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 2023  dicembre 27 Mercoledì calendario

GLi italiani comprano a Manhattan

 Di fronte alla Trump Tower, lungo la strada boutique della Fifth Avenue, batte bandiera italiana: il gruppo Prada ha acquistato, con un’operazione da 835 milioni di dollari (circa 752 milioni di euro), i due edifici che dominano il marciapiede opposto a dove si trova il grattacielo di proprietà di Donald Trump. Per 425 milioni di dollari (382 milioni di euro) è stata acquistato il palazzo di dodici piani al numero 724 che ospita lo store della casa di moda, e per 410 milioni (369 milioni in euro) l’edificio accanto, al numero 720, all’angolo con la 56ª street.L’operazione, che ha visto coinvolti Prada e una società a lei legata ma di cui non è stato indicato il nome, è una delle più grandi portate a termine quest’anno a New York, e tra quelle che hanno attirato l’attenzione dei media americani, perché riguarda la strada della moda più lussuosa del mondo, a due passi da Central Park.Prada aveva in affitto fin dal ’97 gli spazi occupati dalla sua boutique. L’investimento, nuova sfida del Made in Italy nella competizione a livello globale, segna l’ennesima acquisizione italiana nella città d’acciaio, dove gli affitti sono sempre ai massimi e non convengono più neanche ai grandi brand: per aver rotto l’accordo d’affitto con dieci anni d’anticipo, durante la pandemia, a Valentino erano stati chiesti dal proprietario dei locali che ospitavano lo store, più di 200 milioni di dollari. Una volta c’era la Little Italy con le sue pizzerie, i forni e i venditori dei panini ripieni, adesso c’è un’Italy fatta di stilisti, collezionisti d’arte, società d’affari, che stanno rastrellando gli edifici di Manhattan per farne la loro base. Il mercato immobiliare oscilla, ma non l’interesse italiano.Poco più giù rispetto ai palazzi Prada c’è l’Olympic Tower, tra la 51ª e la 52ª, dove si trova la storica penthouse da 35 milioni di dollari della famiglia Gucci e messa sul mercato. Continuando lungo la Fifth Avenue si arriva al Flatiron Building, l’edificio a forma di ferro da stiro passato quest’anno a una cordata di cui fa parte ancora il gruppo italiano Sorgente, di Valter Mainetti, che lo aveva acquistato nel 2009. C’è l’Italia anche nel grattacielo al 125 di Greenwich street, vicino a Wall Street, controllato dalla società Bizzi & Partners assieme a Fortress Investment Group. In questo risiko italiano bisogna includere l’acquisizione, avvenuta nel 2016, da parte del gruppo Luxottica, del palazzo al numero 1 West sulla 37ª. Operazione da 76 milioni. Adesso l’edificio ospita il quartier generale della compagnia.A fine settembre i giornali newyorkesi si erano eccitati all’idea che un altro stilista italiano, Giorgio Armani, avesse deciso di investire decine di milioni per prendersi una suggestiva fetta della città: in questo caso si è parlato dell’acquisto di una penthouse di cinque piani, con vista mozzafiato su Manhattan, in cima all’edificio dove si trova la boutique, a Madison Avenue, considerata la “vera via dell’Italian style”. Anche il mondo della cultura ha il suo tempio: è sulla 12ª West, con Casa Italiana Zerilli Marimò, vici no a Union Square, storica townhouse dotata anche di teatro, donata dalla baronessa milanese Mariuccia Zerilli-Marimò in ricordo del marito. Da anni è centro di incontri con registi e attori italiani, e eventi culturali curati dal dipartimento di studi d’italiano dell’Università di New York.E quando la proprietà non è italiana, lo è lo stile, come per i due grattacieli gemelli in vetro al 565 di Broome street a Soho, Lower Manhattan, progettati da Renzo Piano e inaugurati quattro anni fa.