il Fatto Quotidiano, 3 gennaio 2024
Gesù salvi il Giubileo
Potrebbe sembrare, a un osservatore poco avveduto, che le opere previste per il Giubileo del 2025, a meno di un anno dall’avvio dell’Anno Santo, siano in ritardo, con solo due grandi cantieri, quello del sottovia di Piazza Pia e quello del Ponte dell’Industria, già ben avviati. Ma è solo un’impressione, perché il dpcm dell’8 giugno prevede che, su 184 opere giubilari, solo 44 debbano essere consegnate per la fine del 2024. E tra qualche settimana un nuovo dpcm aggiornerà le scadenze previste, in modo che anche ciò che oggi è in ritardo, non lo sia più. Ma una volta perso Expo 2030, volato in Arabia Saudita, queste opere “essenziali e indifferibili” previste per il 2025, che però a ben guardare diventa il 2026, ultimo anno per la spesa Pnrr, a cosa serviranno? Il salvagente, nella capitale mondiale del cattolicesimo, è il bimillenario della morte di Gesù Cristo, del 2033. Così che parcheggi interrati e grandi opere intorno al Vaticano (ma perché no, pure il terminal per le crociere a Fiumicino) continuino a essere indifferibili anche dopo il 2025.
La macchina commissariale avviata, basata sull’urgenza e sull’indifferibilità delle opere, finanziate con 3,4 miliardi – più della metà fondi Pnrr – non sarà infatti smantellata con la fine dell’anno giubilare, dato che la maggior parte delle stesse prevede un collaudo a Giubileo inoltrato: e saranno destinate a diventare di più, per evitare l’affollamento di cantieri proprio nell’anno dei milioni di pellegrini. Il direttore di Giubileo 2025 spa, Marco Sangiorgio, in audizione alle commissioni di Roma Capitale nel dicembre scorso è apparso estremamente sereno sul prosieguo dei lavori: ha ammesso ritardi, sulla maggioranza dei cantieri, di pochi mesi, facilmente raggirabili con nuovi cronoprogrammi. Ma in molte altre opere, anche quelle intorno al Vaticano, ci troviamo ancora alla fase di progettazione: mentre il grande cantiere di Piazza Pia, avviato, dovrebbe essere consegnato nel primo trimestre 2025. Tra i cantieri più impegnativi, per la fine del 2024 dovremmo vedere la fine di quello del Ponte dell’Industria e la prima fase della riqualificazione di Piazza dei Cinquecento (la seconda finirà nel 2026). Le nuove stazioni della metro C – il sindaco Gualtieri ha ottenuto anche l’incarico di commissario per la metropolitana, anche in funzione dell’urgenza del Giubileo – dovrebbero aprire, si assicura, nei primi mesi del 2025. Tanti altri progetti, dalla stazione ferroviaria del Pigneto (per due volte la gara deserta), al parcheggio interrato in Lungotevere Castello, al Mercato Metronio, sono lungi dall’essere avviati, così come la metà circa, dei 335 interventi del programma “Caput Mundi”: i dati di settembre dell’osservatorio Pnrr-Giubileo parlavano di un 8% dei progetti in fase di esecuzione. Ormai si parla di rimodulazione delle opere con tempistiche non attuabili. Come chiarisce Giubileo Spa al Fatto: “Alcuni interventi minori potrebbero subire leggeri ritardi, in particolare tra quelli il cui termine dei lavori è già previsto oltre il 2025”, anche perché “gli stanziamenti di legge e il programma degli interventi sono distribuiti sull’arco temporale 2023–2026”. Ma ciò pone un dubbio, ben espresso dall’associazione Carteinregola: “È giusto usare fondi e poteri speciali conferiti in funzione del Giubileo per opere che saranno terminate e utilizzabili alla fine o anche ben oltre il termine dell’evento?” si chiedono, citando il caso del cosiddetto “termovalorizzatore”, inserito nelle opere sottoposte ai poteri commissariali, ma che prevede un avvio “dall’estate 2026”. Si tratta in molti casi di opere di pubblica utilità, tuttavia ci si chiede “se sia indispensabile utilizzare il pretesto dell’evento giubilare per finanziare interventi necessari a prescindere”.
Molte di queste opere, in una prima bozza del Pnrr, dovevano servire anche per la Ryder Cup del 2023, poi stralciata dati i tempi impossibili. Altre sarebbero state centrali in Expo, come l’area di Tor Vergata da riqualificare (non completare, di fatto si tratta di una monumentalizzazione e messa in sicurezza degli incompiuti di Calatrava). Ora quel bimillenario della morte di Cristo previsto nel 2033, che era rimasto finora sullo sfondo, legato a un evento non avvenuto a Roma, sembra farsi avanti come giustificativo di tanti dei cantieri che saranno collaudati dal 2026 in poi. Un giubileo straordinario previsto dalle gerarchie ecclesiastiche, e avvallato da tutte le categorie commerciali, a partire da Confindustria, già in occasione dell’avvio dei lavori del Giubileo ordinario 2025. Perlomeno, non c’è il rischio che venga assegnato a un qualche paese mediorientale: l’abbiamo già spostato da Gerusalemme.