Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2024  gennaio 07 Domenica calendario

Morte di freddo e stenti nella loro casa. I corpi trovati “per caso” un anno dopo

Erano defunte da quasi un anno le sorelle Luisa Berenice e Pierluigia Stortini, di 69 e 71 anni. I loro corpi sono stati rinvenuti il 6 dicembre scorso nell’appartamento di corso Persiani, in pieno centro storico a Recanati, dove le anziane abitavano sole e isolate dal mondo esterno, forse per loro stessa volontà. Sono stati i vigili del fuoco ad entrare in casa forzando la porta, chiamati dalla polizia locale che non riusciva ad informare le due proprietarie dell’immobile di una grave perdita d’acqua nella cantina sottostante. Così i pompieri hanno scoperto i due cadaveri in avanzato stato di decomposizione ma senza segni di violenza: uno era seduto sulla sedia, l’altro lì vicino, riverso sul pavimento della camera, davanti al letto. Entrambi i corpi erano avvolti da pesanti indumenti. “Morte di freddo e di stenti”, è l’ipotesi avanzata dal medico legale dopo aver eseguito le autopsie necessarie in casi del genere. I decessi risalirebbero al febbraio del 2023. Il fatto è che a tutt’oggi, a più di un mese dal ritrovamento, le loro salme sono ancora custodite nelle celle frigorifere dell’obitorio dell’ospedale di Civitanova Marche, in attesa di una degna sepoltura. E i parenti? Fino a qualche giorno fa pare che nessuno si sia fatto vivo tanto che il sindaco della cittadina in provincia di Macerata, Antonio Bravi, si è adoperato per contattare e sollecitare i prossimi congiunti delle due donne (le quali vivevano di rendita e avrebbero peraltro lasciato in eredità un discreto patrimonio) per sapere se l’amministrazione avrebbe dovuto farsi carico delle esequie oppure no. Alla vigilia di Epifania, anche a seguito delle polemiche suscitate dal caso, è intervenuto il legale di una “componente del complesso ramo familiare” che fa capo alle sorelle recanatesi, per precisare che solo dopo le necessarie autorizzazioni previste dalla legge «si potrà procedere alla loro cremazione finalizzata al ricongiungimento con i genitori la cui tomba di famiglia è nel cimitero comunale». Bene.
L’intenzione dell’avvocato Massimo Migliorelli è comunque quella di stabilire la verità sulla vicenda. Restano in ogni caso delle ombre sulla vita delle sorelle e domande senza risposta. Pare che una delle due da tempo non potesse muoversi per un infortunio dovuto a una caduta e l’altra non fosse del tutto autosufficiente. Per questo sarebbero state costrette a troncare ogni relazione con l’esterno. Non avevano amici. O forse non ce la facevano più a vivere in quelle condizioni. Chi abita nel palazzo di fronte qualche volta le avrebbe notate aggirarsi per le stanze dell’appartamento o affacciarsi da una finestra. Nessuno comunque, nella città che ha dato i natali a Giacomo Leopardi, Beniamino Gigli e al padre dello statuto dei lavoratori, Giacomo Brodolini, si è mai accorto che le due donne, assai conosciute a Recanati, vivevano segregate, anche se – forse – per loro volontà.
Don Roberto Zorzolo, parroco di Sant’Agostino (la chiesa con il campanile che ha ispirato la poesia “Il passero solitario”), nell’omelia della messa celebrata il primo dell’anno, aveva richiamato i fedeli a una maggiore attenzione verso il prossimo. «Luisa Berenice e Piermaria Luigina sono morte di stenti, in una situazione di abbandono assoluto, senza che nessuno di noi ricordasse la loro esistenza – ha ricordato il sacerdote –, quanto accaduto ci richiama all’indifferenza di una società che corre senza meta e in cui si consumano i drammi della solitudine».