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 2023  dicembre 29 Venerdì calendario

Il cosiddetto “festino dei vip” a Mosca, mezzi nudi, molto brilli e soprattutto cafonissimi, ha fatto molto arrabbiare Putin e i pope che gli fanno da guardaspalle ideologici: ma a noi occidentali ci consola parecchio

Il cosiddetto “festino dei vip” a Mosca, mezzi nudi, molto brilli e soprattutto cafonissimi, ha fatto molto arrabbiare Putin e i pope che gli fanno da guardaspalle ideologici: ma a noi occidentali ci consola parecchio.
Pensavamo di avere il monopolio della decadenza, di essere i soli trimalcioni del mondo, i debosciati per antonomasia, a differenza delle Vigorose Nazioni slave e dei Laboriosi Popoli asiatici. Noi a tirar mattino in reggicalze tracannando porcherie, loro tutti militi impavidi, operai zelanti, commercianti instancabili.
Invece, vedi: pure loro decadono. Così da darci l’idea, in fondo rassicurante, che sia l’umanità intera a doversi dare una regolata, non solamente noi che ci sentiamo una civiltà a fine corsa, e quando ci guardiamo allo specchio ci sembra di vedere solo rughe e belletto.
Saranno stati i social, sarà la globalizzazione, fatto sta che quello che i clericali di ogni landa chiamano “peccato”, e a noi pare soprattutto scemenza, si spalma sopra tutti i fusi orari come una spuma micidiale, e non lavabile.
Scopriamo che anche nella Santa Madre Russia sono i blogger e gli influencer a dirigere l’ultima recita, la baldoria che precede lo sprofondo (qui sembro lugubre come Ceronetti, me ne rendo conto). Già ci avevano aiutato le boy-band coreane, a sospettare di non essere noi quelli messi peggio.
Ora, godendoci le foto del party moscovita che nemmeno Grosz ubriaco di vodka avrebbe saputo ritrarre in tutta la sua racchia vanità, aspettiamo i trapper delle steppe mongole e le orge bisex del Bangladesh per sentirci, infine, una sola umanità.