Il Messaggero, 6 gennaio 2024
In morte di David Soul, il biondo di Starsky&Hutch
IL RITRATTO Se n’è andato a 80 anni David Soul, l’attore americano diventato famoso nel mondo intero grazie al ruolo di Kenneth Hutchinson, per gli amici Hutch, il poliziotto biondo della popolarissima serie degli Anni Settanta Starsky & Hutch accanto a Paul Michael Glaser che faceva il bruno, riccioluto Starsky. Anticonformisti e spericolati, bellissimi e irresistibili, in servizio presso la IX stazione di Polizia di Bay City e pronti ad applicare metodi d’indagine poco ortodossi comprese le botte negli interrogatori, i due sbirri di strada hanno stregato il pubblico combattendo il crimine a bordo della vistosa Ford Gran Torino rossa con striscia bianca di Starsky (in codice Zebra 3). E rilanciato il filone chiamato “buddy cop”, cioè dei poliziotti amici, puntando sull’ironia, l’amicizia ferrea tra i loro personaggi che avrebbero lasciato un segno nei film successivi dello stesso genere come Arma letale e Men in Black. STORIA VERALa serie Starsky & Hutch, ispirata a una storia vera, andò in onda per quattro stagioni e poco meno di cento episodi (alcuni dei quali diretti dallo stesso Soul) dal 1975 al 15 maggio 1979. Negli Stati Uniti venne trasmessa dalla rete Abc, in Italia arrivò per la prima volta nel 1979 su Rai2, il giovedì in prima serata, registrando ottimi ascolti. Sarebbe poi passata a Mediaset, a La7, a Sky. Nato a Chicago l’8 agosto 1943, origini norvegesi e un padre pastore luterano, Soul (pseudonimo di David Richard Solberg) ha chiuso gli occhi a Londra dove viveva da oltre 30 anni e dove aveva intrapreso una nuova carriera nei teatri del West End. «Marito, padre, nonno e fratello amatissimo, è morto dopo aver coraggiosamente combattuto per la vita con al fianco la sua adorata famiglia», ha annunciato la moglie Helen Snell (la quinta, sposata nel 2010) in una nota ufficiale. Lascia 6 figli. Attore ma anche musicista folk e cantante, Soul inizia la sua carriera facendo da spalla ai concerti di Frank Zappa, Byrds e Lovin’ Spoonful. TELEFILMGira il mondo poi comincia la nuova vita recitando nei telefilm: Star Trek (nel 1973), Strega per amore, Arrivano le spose, Ironside, Arcibaldo, Le strade di San Francisco, Cannon, A tutte le auto della polizia. Interpreta un poliziotto nel film Una 44 Magnum per l’ispettore Callaghan con Clint Eastwood. Ma è nel 1975 che esplode il successo grazie alla serie-cult Starsky & Hutch che punta sull’azione e soprattutto sull’affiatamento dei due protagonisti tanto diversi tra loro: se Starsky-Glaser è disordinato, impulsivo e ha alle spalle l’assassinio del padre e l’esperienza in Vitenam, Hutch-Soul proviene da una famiglia benestante, ha frequentato l’università, è timido e intuitivo, mangia macrobiotico ma non disdegna l’uso della Colt Python 357 Magnum di servizio. Dopo i primi successi la serie cominciò a perdere ascolti e venne cancellata dalla Abc. E quando nel 2004 è stata riesumata dal non memorabile film omonimo con Ben Stiller e Owen Wilson, anche Soul e Glaser accettarono di prendervi parte: in una scena, nei panni dei personaggi originali, consegnano la loro mitica Ford Gran Torino ai nuovi sbirri che hanno preso il loro posto. PUNTI OSCURINella biografia di Soul, che aveva affrontato una lunga battaglia contro l’alcolismo, ci sono anche punti oscuri: negli Anni Ottanta aveva conosciuto il carcere per violenze domestiche contro la moglie Patti Carnel Sherman, aggredita al settimo mese di gravidanza. Si era poi pentito pubblicamente e aveva scelto l’impegno sociale con i detenuti. Negli ultimi anni si divideva tra piccoli ruoli e la regia di documentari. Il pubblico italiano lo ricorda nella serie Il segreto del Sahara (1988) in cui interpretava il capo di un gruppo di disertori della Legione Straniera. Parallelamente aveva mantenuto la passione per la musica e, negli anni 70, per ben due volte aveva raggiunto la vetta delle classifiche inglesi e americane con i singoli Don’t give up on us e Silver Lady. E negli anni Novanta era tornato in scena con un album e vari concerti.
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Aldo Grasso per il CdS
Nell’universo pop degli anni Settanta, «Starsky & Hutch» sono un punto di riferimento fondamentale, una piccola costellazione: per i racconti polizieschi, sempre in bilico con la commedia, che si svolgono presso stazione di polizia della città di Bay City (non esiste sulla carta geografica), per la simpatia dei due interpreti, Dave Starsky (Paul Michael Glaser) e Ken Hutchinson detto Hutch (David Soul), per i leggeri fremiti di un rapporto che sembrava andare oltre la fraterna amicizia.
I due assicurano alla giustizia tutti i malviventi della città, forti di una mira infallibile e di una forza atletica fuori del comune. Soprattutto ostentano la loro Zebra 3, l’indimenticabile Ford Gran Torino rossa fiammante dalle strisce bianche: quello era l’immaginario americano dell’epoca.
Un immaginario scoperto a poco a poco perché, al loro arrivo in Italia, molti televisori non erano ancora pronti per il colore («Starsky & Hutch» in bianco e nero sono altra cosa).
Alle dipendenze del capitano di colore Dobey, un uomo massiccio e un po’ burbero, Starsky e Hutch – sempre in giubbotto di pelle, jeans e scarpe da ginnastica (non ancora sneakers) – fanno base in un ristorante-bar gestito dal loro confidente Huggy. Aaron Spelling e Leonard Goldberg ne producono cinque stagioni, trasmesse negli Stati Uniti dal 3 settembre 1975. «Starsky & Hutch» si interrompe dopo duecento episodi, quando Glaser che si sentiva imprigionato nel ruolo decide di impegnarsi in altre esperienze professionali. In Italia le puntate sono replicate su Raidue fino al 1985, poi si spostano su Italia 1, su La7 e infine su Sky Italia.
Certamente «Starsky & Hutch» ha la struttura classica delle prime serie, mette sempre in scena dei personaggi fissi e, con minime variazioni, ripete lo stesso schema narrativo: allora era bello sentire il profumo dei giorni che si susseguono, tutti più o meno uguali, eppure, tutti più o meno avventurosi.