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 2023  dicembre 30 Sabato calendario

Ritratto di Françoise Bettencourt Meyers, la donna da 100 miliardi


Parlando di sé nel 2010 in un’intervista rilasciata a Le Figaro, Françoise Bettencourt Meyers riconosceva di non avere «l’abitudine di apparire in pubblico». In effetti, la donna più ricca del mondo ha sempre cercato di rimanere lontana dai riflettori, che in queste ultime ore sono però tornati ad accendersi sul suo nome, inserito dal Bloomberg billionaires Index nella breve lista dei Paperoni mondiali in possesso di un patrimonio superiore ai 100 miliardi di dollari. La vicepresidente del Cda di L’Oréal, colosso francese della cosmesi e dei prodotti di bellezza detenuto al 35% dalla sua famiglia, a 70 anni è entrata in uno dei club più esclusivi del mondo, all’interno del quale si contano membri come il connazionale Bernard Arnault, fondatore di Lvmh, o gli statunitensi Jeff Bezos, Elon Musk, Mark Zuckerberg e Bill Gates. Con una ricchezza da 100,2 miliardi di dollari, Bettencourt Meyers è diventata la prima donna a raggiungere questo traguardo posizionandosi al dodicesimo posto, mentre il gruppo di famiglia fondato nel 1909 dal nonno Eugène Schueller è ormai un gigante da 241 miliardi di euro.
Un impero ereditato nel 2017 alla morte della madre, Liliane Bettencourt, oggi amministrato insieme ai figli Jean-Victor e Nicolas. Eppure, nonostante il successo, la manager francese continua a mantenere il massimo riserbo sulla sua vita, limitando allo stretto indispensabile le apparizioni pubbliche. Uno stile forse derivato dalle abitudini di gioventù: nata nel 1953 a Neuilly-sur-Seine, sobborgo ultra-chic nell’ovest parigino, l’erede ha fin da subito condotto una vita isolata nonostante la famiglia frequentasse la più alta borghesia francese ed internazionale. Alle feste dei coetanei, l’allora rampolla, figlia unica, preferiva la compagnia del suo labrador nero o di Johann Sebastian Bach, suonato al pianoforte nel tempo libero. Ma anche dei genitori, con i quali ha sempre avuto un rapporto molto stretto. In particolare, con la madre Liliane, nonostante fosse il suo esatto opposto: mondana ed eccentrica, anche lei cresciuta come unica figlia che nel 1957 ha preso in mano le redini della L’Oréal, sette anni dopo aver sposato André Bettencourt.
Per la loro figlia, invece, il colpo di fulmine scatta a 19 anni all’Opéra di Parigi, dove conosce Jean-Pierre Meyers, quattro anni più grande di lei. Un giovane di talento, uscito dalle migliori scuole francesi con un futuro nel settore bancario. Ma il ragazzo viene da una famiglia ebraica. Non proprio il genero ideale per i genitori di Françoise, ferventi cattolici con qualche scheletro nell’armadio risalente alla seconda guerra mondiale. Il padre André, amico di François Mitterand e più volte ministro durante la presidenza di Georges Pompidou, da ragazzo avrebbe avuto forti simpatie per il regime collaborazionista di Vichy guidato dal maresciallo Pétain, sotto il quale ha scritto dei testi antisemiti prima di redimersi e partecipare alla Resistenza. Idee condivise dal nonno Eugène, che negli anni Trenta era in stretto contatto con La Cagoule, gruppo terroristico di estrema destra.
La giovane erede, però, è convinta del suo amore e lo sposa nel 1984 a Fiesole, in Toscana. Suo marito è poi entrato nella dirigenza del gruppo, mentre i figli della coppia sono stati cresciuti in base ai precetti ebraici. Un rapporto, quello con la religione, che la manager francese ha approfondito più volte scrivendo libri incentrati sulle questioni bibliche e sulle relazioni tra cattolicesimo ed ebraismo. Un’altra delle sue passioni, anche questa coltivata sottovoce.
Nella vita di Françoise, però, c’è stato anche un momento nel quale è stata costretta ad uscire dall’ombra. Dopo la morte del padre, nel 2007, la dirigente ha fatto causa a François-Marie Banier, fotografo amico dei genitori, accusandolo di circonvenzione di incapace ai danni della madre Liliane, alla quale sarebbe stato sottratto un miliardo di euro negli anni.
L’inizio di un feuilleton conosciuto come il “Watergate francese”, che ha finito per tirare dentro anche Nicolas Sarkozy, a causa di sospette mazzette a suo favore. Una storia degna di un’antica casata, alla quale Netflix ha anche dedicato un documentario. Il fotografo sarebbe riuscito negli anni ad ingraziarsi Liliane Bettencourt, di 25 anni più grande, che lo avrebbe ricoperto di regali in un rapporto definito da molti loro conoscenti un “amore platonico” (Banier aveva un compagno).
Il caso aprì una crepa nei rapporti tra Françoise e l’anziana madre, alla quale fu poi diagnosticata una demenza nel 2011, sei anni prima della sua scomparsa. Alla fine Banier fu condannato nel 2016 in appello a quattro anni di prigione con la condizionale e ad una multa di 375mila euro. L’erede dell’impero L’Oréal ha potuto così voltare pagina, tornando dietro le quinte dell’azienda di famiglia.