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 2023  dicembre 31 Domenica calendario

Biografia di Paolo Graldi

Addio a Paolo Graldi, grande nome del giornalismo italiano e per quasi vent’anni firma del Corriere della Sera . Graldi si è spento a Roma a 81 anni, nella clinica Pio XI, dopo una lunga malattia. Era nato a Bologna il 27 maggio 1942 e aveva iniziato giovanissimo a scrivere per alcune testate locali, per poi trasferirsi nella capitale, dove lavora sei anni come «abusivo» (termine usato in quegli anni per indicare un giornalista alle prime armi privo di contratto, oggi si direbbe precario) a Paese Sera , quotidiano della sinistra, scuola di giornalismo aperta a molti giovani.
Nel 1975 il direttore Piero Ottone lo chiama al Corriere della Sera, dove resterà fino al 1993: prima come cronista giudiziario, poi inviato speciale, capo del servizio giudiziario e infine come caporedattore dell’Edizione romana. Da firma del Corriere della Sera ha seguito tutti i principali fatti di mafia e di terrorismo in Italia e all’estero di quegli anni: dai sequestri famosi come il caso Bulgari, alla tragedia di Aldo Moro. Basta consultare l’archivio del Corriere della Sera per rintracciare centinaia e centinaia di cronache, di commenti e di interviste. Uno stile secco, essenziale, ma che svela sempre il piacere professionale del racconto, avvincente quanto dettagliato.
Per la tv ha collaborato a quasi tutte le trasmissioni di Enzo Biagi, caporedattore con Sergio Zavoli per la realizzazione de La notte della Repubblica e Viaggio intorno all’uomo. Ha firmato per Raiuno l’inchiesta in venti puntate Io e il fumo, Io e il telefono, Io e il Cibo e numerose inchieste per Scatola aperta.
Un legame professionale che poi porta Graldi alla vicedirezione de Il Mattino quando, nel 1993, Sergio Zavoli ne diventa direttore. Graldi gli succede poi alla direzione, viene nominato direttore dalla Fondazione Banco di Napoli nell’ottobre del 1994 e rimane al timone del quotidiano di via Chiatamone fino al 2001 quando viene chiamato dall’editore Franco Gaetano Caltagirone alla direzione de Il Messaggero per tre anni. Quindi ricopre l’incarico di direttore editoriale. Negli ultimi tempi era editorialista e commentatore del gruppo: scriveva per Il Messaggero, Il Mattino e Il Gazzettino di Venezia.
Ha firmato la sceneggiatura di alcuni film per la tv, tra i quali Il caso Lafarge, Il caso Stawinsky, Ladri e quadri. Per Rai Parlamento ha condotto per tre anni Parole in gioco. Per La7 ha firmato la serie biennale di Effetto domino, tutto fa economia. Numerose le trasmissioni radiofoniche dirette e condotte per la Rai.
È stato anche presidente della Scuola Superiore di Giornalismo presso la Università Internazionale Luiss di Roma. Ha vinto numerosi premi di giornalismo, tra gli altri il Premio Scanno, il Città di Roma, il Premio Ischia di Giornalismo.
Temperamento generoso, estroverso e comunicativo, elegante nei modi e ironicamente attento ai dettagli dell’abbigliamento ha profondamente amato un lavoro che vedeva anche come un impegno civile. I funerali si terranno il 2 gennaio alle ore 11 nella chiesa di San Salvatore in Lauro a Roma.