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 2023  dicembre 24 Domenica calendario

Si allunga la vita di cani e gatti un miliardo di spese veterinarie


Anche loro sono sempre più anziani, hanno tanti acciacchi e magari sono sopravvissuti a malattie importanti. I cani italiani invecchiano, proprio come gli umani. Succede prima di tutto grazie all’innovazione tecnologica nel campo della sanità, in particolare nei settori della diagnostica e delle cure, ma hanno un peso anche il miglioramento dell’alimentazione e della prevenzione. E con l’avanzare dell’età, esattamente come avviene per i loro padroni, cresce anche il bisogno di assistenza, che è sempre privata, con costi stabiliti dal libero mercato.
Secondo la Ragioneria dello Stato nel 2022 è stata superata la soglia simbolica di un miliardo di euro per la spesa veterinaria destinata ad animali da compagnia, cioè per i farmaci e le cliniche veterinarie. L’esborso è stato infatti di un miliardo e 22 milioni, il 6,5% in più rispetto all’anno precedente. Se si osserva un lasso temporale più ampio, cioè sei anni, l’incremento è stato molto importante del 60%. Nel 2016 si spendevano 642 milioni di euro.
I dati del Mef sono ottenuti studiando l’utilizzo della tessera sanitaria, quindi sono pure sottostimati, perché non tutti i cittadini la mostrano quando fanno gli acquisti. E se ci si sposta sul cibo, i numeri sono ancora più alti. Secondo lo studio di Assalco, l’Associazione nazionale imprese per l’alimentazione e la cura degli animali da compagnia, l’anno scorso solo per cani e gatti, 20 milioni di esemplari su 65 milioni di animali da compagnia, sono stati spesi 2 miliardi e 760 milioni di euro, per 673.449 tonnellate di alimenti. L’aumento dei consumi è più contenuto, equivale a circa l’1% ma osservando l’andamento tra il 2019 e il 2022 si vede una crescita del 9%.
Enrico Loretti è il presidente dell’Ordine dei veterinari di Firenze e a capo del settore della Asl, che comprende anche le province di Prato e Pistoia. «In Toscana sono 800 mila i cani registrati all’anagrafe. Nella nostra Asl sono 200 mila e l’età media ormai supera i dieci anni – spiega —La sopravvivenza arriva a 15 e ci sono stati dei casi in cui abbiamo chiamato i proprietari ritenendo che non avessero cancellato i loro animali, perché ci risultava avessero 25 anni. E invece erano ancora vivi».
Loretti spiega che i cani oggi vivono di più: «La vita media è aumentata di 3-4 anni. Tra l’altro da noi vediamo più meticci di un tempo, cioè esemplari che di solito vivono più dei cani di razza. Per molti ormai è consolidata la logica dell’adozione». Con l’età arrivano anche i problemi di salute. «C’è stato un salto in avanti enorme dal punto di vista della diagnostica», dice Loretti.
Marco Melosi, presidente dell’Anmvi, l’associazione nazionale medici veterinari, aggiunge che un tempo certi problemi non si vedevano proprio: «Con le tac total body troviamo tumori e metastasi, con le risonanze problemi del sistema nervoso centrale. Possiamo operare, mettere i pacemaker». E così, spiegano i veterinari, se una volta quando si diagnosticava un tumore si suggeriva di sopprimere l’animale, oggi «siamo in grado di capire di che neoplasia si tratti e possiamo o perare e fare terapie, magari con farmaci biologici». Vincenzo Buono, presidente dell’ordine dei veterinari di Bari, spiega che l’aumento dell’aspettativa di vita dei cani va di pari passo con un cambiamento del rapporto con i loro padroni. «E infatti coloro che hanno un cane – dice – non vengono più nemmeno chiamati padroni o proprietari, ma “pet parents”, genitori, perché l’animale è proprio un membro della famiglia. Un tempo mangiavano quello che avanzava, poi i cani sono entrati in cucina, come membri della famiglia, e infine nella camera da letto, dove dormono. Le spese sono in continuo aumento, soprattutto quelle per il cibo e altri articoli. Ci sono piumini che costano 3-400 euro, ad esempio, e nei negozi vanno subito esauriti».
Secondo Buono, comunque, il cambiamento produce più aspetti positivi che negativi. «Sì, ci sono eccessi, spesso gli animali sostituiscono parenti che non ci sono. Ma visto che noi invecchiamo, la presenza di un animale diventa molto positiva. Ci sono anziani che anziché stare chiusi in casa a guardare la tv, portano fuori il cane, poi magari si fermano a parlare con qualcuno, socializzano. E spesso queste persone hanno cagnetti anziani».