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 2023  dicembre 31 Domenica calendario

Ritratto di Tommaso Verdini


Che Tommaso Verdini volesse seguire le orme del padre lo si era capito fin da bambino. Quando babbo Denis, plenipotenziario di Forza Italia, aveva potere di vita o di morte (politica) su uomini di partito e nomine di ogni specie, il piccolo «Tommy» si ritrovò spesso sulle ginocchia di Silvio Berlusconi. Un mondo dorato, dove ogni desiderio si realizzava. E il modello da seguire era Uno e Trino: «Il babbo». Non sorprende, in una foto di qualche anno fa poi sparita da Facebook, che a una festa di Carnevale Tommaso si fosse travestito «da Denis», con tanto di parrucca bianca e cravatta in stile verdiniano.
Classe 1990, forse non a caso l’anno di Notti magiche, Verdini junior (assieme all’amatissima sorella minore Francesca, poi diventata fidanzata di Matteo Salvini) cresce nella «Firenze bene», tra alta borghesia e nobiltà (la madre Simonetta è una Fossombroni), in una splendida villa al Pian dei Giullari, accanto a quella del Gioiello, dove Galileo spirò, al confino, con gli occhi rivolti su questa splendida valle che domina Firenze.
La scuola è a un tiro di schioppo, sempre in collina: l’Educandato della santissima Annunziata, al Poggio Imperiale, idem la sorella. Al liceo, almeno a sentire alcuni suoi professori dell’epoca, Verdini junior non risulta brillare granché. Anzi fioccano gli aneddoti, più o meno divertenti. L’Oscar va senza dubbio al giorno in cui Tommaso si presenta a scuola senza i compiti fatti: «Prof, mi sono scordato il quaderno ad Arcore», è la scusa (poi diventata leggenda al liceo) tirata fuori evocando che il giorno prima fosse con la famiglia per il pranzo domenicale nel quartier generale di Berlusconi.
La prima volta che Verdini junior salta all’onore delle cronache è nel maggio 2015. «Tommy» è in giro per locali, in centro a Firenze: il suo suv è parcheggiato in piena zona pedonale e i vigili, oltre alla multa, mettono le ganasce alla Mercedes. A tarda notte arriva però un colpo di genio: lui e i suoi amici smontano la ruota bloccata e ripartono con il ruotino di scorta per la loro notte brava. Gli agenti, all’alba, suonano il campanello al Pian dei Giullari: apre Denis in vestaglia e rifila due scapaccioni al figlio.
Nel frattempo, l’impero dei Verdini inizia a sbriciolarsi: il Credito cooperativo, la banca guidata «dal babbo», crolla travolta da oltre 100 milioni di debiti. Arrivano i processi e la crisi di Forza Italia, ma Denis tira fuori dal cilindro quel Patto del Nazareno, con Matteo Renzi, che fa tornare il Cavaliere protagonista. «Tommy» si laurea in Economia e commercio a Firenze, conosce e poi sposa Flavia Domitilla Samorì, figlia del banchiere modenese Gianpiero che tentò di emulare Berlusconi fondando il Mir: Moderati in rivoluzione.
La passione politica non manca nemmeno a Verdini junior, che a un certo punto «tradisce» il padre: alla chetichella per qualche anno prende la tessera del Pd e partecipa alla renzianissima Leopolda. Forte della solidissima rete di relazioni, «Tommy» si dà all’impresa. Prima fonda Pastation, catena di ristoranti specializzati in pasta, che a Roma aprì proprio dietro a Montecitorio. Poi tenta il grande salto con gli appalti che contano. Le bocche degli amici, in questi giorni bui, sono cucite: «È un ragazzo in gamba, fa l’imprenditore e alla fine ne uscirà pulito», è l’unica cosa che sfugge a una ex compagna di liceo. Nel frattempo, il figlio dell’ex plenipotenziario di Berlusconi ha infatti fondato la Inver, società di lobbying, quella finita al centro dell’inchiesta sugli appalti di Anas e che è costata al 33enne gli arresti domiciliari. Così come il padre Denis, che però, nei dorati arresti del Pian dei Giullari avrebbe continuato a tessere relazioni e presunti favori, sta già scontando oltre 16 anni di condanne definitive per reati che vanno dalla bancarotta alla truffa.