Corriere della Sera, 24 dicembre 2023
L’albero di Fiocchi coi bossoli
Per addobbare il suo albero di Natale alle classiche palline colorate, agli angioletti e alle lucine ha preferito bossoli e cartucce. Non esattamente un simbolo del periodo di festa. Ma Pietro Fiocchi, oltre che eurodeputato di Fratelli d’Italia, è cacciatore da 5 generazioni. E per di più la sua famiglia è nota proprio per la fabbrica, rilevata nel remoto 1876 e controllata fino al 2017 con il passaggio del pacchetto di maggioranza ad un fondo, che produce munizioni. Che male c’è, deve aver pensato, se per augurare buone feste agli elettori e soprattutto ai compagni di doppietta scelgo di realizzare cartelloni con un’immagine che richiama la comune passione? Oplà, ecco un bell’abete arricchito con tante cartucce gialle e rosse. Apriti cielo, non appena sono spuntati i manifesti si è scatenato un fuoco incrociato di polemiche (e l’azienda si è dissociata). «Ma i bossoli sono innocui e con quello scatto parlo ai cacciatori» ha cercato di giustificarsi con studiata ingenuità Fiocchi. Che quelle munizioni stridano con il Natale e con un paio di conflitti alle porte di casa non è un problema per il massiccio esponente meloniano sbarcato a Bruxelles nel 2019 con quasi 10 mila preferenze nel carniere. Cinquantanove anni portati con baldanza, laureato in Ingegneria aerospaziale, è approdato agli impegni nell’azienda di famiglia dopo un’esperienza da guardiamarina sulla San Giorgio e aver fatto parte del Battaglione San Marco. Perché Fiocchi vanta più dimestichezza con la polvere da sparo che con l’acqua. Imbracciare il fucile gli regala emozioni indicibili, partecipare a battute di caccia agli ungulati è adrenalina a fiumi. Come quella volta, nel dicembre 2021, che in Bulgaria abbattè un maestoso esemplare di daino. La foto del trofeo pubblicata sui social gli valse già allora una salva di critiche e pure minacce di morte. Come in queste ore, il parlamentare europeo lecchese non comprende le critiche. Lui ama l’attività venatoria, vuole tutelarla perché produce l’1% del Pil. In Europa è componente della commissione Ambiente e, tra regolamentazioni di acque reflue e di imballaggi, lavora perché non venga eliminato il piombo dalle cartucce. E se qualcuno lo contesta, come le associazioni ambientaliste, risponde con schiettezza. In un’intervista a Caccia e dintorni nel settembre scorso, per esempio, gli è scappato un «non me ne frega un...» non esattamente elegante. Di norma, però, la sua natura ruspante non tracima. E anzi, quando non imbraccia un fucile, può perfino capitare che si appisoli durante un’audizione se l’argomento di cui si deve occupare non è scoppiettante (vedi filmato su Youtube).