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 2023  dicembre 28 Giovedì calendario

House of Verdini

 «Tale padre tale figlio» dicono ora i fiorentini, che notoriamente sono cattivelli. Eppure come dargli torto, come negare che una qualche strana congiunzione astrale deve incombere su questi Verdini, su questa famiglia che da 4 decenni, prima babbo Denis e ora i suoi figli Tommaso e Francesca, continua a far parlare di sé. Affari, trame politiche anche di altissimo livello, nomine, colpacci immobiliari, indagini, love story, arresti. Nei giornali il verdinologo non si trova mai perchè la dinasty spazia su tutti i settori: bianca, politica, giudiziaria, economia, rosa. Dal Pian dei Giullari dove vivono, la collina più bella di Firenze, villoni vip e vista mozzafiato, i Verdini su tutto incombono, gossip e leggende, scenari e sospetti. Anche se talvolta non c’entrano nulla. Va detto che ci mettono del loro. E adesso c’è pure il genero famoso: da quando si accompagna a Francesca, la figlia regista e imprenditrice, Matteo Salvini è spesso a casa Verdini e tutti ritengono che Denis sia suo consigliere, stratega nell’ombra. Vero o falso poco importa. «Sembra House of Verdini», ci scherza su qualcuno. In principio fu lui, Denis. Il banchiere che sognava in grande, 72 anni, partito da una macelleria, arrivato a sussurrare all’orecchio di Berlusconi, plenipotenziario del capo di Forza Italia. Le liste erano cosa sua, le leggi elettorali di cui era ed è espertissimo erano cosa sua, ad ogni problema Silvio diceva «chiamatemi Denis». A Firenze, dove la destra non ha mai vinto, dicevano che fosse lui a trattare coi Ds perchè il potere politico restasse a sinistra ma un pezzo dell’economia finisse all’imprenditoria vicina al centrodestra. Battuta pronta («La Costituzione è come la trippa, la allunghi, la tiri, la restringi» diceva, oppure «la maggioranza sai, è come il vento»), maestro di pragmatismo, di lui si diceva fosse massone ma ha sempre negato. Grande tessitore di ogni tipo di accordo, capace di passare da Spadolini a Berlusconi a Renzi con cui trattò il leggendario patto del Nazareno, ora Salvini. Da qualche anno il Mister Wolf è semi sparito: le indagini, il carcere, i domiciliari. Dicono abbia ancora l’antica verve ma più che altro fa ilnonno, raccontano. Adesso è suo figlio Tommaso sotto i riflettori.Sosia del babbo, praticamente. Trentatre anni, due figli con Flavia Domitilla Samorì, figlia del banchiere che voleva emulare Berlusconi fondatore del Mir. Ha i lineamenti di Denis. E anche con le grane giudiziarie pare aver imboccato la stessa via, ora che è finito ai domiciliari. Lo accusano di aver indirizzato, tramite la sua società di lobbing Inver, gli appalti dell’Anas, partecipata di Stato che ricade peraltro, anche se lui non c’entra assolutamente nulla, sotto la giurisdizione del dicastero dei trasporti, guidato dal quasi cognato Salvini. E in quella stessa inchiesta pure babbo Denis è coinvolto.La prima volta che Tommaso Verdini balzò alle cronache fu nel 2015: coi suoi amici della Firenze bene parcheggiò il suo suv Mercedes in divieto di sosta e i vigili gli misero le ganasce. Lui non si perse d’animo, le rimosse e se ne tornò a casa. Si beccò una denuncia per furto aggravato e finì a processo. Imprenditore della ristorazione (suo il brand Pastation), lobbista, procacciatored’affari. Ogni tanto spunta dove non te l’aspetti: qualche anno fa mediatore per un fondo arabo che voleva comprarsi il castello di Sammezzano, il maniero orientalista più bello d’Italia, nelle campagne toscane, di recente firmatario di un’osservazione al Regolamento urbanistico di Firenze per fare un agriturismo nei suoi terreni agricoli in collina. Ai tempi d’oro di Renzi, di cui era grande fan, si iscrisse pure al Pd. Da allora niente politica. Tommaso ha due sorelle: Diletta, figlia di primo letto del padre, e lady Salvini, Francesca, avuta, come lui, dalla seconda moglie di Denis, la contessa di Arezzo Simonetta Fossombroni, ex annunciatrice di TeleToscana. A Francesca il fratello è legatissimo. Inutile tentare di estorcergli qualcosa sulla coppia: figli? Matrimonio? Nulla, Tommaso è una tomba. «Ci vogliono spalle forti per sopravvivere nel cinema italiano» ha detto di recente Francesca dopo un film su Zeffirelli. La sua azienda di produzione si chiama la “Casa rossa”, come la villa di famiglia al Pian dei Giullari. L’Alfa e l’omega dei Verdini.