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 2023  dicembre 24 Domenica calendario

Le carte-puzzle di Tullio Pericoli

talo Calvino aveva un’affezione particolare per i disegni di Tullio Pericoli. Gli piaceva pensare che il suo modo di scrivere potesse essere accostato al modo di disegnare del suo amico. Da parte sua, Pericoli ha sempre creduto di dover disegnare come Calvino narrava. Nell’uno e nell’altro caso è in gioco il racconto, il suo tratto leggero, la sua qualità visiva. E grande narratore per immagini è Pericoli. La sua penna è la matita, e anche il pennello. A Calvino ha dedicato vari ritratti. Il più recente si «legge» nel libretto Volti pubblicato per le Edizioni Henry Beyle. Pericoli non smette di confermare la sua vocazione a farsi cartografo dei volti. I suoi ritratti sono carte geografiche e topografiche, attente alla trascrizione dei paesaggi facciali, nei quali si sintetizza un’intera biografia. Non sono specchi su carta o su tela. Sono piuttosto radiografie di un carattere, di una storia personale, di una inclinazione produttiva, di un’arte. Somigliano al soggetto, a volte, più di quanto fino ad allora non abbia saputo rendersene conto lo stesso interessato. L’equivalenza è, soprattutto, nello sguardo penetrante del disegnatore e nella potente sintesi narrativa di una vita unica nel suo genere. Sia essa quella di Pasolini o di Calvino, di Sciascia e Borges, di De Chirico e Steinberg, di Kafka e Beckett, di Theodor W. Adorno e Umberto Eco, di Woody Allen e Carmelo Bene, di Marx e Freud. Si potrebbe continuare fino a farne il catalogo di un’esposizione.Ma Volti non è un catalogo. E neppure, propriamente, un libro. Forse è una scatola delle meraviglie, o una finzione di galleria d’arte che, dentro il suo delimitato spazio, abbraccia una moltitudine di finestre aperte: dalle quali si affacciano, come epifanie, ritagli di ritratti, particolari di volti, stenografie di spettacoli facciali. L’invenzione artistica fa pensare al volto dell’angelo che, da dentro l’intelaiatura di una finestra, irrompe in un vano nell’Annunciazione di Savinio.
Pericoli propone, nella raccolta, un’antologia dei volti più famosi da lui disegnati. Ma non li riproduce integralmente. Seleziona una serie di dettagli tra i più significativi: quelli che hanno caratterizzato e reso riconoscibili, e familiari anche al grosso pubblico dei giornali e delle riviste, i personaggi dei suoi ritratti. E invita gli «spettatori» del suo teatro grafico a leggere e ricostruire, a partire dalla minuzia esposta, l’immagine intera. Il procedimento è quello ben noto agli storici dell’arte e ai maestri dell’expertise. È nel particolare che si riassume il tutto di un’opera d’arte e si rivela la firma dell’artista. Sfilano così, nel volume, la vegetazione pilifera di Marx, la sua barba soprattutto, oppure i laghi di vetro, con dentro le pupille di Eco che vi galleggiano come ninfee, sospesi sul naso e sulla barba, in una generale circolarità che coinvolge bocca e barba. C’è poi la sovranità dei nasi, dei loro rilievi: un’intera naseide. Varia è la tipologia dei tagli della bocca. Non manca una carrellata sugli occhi (inconfondibili quelli aquilini di Beckett, quelli chiusi di Borges, quelli tellurici della Yourcenar). Ci sono profili, fra i quali spicca quello dolcemente perverso di Oscar Wilde.
Volti è un libro d’arte che coinvolge attivamente il lettore, chiamato a percorrerlo liberamente: ora seguendo la squisita fabulazione della sequenza visiva, ora inventandone una sua, magari fondata sull’errore creativo che scompiglia le carte, confonde le attribuzioni, costruisce un’altra storia, per poi tornare indietro e rifare il percorso con diverso passo e rinnovato spirito narrativo.
Il libro non ha un apparato critico. Manca, volutamente, di una introduzione. Ha però una brevissima nota editoriale, non firmata, che è una vera e propria guida all’uso dell’ingegnoso gioco. Va letta per intero: «Questo libro è un invito a riconoscere un volto da pochi segni che si intrecciano e si combinano su un foglio di carta. Sono scrittori, registi, pittori, noti e amati: troverete i loro nomi sollevando l’immagine applicata a mano. Trenta cartoline accompagnano il volume, rivelano nella loro interezza gli autori; si può avviare così un gioco dalle diverse varianti; stabilire confronti tra dettagli e ritratti, fissare somiglianze inesistenti o immotivate, dare a Franz Kafka il naso di Dino Buzzati. Oppure con sapienza attribuire a ognuno il suo veridico particolare, la sua reale identità, risultando così maestri d’arte combinatoria».
Il gioco potrà essere solitario o di società. Nel secondo caso darebbe luogo a una competizione. E a un romanzo della decifrazione iperipotetica.
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Tullio Pericoli
Volti
Edizioni Henry Beyle,
pagg. 148 (è annesso
al volume un mazzo
di carte illustrate), € 65