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 2023  dicembre 21 Giovedì calendario

I segreti del giardiniere di Hermes


FERRET – Esce fumo dal comignolo dellamaison dalle cento finestre. Si fatica a definirla chalet, d’altro canto era un albergo in quota. Il miliardario Nicolas Puech, 80 anni, erede di quinta generazione di Thierry Hermès, il fondatore della fabbrica parigina del lusso, ha comprato l’immobile, lo ha fatto ripristinare nel giallo ocra originale e quindi lo ha consegnato all’uomo che ha accompagnato i suoi ultimi vent’anni. Parliamo del giardiniere, 51 anni, origini marocchine, una moglie spagnola, due figli. Qui, in quota, lo chiamano, a sua volta, «il figlio di Nicolas». Nicolas, il settimo uomo più ricco di Francia con un patrimonio stimato in 10,4 miliardi di euro (ed è stato, per dire, il 35° più ricco al mondo). Il nome del giardiniere deve restare segreto, tuttavia: la Svizzera non ama far conoscere le questioni ereditarie che la riguardano, tanto più se un atto economico e giuridico ha aperto un feroce conflitto.È la più bella dimora tra le diciotto che costituiscono l’intera Ferret, l’ultimo villaggio dell’omonima valle nel Canton Vallese, Svizzera francese appena di là del confine con l’Italia. Il Massiccio del San Bernardo separa la Val Ferret dalla Valle d’Aosta e con il sole calante le sue vette fanno udire suoni di valanghe. Monsieur Puech è venuto quassù, a 1.705 metri sul livello del mare, nelle due stagioni di Covid. Voleva ripararsi dal contagio e ha trascorso le giornate più calde carezzando cavalli bianchi e spostandosi, giù a La Fouly, a bordo di una Bugatti. Dentro l’ex albergo, scale in legno strette, candelabri poggiati su tavoli d’epoca, il giardiniere e la moglie l’hanno assistito in tutti i suoi bisogni di ottuagenario. È cresciuto così un sentimento di vicinanza che aveva già vent’anni di consuetudini: monsieur Hermès aveva infatti conosciuto il futuro tuttofare a Siviglia, quando lui aveva trent’anni.Nelle ultime stagioni Nicolas si è gradualmente allontanato dal fratello maggiore Bernard e dai 52 discendenti Hermès in vita, e avvicinato alla nuova famiglia. Ha intestato al “figlio marocchino” una casa a Montreux, sul Lago di Ginevra: 4 milioni di euro. E donato un fabbricato a Marrakesh di ampie dimensioni, visto il valore: un milione e mezzo di euro.«Monsieur Puech non c’è», assicurano adesso i vicini del villaggio, residenti anziani che usano i sentieri innevati per brevi camminate, padri con prole saliti da Martigny per provare i passaggi delle piste di fondo. Il fumo del comignolo era un falsosegnale: in casa non c’è nessuno. La luce elettrica è staccata, il bob parcheggiato nel vano legna, il piccolo spalaneve fermo e imbiancato.«Spesso vediamo il miliardario e il marocchino insieme in paese», racconta un italiano migrato qui da Aosta, lui vive in camper nel parcheggio di La Fouly. Spiega: «Il tuttofare viene a fare la spesa al supermercato, a volte insieme alla moglie. Ha anche pranzato in questa locanda, Auberge des glaciers. Quando è insieme al signor Nicolas sembra di vedere un figlio con il padre, e viceversa. Si capisce che tra i due c’è un affetto, una reciproca protezione». E una riconoscenza, che il più forte azionista di Hermès – ha il 5,7 per cento della proprietà, sono sei milioni di azioni – ha trasformato in una richiesta di adozione: contro ogni possibile contestazione, ha voluto rendere più forte il testamento in vita.Nicolas Puech non ha figli naturali né eredi diretti, è entrato nel ramo Hermès attraverso la madre Yvonne (sei figli). In età matura, sempre più spesso, ha tolto la cravatta e si è liberato di incombenze dirigenziali. Nel 2011 ha respinto il progetto della holding di famiglia H51, aiutando così la scalata di Bernard Arnault al gruppo. Nel 2014 ha abbandonato ogni incarico e ampliato gli spazi privati. Ha preso la residenza nella vicina Martigny, città della Fondazione Pierre Gianadda, e lì curato la vena da collezionista d’arte. Ha iniziato a finanziare un’associazione per le cure palliative e quindi fondato Isocrate, think tank contro le fake news.Un moderno mecenate sempre più bisognoso di eremi lontani e persone vicine.È stata proprio la Fondazione Isocrate, informata delle novità ereditarie con una nota scritta a mano, a opporsi, subito e con aggressività, alle scelte di Puech: in un primo tempo il patrimonio dell’uomo era destinato all’istituzione di Ginevra. «L’annullamento improvviso e unilaterale di un patto successorio è da ritenersi nullo e infondato», ha detto il segretario generale della Ong, Nicolas Borsinger. L’adozione del marocchino, tra l’altro, sta sconvolgendo anche gli assetti Hermès. E se i fratelli non si sono formalmente opposti, una persona molto vicina allo stesso Nicolas ha firmato una segnalazione all’Autorità di protezione dei bambini e degli adulti del Canton Vallese. «Voglio aiutare un uomo verso cui nutro affetto», ha premesso. Poi ha affondato: «Succede spesso che l’età avanzata e la solitudine possano portare un individuo infragilito a liberarsi dei suoi beni. Cosa che Nicolas non avrebbe mai fatto, in possesso delle sue facoltà». Circonvenzione di incapace, è l’accusa. Da parte dell’aiutante marocchino. Per rendere più chiaro il concetto, l’esposto ha citato i casi di Alain Delon, vittima della badante giapponese, e di Liliane Bettencourt, erede L’Oreal, nel frattempo defunta.Per la Fondazione Isocrate, è chiaro, «Nicolas e il suo tuttofare sono amanti». L’erede Hermès è stato plagiato. In verità, appare in possesso delle sua facoltà. Già, la battaglia potrebbe durare anni. Nicolas Puech- Hermès si è affidato a un avvocato di Sion: non vuole fermarsi. Ha trovato una nuova famiglia e intende renderla felice.