Il Messaggero, 6 gennaio 2024
Intelligenza artificiale, Amato lascia commissione al francescano Benanti
ROMA Un frate francescano al posto dell’ex premier socialista. Sarà padre Paolo Benanti a occupare la poltrona di Giuliano Amato alla guida della Commissione sull’intelligenza artificiale per l’informazione costituita a ottobre. Lo ha annunciato ieri il sottosegretario all’Editoria Alberto Barachini. Benanti insegna alla Pontificia Università Gregoriana ed è l’unico italiano nel Comitato sull’intelligenza artificiale delle Nazioni Unite. «In questi mesi di lavoro ho potuto conoscere la sua competenza e il suo equilibrio» e «per questo sono onorato che abbia accettato l’incarico», ha dichiarato Barachini, aggiungendo: «Torniamo a lavoro dopo le feste natalizie con fiducia e con il desiderio di giungere presto ad una prima relazione da presentare al Premier Meloni e al collega Butti» (sottosegretario con delega all’innovazione tecnologica).
Romano, classe 1973, Paolo Benanti appartiene al Terzo Ordine Regolare (una delle grandi famiglie francescane) e da tempo si occupa di etica, bioetica ed etica delle tecnologie. Nel 2018 era già stato chiamato dal ministero dello Sviluppo economico a far parte di un comitato incentrato sul tema dell’intelligenza artificiale (in quel caso legata al mondo dei registri condivisi e della blockchain). Mentre nel 2023 il segretario dell’Onu Antonio Guterres lo ha arruolato – insieme ad altri 37 esperti – nel gruppo di lavoro consultivo su rischi, opportunità e governance internazionale dell’intelligenza artificiale.
Nel comitato italiano invece il focus è sul rapporto tra Intelligenza artificiale a e mondo dell’informazione. «Ritengo ottima la scelta di nominare padre Paolo Benanti alla presidenza della Commissione Ai per l’informazione», ha commentato la senatrice di FdI Cinzia Pellegrino, definendo il neo presidente «una persona di altissimo profilo.
LE DICHIARAZIONI CONTESTATE
Il cambio al vertice è arrivato dopo la conferenza stampa di Giorgia Meloni del 4 gennaio, in cui la premier si era detta «basita» da alcune dichiarazioni di Amato su potenziali rischi per la democrazia italiana («l’abbiamo visto in Polonia e Ungheria: le prime ad essere messe nella lista nera sono state le Corti europee, poi le Corti nazionali» aveva detto l’ex presidente del Consiglio e presidente emerito della Consulta). Ma era già filtrato a suo tempo che la scelta del Dottor Sottile non era stata avallata in alcun modo da Palazzo Chigi. «Visto che la mia nomina non risulta essere un’iniziativa della presidente del Consiglio, lascio senz’altro l’incarico», aveva dichiarato Amato dimettendosi, prima di aggiungere: «Peccato, ci perdono qualcosa. Ma a me semplificherà la vita».
In una recente intervista ai media vaticani, Benanti, raccontando del suo incarico all’Onu, spiegava che tra i compiti c’è quello di «valutare i rischi, non solo per le ineguaglianze che possono aumentare, ma perché specialmente nelle ultime forme di Intelligenza Artificiale, come con la ChatGpt, abbiamo una macchina che è capace di “narrare”, capace di raccontare storie e le storie possono contribuire a formare l’opinione pubblica».