Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2024  gennaio 07 Domenica calendario

Delitti e suicidi

Sui giornali di domenica



 È un tunisino di 25 anni il giovane ucciso venerdì sera a coltellate nel centro di Pisa, sotto i portici dell’edificio che ospita la sede principale delle Poste. Il giovane è stato raggiunto da numerosi fendenti nel corso di una lite probabilmente con altri connazionali in una zona abitualmente frequentata di sera da pusher, senza fissa dimora e sbandati di ogni tipo. I carabinieri che indagano sull’episodio mantengono il massimo riserbo e stanno attualmente vagliando le testimonianze raccolte e le immagini registrate dalle numerose telecamere di videosorveglianza urbana presenti nella zona.
«Serve maggiore incisività delle forze di polizia presenti sul territorio. Due omicidi di questo tenore in un anno e mezzo sono francamente inaccettabili in una città di medie dimensioni come Pisa», ha detto il sindaco di Pisa, Michele Conti, commentando l’accaduto [Messaggero].

Ancona, detenuto si suicida
«Un detenuto é morto suicida per impiccagione nel carcere di Montacuto» ad Ancona: «il cadavere é stato trovato ieri sera». A renderlo noto é Luigi Brunzo, vicesegretario del Sappe Marche, il quale ha spiegato che «il corpo del giovane detenuto, italiano, é stato trovato in bagno». Il sindacato di polizia penitenziaria ha fatto sapere che «il detenuto era in isolamento per motivi disciplinari e aveva quasi terminato di scontare la propria pena» e fra 8 mesi sarebbe ritornato libero. «La morte del ragazzo merita, in questo momento, un’attenzione particolare e una riflessione di più ampio respiro», ha dichiarato il garante dei diritti dei detenuti, Giancarlo Giulianelli. «Nessuno poteva prevedere un gesto di questo tipo, non essendo il detenuto di Montacuto a rischio suicidario ha aggiunto -. Chiaramente quando un ragazzo si toglie la vita, avendo un residuo di pena di soli 8 mesi, la prima cosa che viene da chiedersi, come avvocato e come Garante, é perché stesse in carcere». Secondo Giulianelli, pur senza conoscere la situazione giudiziaria del giovane, «una delle ragioni principali del sovraffollamento carcerario in Italia é dovuta alla mancata applicazione delle misure alternative, nonché a un ricorso eccessivo a quelle cautelari e detentive» [Avvenire].
***
Sui giornali di sabato

Getta la figlia, poi tenta il suicidio

Due tonfi nella notte in un paese avvolto dalla nebbia. Subito dopo, il pianto disperato di una bambina. È quanto hanno udito i residenti di una zona periferica di Cinto Caomaggiore, nel Veneziano, la scorsa notte. Si sono affacciati e hanno visto un uomo - un 43enne residente in paese - che stava pronunciando frasi sconnesse e girovagava nel giardino. A poca distanza c’era la figlia, di soli 5 anni, in lacrime, con una ferita alla testa. La piccola stava trascorrendo alcuni giorni delle vacanze natalizie dal padre, poiché i genitori sono separati. L’ipotesi degli investigatori è che il papà abbia gettato nel vuoto la figlioletta poi si sarebbe buttato a propria volta, restando praticamente illeso.

*
Due donne romene uccise a Naro, nell’Agrigentino, nelle prime ore del mattino di ieri, a poca distanza di luogo e di tempo. Due connazionali sono sospettati, uno nella serata di ieri è stato indagato per duplice omicidio e vilipendio di cadavere. Le morti della 58enne Delia Zarniscu e della 54enne Maria Russ, residenti nel quartiere Sant’Erasmo nel centro storico, sono collegate e sono avvenute a breve distanza l’una dall’altra. Ne sono convinti gli investigatori dell’Arma che stanno conducendo le indagini. Erano le 2.40 quando i residenti della zona hanno allertato i vigili del fuoco per il fumo che aveva invaso vicolo Avenia e proveniva dall’abitazione di via Vinci di proprietà della Russ. La donna, che abitava a Naro da 19 anni, è stata ritrovata carbonizzata, riversa a terra vicino all’ingresso. Si pensa che abbia tentato di fuggire. Secondo una prima ricostruzione il rogo, doloso, è partito da una poltrona. Lo attesterebbero i rilievi effettuati ieri dagli specialisti del Nucleo investigativo dei vigili del fuoco, che non avrebbero trovato tracce di liquido infiammabile sparse per casa. Poco dopo, la scoperta dell’altro cadavere, quello della Zarniscu, davanti alla cui casa c’erano tracce di sangue, ma, stando ai rilievi effettuati, l’aggressione è avvenuta all’interno e non in strada. La donna è stata vittima di una ferocia inaudita: l’assassino le ha sferrato diverse coltellate, lasciandola in una pozza di sangue. La casa di via Vinci è stata messa a soqquadro, con mobili e suppellettili rovesciati in terra. I vicini, svegliati da urla e rumori, hanno allertato le forze dell’ordine.
Gli investigatori hanno acquisito le immagini di videosorveglianza della zona, che potrebbero avere ripreso l’assassino. Questi potrebbe avere commesso diversi errori: davanti alla casa del rogo è stata rinvenuta una cicca di sigarette, su cui si stanno effettuando i rilievi, e ci sarebbero tracce di effrazione su una finestra. Al vaglio anche le tracce di sangue rivenute in strada, che potrebbero dare indizi sull’assassino. Ieri, al termine dei rilievi, coordinati dal procuratore aggiunto Salvatore Vella e dal pm Elettra Consoli, sono stati sequestrati diversi capi di abbigliamento e scarpe da ginnastica, per lasciare poi campo libero ai carabinieri del Ris di Messina. Ieri sono iniziati i primi interrogatori in caserma. Tra le persone sentite, due uomini di origini romene sono stati messi sotto torchio. La Zarniscu e la Russ avevano frequentazioni in comune, anche perché a Naro c’è una comunità romena che, stando al sindaco Maria Grazia Brandara, è «molto integrata tra i naresi», anche se le due vittime «vivevano sopra le righe e se ne erano occupati i servizi sociali». In particolare in passato alla Russm quando viveva ancora con il marito, da cui ormai era separata e lui è tornato in Romania, erano state tolte due figlie piccole. «Chi sa parli, anche in forma anonima ai carabinieri», è l’appello di Marcela e Giuseppe, figlia e genero della Russ [Valentina Raffa, Giornale]