Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2024  gennaio 06 Sabato calendario

Gaza costa 18 miliardi di dollari

“Quanto ho contribuito io nel creare questo inferno sulla terra?”. “In quanto americani stiamo pagando le atrocità commesse a Gaza. Quanto hai pagato tu?”. Negli ultimi giorni del 2023 ha posto questa domanda ai lettori di The Intercept, il giornale fondato dal Premio Pulizer Gleen Greenwald, il giornalista Jon Schwarz. Dopo complessi conteggi, Schwarz (che in passato ha lavorato insieme al regista Michael Moore) ha stimato che i taxpayers, i contribuenti come lui, pagano allo Stato più o meno 150 dollari a testa (del totale delle imposte pagate annualmente) per finanziare l’assistenza militare fornita all’alleato israeliano: “Questo è il mio contributo monetario – scrive provocatorio il giornalista – alla straordinaria brutalità dell’occupazione e guerra a Gaza”. “L’aiuto totale che gli Usa forniranno ad Israele nel 2023 e all’inizio del 2024 sarà di 18 miliardi di dollari. Si tratta dei 3,8 miliardi di dollari di aiuti annuali standard, più 14 miliardi e mezzo di dollari di aiuti supplementari approvati alla Camera e che saranno sicuramente approvati presto dal Senato”, scrive ancora Schwarz; ma il calcolo rimane solo potenziale, perché il disegno di legge, in realtà, rimane in bilico. Per ora è in un vicolo cieco.
Nei primi giorni di novembre 2023 è stato sì approvato alla Camera un emendamento che garantisce ad Israele oltre 14 miliardi di aiuti, ma ad opporsi ed avvertire che sarebbe stato archiviato al Senato sono stati i democratici: insieme alla Casa Bianca, bloccheranno la legge, se si tenterà di far approvare un pacchetto di aiuti ad Israele che non comprenda anche nuovi finanziamenti all’Ucraina. E se pure dovesse approdare alla scrivania di Biden, si scontrerà col veto del presidente, ha già assicurato il capo di Stato. Un disegno emergenziale per fornire 50 miliardi di dollari all’Ucraina e 14 miliardi ad Israele è stato fatto naufragare lo scorso 7 dicembre a Washington: Bernie Sanders ha votato insieme ai “nemici” repubblicani un sonoro “no” all’approvazione, perché sconcertato dal finanziamento “dell’attuale strategia militare disumana” di Israele contro i palestinesi.
Il senatore del Vermont Sanders quattro giorni fa ha chiesto nuovamente di bloccare gli aiuti per la “risposta sproporzionata, immorale” di Israele all’attacco di Hamas del 7 ottobre: “Quando è troppo è troppo. Il Congresso deve respingere il finanziamento. I contribuenti Usa non devono più essere complici della distruzioni delle vite di innocenti a Gaza”. Per Biden non è finita: tre giorni fa lo speaker della Camera dei rappresentanti Mike Johnson è arrivato al confine messicano con altri 60 repubblicani per richiedere una stretta sull’immigrazione in cambio del sostegno alla richiesta di finanziamento agli alleati. Tutto è rimandato al prossimo 8 gennaio, quando si tornerà al Congresso.