, e all’inizio partecipa attivamente alle ricerche. A chi trova Hiro Frassica promette un ricompensa di 5mila euro, che attira ricercatori da ogni dove. Arrivani droni e cani molecolari, la taglia viene sospesa e nei Frassica si fa largo una convinzione: «Hiro è a Spoleto, trattenuto in una casa di Piazza Campello», dice l’attore messinese in un video pubblicato sui social il 27 ottobre, alla vigilia del rientro a Roma dell’intero cast della fiction. Sulle bordate lanciate dopo la sparizione del gatto, la procura di Spoleto aveva già aperto un primo fascicolo dopo la querela presentata da due vicine di casa e indirizzata, in quel caso, alla moglie dell’attore, e alla figlia di quest’ultima, Valentina Lubrano, entrambe già indagate per stalking e diffamazione.
LE ACCUSE
Indaga il sostituto procuratore Alessandro Tana, magistrato della procura di Spoleto che si occupa principalmente dei casi da «codice rosso», che ha messo nero su bianco le ipotesi di reato che da qualche settimana riguardano direttamente anche l’attore. Contro l’attore, Tana ipotizza cinque reati: dallo stalking all’istigazione a delinquere, passando per la violenza privata, la diffamazione e la violazione di domicilio. Il nuovo fascicolo è relativo alle incursioni e agli attacchi rivolti a vario titolo da tutta la famiglia dell’attore a a quella residente in Piazza Campello, additata come responsabile della sparizione del felino gatto. Oltre alle accuse lanciate sui social, a Nino Frassica si contestano anche altre circostanze, compreso il famoso escamotage. L’attore messinese lascia al padrone di casa un messaggio nella segreteria telefonica, in cui annuncia una visita di cortesia per scusarsi, dicendo che il gatto era finalmente stato trovato. Un bluff in piena regola, secondo l’accusa, finalizzato a riconquistare la fiducia della coppia e a introdursi nell’abitazione di Piazza Campello. Quel blitz finisce con l’arrivo della polizia, allertata dai padroni di casa per l’insistenza che i Frassica avrebbero mostrato. Sarebbero addirittura tre, nel tempo, le relazioni di servizio messe agli atti dagli agenti del commissariato di Spoleto, intervenuti anche in seguito al tentativo di intrusione di un finto avvocato. Nel fascicolo sono finiti anche altri video e commenti comparsi sui profili social di Barbara Exignotis, che di recente ha anche fatto il nome della proprietaria dell’abitazione di Piazza Campello, spingendo la coppia a tutelarsi con un’integrazione alla querela già depositata. Un giallo nel giallo soprattutto perché Hiro è ancora in fuga in questo caso terribilmente nella realtà.