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 2023  dicembre 31 Domenica calendario

I tiranni del 2024

Nel caso che il nuovo presidente dell’ Argentina Milei confermi di essere ciò che sembra – ovvero un autocrate, per giunta dalla psiche instabile, che pretende pieni poteri – sarebbe penoso, oltre che sorprendente, che anche uno solo dei suoi milioni di elettori (il 56 per cento degli argentini) si dichiari dispiaciuto, o amareggiato, o peggio dica “non sapevo che lui fosse così”. Lo aveva detto, anzi lo aveva urlato impugnando una motosega in comizi di terrificante violenza verbale. Non c’era niente di ambiguo, nella sua campagna elettorale, niente di non detto, niente di sottinteso. Tutto era chiaro: la democrazia è un impiccio, una cappa di grigio che cerca di offuscare la luce del demiurgo, ma non ci riuscirà. Sarà il popolo a investire il demiurgo della libertà di agire al di sopra delle vecchie regole ammuffite della democrazia. È così che sta accadendo; e sta accadendo con il consenso della maggioranza degli argentini. Chi lo ha votato così voleva che fosse: la democrazia parlamentare ha fallito, viva il despota illuminato che salverà l’economia e la patria.
La vera novità del terzo millennio è il grande consenso popolare per i Trump, i Bolsonaro, i Milei, gli Orban, gli uomini forti che guardano con disprezzo alle regole e all’equilibrio dei poteri. Va rivista l’antica definizione di tiranno: non è più “colui che conquista il potere in modo illegittimo”. Oggi lo conquista in modo perfettamente legittimo, tra gli applausi della folla.
Avrei preferito augurarvi buon anno in un’altra maniera.