la Repubblica, 2 gennaio 2024
Taylor Swift e lo spirito del tempo
Elvis arrivò nel mondo della musica al momento giusto, quando c’era bisogno di “scoprire” i giovani e uscire dal conformismo degli anni Cinquanta. I Beatles arrivarono al momento giusto, quando il nuovo decennio stava portando con se aria di rivoluzione. I Pink Floyd raccontarono un mondo nuovo nel 1973 e i Sex Pistols fecero altrettanto nel 1977. Michael Jackson fu quello che colse il momento giusto nel 1982 e Springsteen nel 1984, e possiamo ancora ricordare i Nirvana di Kurt Cobain nel 1991 e potremmo continuare ancora. C’è sempre, c’è sempre stato nella storia della popular music qualche artista che arriva al successo assoluto nel momento esatto in cui tutto il mondo sembra essere in sintonia con lui. O il contrario: il mondo a un certo punto si allinea esattamente con la musica, le canzoni, lo spirito incarnato da un solo artista. Ed è questo quello che sta accadendo a Taylor Swift, prima vera superipermegaultrastar del nuovo millennio. Lei è arrivata subito dopo la rivoluzione che ha abbattuto la musica del passato ed è l’artista che più e meglio di ogni altra e altro ha saputo capire di cosa c’era bisogno per milioni di persone in cerca della musica giusta. Sono cambiate le modalità di creazione, di percezione e di concezione di quest’arte. E non esistono più generi definiti come il pop, il rock, il funk o il rap. Lei ha saputo cogliere l’opportunità e ha creato un genere che è soltanto il suo. La sua musica è pop, parla a un pubblico vasto, ma allo stesso tempo possiede un’incredibile raffinatezza compositiva. La sua musica è rock, in maniera leggera, comunicativa, apparentemente tranquillizzante ma in realtà per molti versi provocante. La sua musica è country, ma la tradizione è mascherata e nascosta, non c’è nulla di tradizionalista in tutto quello che fa. È una cantautrice, racconta le sue storie, con le sue parole e i suoi suoni. E i collaboratori e gli autori che lavorano con lei sono tutti di altissima qualità, molti dei quali provenienti da mondi sonori e culturali completamente diversi dal suo. Perché lei, a differenza degli altri e delle altre star dei nostri giorni, è aperta alle possibilità, non resta chiusa in un guscio, non ama ripetersi, cerca sempre qualcos’altro. Lei, per essere chiari, ilmainstream lo crea, non lo segue. È facile pensare che ci siano altre grandi star degli anni Duemila, maschili e femminili, ma, davvero, tra l’estrema volgarità di molte di esse, la ripetitività del loro repertorio, la povertà di sentimenti, è difficile trovare qualcuno che possa reggere il confronto. E non perché Taylor Swift vende di più, guadagna di più, è più famosa e amata, no i numeri contano poco in questo tipo di confronti, ad andare primi in classifica sono in tanti e spesso, in un mondo musicale nel quale “ascoltare” non è esattamente un’attività primaria. Non ci sono paragoni perché Taylor Swift pensa alla musica, a quello che scrive, che canta e che suona. Il che non vuol dire, e non si può dire infatti, che non ci sia musica migliore della sua, più originale, più interessante. Ma la sua musica, le sue canzoni e, come vuole la regola della popular music, la sua immagine, il suo volto, i suoi vestiti, compongono un puzzle nel quale tutti i pezzi sono al posto giusto per un numero di persone straordinariamente grande, che in quella musica, in quelle canzoni, in quel volto, crede. Si, crede. Non è una star “leggera”, non vende la sua musica perché è carina o simpatica, anzi le sue idee e le sue, poche ma rumorose, prese di posizioni politiche, di questi tempi negli Stati Uniti d’America non godono esattamente di un consenso unanime. È tutto l’insieme che ha senso, parole, gesti, musica. E non va sottovalutato che il suo pubblico è, nella stragrande maggioranza, femminile. Negli anni Taylor Swift ha spesso ha lanciato messaggi diempowerment e ha preso posizioni che l’hanno fatta diventare una vera e propria eroina femminista, soprattutto in un industria musicale totalmente, ancora, dominata dagli uomini. Quelle che per molti possono sembrare solo delle scelte dettate dall’ansia del commercio, come ristampare tutti i suoi album per riconquistarne i diritti, sono state viste come gesti di liberazione artistica e di indipendenza. Lady Gaga, Miley Cyrus e Beyoncé probabilmente sono più trasgressive, sensuali, provocanti e provocatorie, ma Taylor Swift non gioca nel loro campionato, lei incarna lo spirito del tempo, e lo fa in maniera positiva, disseminando speranza in ogni dove.