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 2023  dicembre 30 Sabato calendario

Gli oggetti d’una volta

Premesso che chi scrive rimane impigliata per ore negli account di Instagram acchiappanostalgici, filone «come eravamo», quelli con gli anni 50-60-70-80 nel nome, con le carrambate di Dolce Forno, Cicciobello, le biglie di vetro, il Ciao, Last Christmas degli Wham!. Si premette per dire che si ama l’effetto-madeleine che riporta all’infanzia reale o ideale, e dev’essere un vizio condiviso perché il filone ha un certo successo su tutte le piattaforme dal web al dentifricio. Dunque in clima di bilancio di un fine anno cosìcosì fa bene immergersi in quel mondo Senza scadenza dell’amarcord, che è il titolo di un libro illustrato pieno di foto di oggetti-mito del Made in Italy ancora miracolosamente «com’erano» grazie all’intelligenza dei proprietari o gestori dei brand raccontati: le scatole in latta dei Krumiri Rossi o degli amaretti Virginia che la marchesa Spinola offriva agli ospiti e una volta svuotate, elegantemente – e ecologicamente – rivivono come portacucito o portacianfru varie; o i vasi dell’amarena Fabbri che il fondatore commissionò al ceramista Gatti di Faenza e si riescono a vendere anche ai cinesi (come dire il ghiaccio agli Eschimesi); e i dentifrici Marvis con quei colori ipnotici che potresti metterli in biblioteca coi libri Adelphi; e le caramelle Leone, il talco Felce Azzurra e il Borotalco Roberts. L’autrice ne racconta storie e aneddoti, ma a noi bastano anche solo le foto. Ed essendo un libro che parla all’emotività, urge un’appendice con i feticci che mancano tipo la Pasta del Capitano e la Pasta di acciughe Balena. Quanto alla Nutella, che dire, che ci si chiede in quali picchi d’insania si sia mai potuto decidere di buttare i plurimi servizi da 12 di bicchieri a tema natalizio. Bah.