Domenicale, 24 dicembre 2023
Il gioco e i presocratici
Hans-Georg Gadamer in Verità e metodo ricorda al mondo contemporaneo che il protagonista reale del gioco non è il giocatore, ma il gioco stesso. Il filosofo tedesco nota che ogni giocare altro non è che un essere giocati. «È piuttosto – scrive – il gioco stesso che gioca, includendo in sé i giocatori». Ben presto ci si accorge che Gadamer interpreta il gioco come metafora dei nostri rapporti con la vita.
Un altro contributo novecentesco a tale argomento si deve a Eugen Fink, discepolo di Husserl e Heidegger. Nell’opera Il gioco come simbolo del mondo lo definisce fenomeno cosmico. Ne segnala il valore senza confini; indica, in particolare, la sua capacità di essere simbolo dell’essenza ludica dell’universo. Ma lo stesso universo potrebbe essere inteso come un gioco senza giocatore, non collegabile a un ente divino.
Scrivendo questi pensieri la mente corre a quanto scrisse Platone nel VII libro delle Leggi: «L’uomo non è che un giocattolo uscito dalle mani degli dei». E, cercando agli inizi del pensiero greco, si ritrova un frammento di Eraclito, dove il gioco diventa metafora di un principio cosmico. Eccolo nella traduzione di M. Laura Gemelli-Marciano, che ha curato per la Fondazione Valla il primo volume (tre previsti) dei Presocratici. Reca il numero 89 (nella classica edizione Diels-Kranz era il 52): «La vita umana è un fanciullo che gioca, che muove pedine sul tavoliere; di un fanciullo è la sovranità».
Nell’ampio apparato di note la studiosa osserva: «L’uomo, nel tempo della sua vita, si trova dunque sotto il dominio di questo giocatore-fanciullo dentro di sé che lo fa procedere a caso, senza un vero disegno». È un testo che ha fatto scrivere numerosi saggi e libri, tra cui segnaliamo quello recente di Jacopo Nero Verani Il gioco di Eraclito (Mimesis): analizza dettagliatamente il frammento ricordando chi l’ha studiato, da Filone di Alessandria a Ippolito di Roma, da Nietzsche a Fink, da Cacciari a Severino.
Abbiamo preso in prestito il volume della nuova edizione Gemelli-Marciano dei Presocratici, che è una versione totalmente rivista, ampliata e rielaborata di quella tedesca (Patmos, Düsseldorf 2007-2010, ristampa presso Walter de Gruyter, Berlino 2013). E l’abbiamo fatto non scordando che anche i primi pensatori dell’Occidente hanno alimentato un gioco infinito, caro ai filologi. Umberto Eco, invece, ci scherzava. Nel libro Filosofi in libertà lasciò filastrocche sui Presocratici. Ecco la conclusione: «E i Greci seccati/ da tutti quei vezzi,/ infine adirati/ li fecero a pezzi./ E ciò è confermato/ da prove evidenti:/ ne abbiamo trovato/ soltanto i frammenti...».
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Presocratici
Sentieri di sapienza
attraverso la Ionia e oltre
da Talete a Eraclito
Lorenzo Valla/Mondadori, pagg. 728 (volume 1), € 50