la Repubblica, 27 dicembre 2023
I tortellini della mamma
In questi giorni di grandi riunioni familiari mi hanno girato un video molto divertente e istruttivo sui rapporti (non sempre facilissimi, diciamo così) fra madri e figli. C’è un famosissimo cuoco, in francese chef, che in una trasmissione tv tra le più seguite terrorizza e sovente umilia i concorrenti provocando nei tapini crisi di pianto, a volte di panico – cosa che giova molto agli ascolti.
Nel video è nella cucina di casa dove con la madre e con una parente, forse una zia, collabora a preparare i tortellini: le due donne lo fanno nero.
Non è tanto cosa dicono ma come lo dicono: il tono, il volume della voce, il dialetto, il sottotesto – non sei capace. Inizia la parente forse zia: «Guarda, guarda, guarda come si fa.
Bisogna chiuderli di qua e di là. Guarda, lì vien fuori tutto il ripieno», indicando il tortellino che ha fatto lui. Lui ne prepara un altro: «Ma cosa sto facendo». Lei: «Adesso! Ma guarda quello lì (indica quello di prima)». Lui, voce flautata, col nuovo tortellino sulla punta del dito: «Guarda».
Lei, perplessa: «Beh insomma, vabbè». Lui: «Secondo me li fai troppo piccoli». Lei, una fiera: «Troppo piccoli???».
Interviene la madre, che è sempre stata presente in scena: «Ma stai zitto. Se vuoi fare turtellon… Se li vuoi fare alla romagnola…». Segue discussione sulla differenza fra il manufatto di Modena e quello di Bologna. La madre chiude segnalando la differenza dal figlio: «Io son di Bologna, tu sei di Modena». Lui tace. Se ne trae la fuggevole conclusione che ai fini dell’educazione non conviene assecondare i figli e applaudirli, bravissimi, guarda come siamo simili. Meglio continuare fino a cent’anni a dire: stai zitto. Ma è un talento, altro che tortelli.