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 2023  dicembre 24 Domenica calendario

“BIBI” COLPITO E AFFONDATO – I DOCUMENTI SCODELLATI DAL "MIDDLE EAST MEDIA REASEARCH INSTITUTE", SECONDO CUI NETNAYAHU HA INCASSATO ALMENO 65 MILIONI DAL QATAR, POTREBBERO ESSERE IL COLPO FINALE PER IL PREMIER ISRAELIANO – IN PATRIA, DOPO LA DISFATTA DEL 7 OTTOBRE SUBITA DA HAMAS, IL SUO CONSENSO È PARI A ZERO. E BIDEN HA ORMAI PRESO LE DISTANZE DALLA SUA STRATEGIA MILITARE – NELLA “WIKILEAKS DEL GOLFO” SONO COINVOLTI ANCHE NICOLAS SARKOZY, CARLA BRUNI, BERNARD-HENRI LÉVY, MICHEL PLATINI E… -























Estratto dell’articolo di Fabio Scuto per “Il Fatto Quotidiano”

Nel gennaio 2019, l’agenzia Reuters scoprì le prime informazioni sul “Progetto Raven”, un’operazione di spionaggio informatico ad ampio raggio condotta da ex agenti della Nsa messi sotto contratto dagli Emirati Arabi Uniti.

Hanno raccolto enormi quantità di documenti riguardanti diversi obiettivi, tra cui attivisti, giornalisti ed enti governativi stranieri in alcuni Paesi, come Turchia, Francia, Yemen, Iran, Qatar, Libano e Israele. Le “carte” che comprovano l’Operazione Raven sono uscite dal 2019 in forma discontinua e molto parziale. Ora Memri – l’autorevole Middle East Media Reasearch Institute guidato dall’israeliano Yigal Carmon – ha riunito in maniera organica questi documenti aggiungendone alcuni assolutamente inediti.

Queste “carte” rivelano un’ampia interferenza del Qatar negli affari del mondo arabo e musulmano, con l’obiettivo di rovesciare regimi laici come in Libia e Mali, ma anche l’aiuto a gruppi del terrorismo islamico.

E poi l’ingerenza di Doha negli affari di altri Paesi, come Francia, Sudafrica, Libano e Israele, con elargizioni generose a uomini di governo, attivisti politici, organizzazioni per i diritti umani e personaggi dello sport. Come Nicolas Sarkozy, Carla Bruni, Thabo Mbeki, Human Rights Watch, Bernard-Henri Lévy, Walid Jumblatt, Michel Platini, Lamine Diack e le milizie islamiste nel nord del Mali. Ma ci sono anche figure politiche israeliane. […]

Tre lettere sono del 2012 e menzionano una sovvenzione di 15 milioni di dollari a Benjamin Netanyahu e un’altra di 5 milioni di dollari ad Avigdor Lieberman (per il blocco Likud-Israel Beiteinu), nella loro prossima campagna elettorale. Le altre due lettere risalgono al 2018 e riguardano una sovvenzione di 50 milioni di dollari a Netanya hu per lo stesso scopo. Il 2018 è l’anno in cui Bibi da premier autorizzò il passaggio mensile di 25 milioni di dollari in contanti dal Qatar per Gaza, perché Hamas pagasse gli stipendi dei dipendenti pubblici che l’Anp di Abu Mazen non pagava più.

Solo coincidenze? Questa “Wikileaks del Golfo” – adesso che ha avuto il timbro israeliano con l’autorevolezza di Memri – potrebbe rappresentare la “pistola fumante” per costringere Netanyahu, come invocano milioni di israeliani, a lasciare il governo. È cosa nota che il 70% dei finanziamenti per le campagne elettorali di Bibi – quelli che i candidati sono costretti a dichiarare – è sempre venuta dall’estero, dagli Usa per la precisione, dalla California (molti produttori cinematografici) e dal Nevada dove Sheldon Adelson “signore del gioco d’azzardo” di Las Vegas scomparso nel 2021, comprò per sostenerlo un quotidiano Israel Hayom che in Israele chiamano “la Pravda di Bibi”.

Le “carte” pubblicate da Memri a sostegno delle sue rivelazioni ci dicono che questi denari il Qatar li ha stanziati e in qualche modo (contanti?) li ha fatti avere a Bibi o a chi per lui. Nel gioco di specchi dello spionaggio mediorientale le rivelazioni sull’Operazione Raven potrebbero avere molti padrini, compresi gli Usa che non sopportano più la doppiezza di Netanyahu che li sta trascinando in una guerra senza fine che sta innescando tutto il Medio Oriente, dal Libano alla Siria, dall ’Iran allo Yemen, fino all’Iraq.  […]