Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2024  gennaio 05 Venerdì calendario

Periscopio

Due esplosioni sono avvenute nei pressi del cimitero di Kerman, nell’Iran centrale, dove in migliaia si stavano recando per commemorare Qassem Soleimani, il capo delle forze Qods delle Guardie della Rivoluzione iraniana, ucciso il 3 gennaio del 2020 in Iraq in un’operazione degli Stati Uniti: i media statali iraniani hanno riferito che il bilancio è salito a 103 morti. Ansa.
Washington: «Usa e Israele non sono coinvolti». Repubblica.
Secondo diverse fonti in #Iran, l’attentato a #Kerman sarebbe stato compiuto dall’organizzazione sunnita Jaish ul-Adl, affiliata ad Al-Qaeda. La maggior parte delle persone prese di mira sono membri dei Guardiani della rivoluzione islamica iraniana e loro famiglie. Il bilancio dei morti è salito a 103, mentre quello dei feriti è di 141 i morti. Il duplice attacco bomba è avvenuto nei pressi della tomba di #Soleimani responsabile per la diffusione dell’ideologia khomeinista fuori dalla Repubblica Islamica e di massacri inauditi di civili, donne e bambini, in #Iran, #Siria e #Iraq. Vi è da dire che in passato i Guardiani della rivoluzione hanno orchestrato attentati per condizionare l’opinione pubblica. @RadioRadicale #Turchia #Iran

Sull’orlo della guerra mondiale. Titolo vintage dell’Unità.

Dobbiamo rispondere all’ultimo attacco contro l’Ucraina nel solo modo che Putin capisce: inasprendo le sanzioni in modo che non possa produrre nuove armi con componenti di contrabbando e fornendo a Kiev missili a lungo raggio. Radoslaw Sikorski, ministro degli esteri polacco (X).
La guerra [in Ucraina, ma anche a Gaza] ha ricordato agli europei che non vivono su Venere, come lo studioso americano Bob Kagan ironizzava due decenni fa. Anche se non viviamo neppure su Marte, viviamo sul pianeta Terra, che è un luogo pericoloso. Nathalie Tocci, Linkiesta.
Lontano, a Michailovka, in / Ucraina, dove / mi hanno ucciso padre e madre: cosa / là fioriva, cosa / là fiorisce ? Quale / fiore, madre, / là ti fece male / con il suo nome? Paul Celan, Bacca di lupo (in Conseguito silenzio, Einaudi 1998).

... la questione ebraica è la questione per eccellenza dell’occidente. (…). È l’unico mito fondativo dell’ordine occidentale dopo la Seconda guerra mondiale. L’occidente è costruito sul non ripetere mai più i campi di sterminio nazisti. Il «mai più la guerra» dei fondatori dell’Europa è un sottoprodotto del «mai più l’Olocausto». (…) Israele è l’emblema di questa volontà, del non volere piombare mai più nel secolo cane-lupo, nell’odio per ciò che un altro essere umano è e non per quello che fa o dice, nell’uso spietato della tecnica per la soppressione di nostri simili. (…) Solo dopo abbiamo scoperto ciò che facevano i comunisti sovietici e cinesi e, per quanto peggiori, le loro stragi non sono il nostro mito fondativo. La Shoah sì. Giovanni Maddalena, il Foglio.
«L’azienda, dopo tutto, firmerà il contratto oggi verso sera. È lo stesso contratto con le stesse clausole che conosciamo bene. Si sa che domani è festa». Quello che avete appena letto è uno dei messaggi cifrati più famosi della storia dello spionaggio. Conteneva un’informazione di straordinaria importanza. Un’informazione che avrebbe potuto cambiare il corso d’una guerra imminente. Ma il latore del messaggio non fu creduto. La guerra scoppiò poche ore dopo. E Israele rischiò di esserne travolta. Il latore del messaggio era Zvi Zamir, capo del Mossad dal 1968 al 1974, morto il 2 gennaio a 98 anni. Gianluca Mercuri, Corriere della Sera.

«Papa Francesco non è il Papa ma un usurpatore», ha detto don Guidetti, sacerdote livornese, 48 anni, nella messa di fine anno, giorno in cui ricorreva il primo anniversario della morte di Papa Benedetto XVI. [Tempo due giorni, ed] è stato scomunicato. ADNkronos.
Beppe Grillo lancia l’idea d’«un calendario fisso» con «13 mesi da 28 giorni». tgcom24.mediaset.it
È come se Beppe fosse svaporato. «Uno dei suoi antichi seguaci». (Corriere della Sera).
«Coglione», «sfigato invidioso», «hater di merda», «cretino», «vada a quel paese». Occhio a discutere sul web con Guido Crosetto (un metro e novantasei centimetri per centoventi chili): il ministro della Difesa s’incazza di brutto. Paolo Bracalini, il Giornale.

Ve lo giuro, non ho sparato io. Emanuele Pozzolo, corriere.torino.it.
I testimoni: «Dopo lo sparo, disse: sono rovinato».La Stampa.
Sulle pagine [del Corriere] la cronista forse più informata dei fatti della destra, Paola Di Caro, descriveva una Giorgia Meloni «furiosa» per lo sparo di Capodanno ma non solo: «Così sembriamo inaffidabili». Sembriamo? Mario Lavia, Linkiesta.
Il futuro dittatore, l’allora socialista Benito Mussolini, di già posando alla Napoleone, entrava rapido nel «Trianon» di Milano, quasi sempre verso la fine dello spettacolo, cappello duro calato su gli occhi, bavero del pastrano alzato e mani in tasca. Sostava qualche istante unitamente a chi l’accompagnava. E via, con la stessa rapidità. Una specie d’ispezione alla polveriera delle ciprie e dei belletti. Rodolfo De Angelis, Storia del Café Chantant, Stamperia del Valentino 2007.

La foto più famosa del filone «politico in posa con il mitra» è senza dubbio di Matteo Salvini. Fu scattata nel 2018, ma l’anno successivo venne postata sul web con tanto di scritta incendiaria: «Alle Europee se ne inventeranno di ogni per fermare il Capitano. Ma noi siamo armati e dotati d’elmetto!». Serena Riformato, La Stampa.
Verrà il giorno che chiunque abbia avuto un ruolo di responsabilità intellettuale guarderà indietro e dirà a se stesso: come ho potuto non indignarmi, non firmare appelli, non incatenarmi sotto la statua di Giordano Bruno quando l’editore americano di Roald Dahl, con lo sciagurato consenso degli eredi, ha cancellato dalle sue fiabe l’espressione «dita adunche» perché offendeva le persone molto magre? Michele Serra, Repubblica.
… la gente ha dimenticato che tutte le storie più antiche, prima o dopo, parlano di sangue. Più tardi ha tolto il sangue, per rendere le storie accettabili per i bambini, o forse più per le persone che dovevano leggere quelle storie ai bambini che ai bambini stessi (che in generale non hanno alcun problema con il sangue, purché a versarlo sia chi se lo merita). Terry Pratchett, La notte di Babbo Natale, Salani 2023.
[Così è] il peggio: non passa mai. Roberto Gervaso.