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 2023  dicembre 21 Giovedì calendario

Biografia di Laura Martinozzi


"Da buon cortigiano, Monsieur chiedeva informazioni a Sua Eminenza circa la salute delle sue nipoti... certamente erano cresciute in bellezza e grazia, come promettevano di fare l’ultima volta in cui le aveva incontrate. «Monsignore – replicò il cardinale – le damigelle Mazzarino devono ancora terminare la loro educazione, hanno dei doveri da compiere, una posizione da apprendere. Il soggiorno in una corte giovane e brillante le dissipa un po’... Ho comunque l’intenzione di farle sposare, e nella maniera più brillante che mi sarà possibile». «I buoni partiti non mancheranno, signor Cardinale» replicò Monsieur, con la bonomia di un mercante che si congratula con un altro”.
Questo dialogo immaginario, che esce dalla penna di Alexandre Dumas ne Il Visconte di Bragelonne, si svolge fra Giulio Mazzarino, primo ministro di Francia, e Monsieur Gaston di Borbone, zio del giovane Luigi XIV.
GLI INNAMORATI
All’epoca – la seconda metà del Seicento – il futuro re Sole è innamorato di una delle nipoti del cardinale suo padrino, ovvero Maria Mancini: questi, però, spezzerà l’idillio, perché Luigi deve sposare la figlia del re di Spagna. Maria verrà spedita a Roma e data in moglie all’erede del casato Colonna. Ma fra le Mazarinettes – così, con ironia, vengono soprannominate alla corte di Francia le sette nipoti di Sua Eminenza – non ci sarà solo lei, a passare alla storia e all’aneddotica.
Le due sorelle di Giulio Mazzarino, Laura Margherita sposa di Geronimo Martinozzi e Geronima moglie di Michele Mancini, sono infatti giunte a Parigi fra il 1647 e il 1653 con una numerosa prole. E proprio le brillanti ragazze, educate come filles de France (figlie di re), fanno furore; destando curiosità, pettegolezzi e invidie.
LE “MAZARINETTES"
Si chiamano Laura Martinozzi, nata nel 1635; Laura Mancini, del 1636; Anna Maria Martinozzi, giunta al mondo nel 1637; Olimpia Mancini, nata nel 1638; Maria Mancini, del 1639; Ortensia Mancini, nata nel 1646; Maria Anna Mancini, del 1649. A tutte il cardinale troverà nobilissimi e facoltosi mariti.
E per vincere la resistenza dell’aristocrazia, che aveva fatto qualche smorfia all’idea di mescolare il proprio sangue con le Mazarinettes, elargirà alle nipoti doti da favola.
La prima a convolare è Laura, che aveva trascorso l’infanzia a Roma con la madre e gli altri, a palazzo Mazzarino presso Monte Cavallo. Si era quindi spostata con la tribù a Parigi, per godere delle fortune dello zio cardinale, uno dei più straordinari primi ministri che la Francia abbia avuto. Nonostante i suoi meriti, Mazzarino non è amato oltralpe: viene chiamato l’italien, “l’italiano”, quando non è additato quale “facchino siciliano” (basti leggere il memorialista cardinale Retz, ma anche Dumas e Morand).
LE MALIGNITÀ
In tante malignità non c’è molto di vero: nato a Pescina negli Abruzzi, figlio di due nobili senza soldi (il padre era intendente dei Colonna), Giulio Mazzarino si era affermato per il suo talento ed era stato apprezzato dal cardinale Richelieu, che lo aveva proposto al re quale suo successore. Ha salvato la corona durante gli anni della Fronda, è stato costretto all’esilio e poi è tornato al vertice.
Certo, approfittando della sua posizione, si è prodigiosamente arricchito ammassando denaro, quadri, palazzi, gioielli, statue e molto altro, ma i costumi dell’epoca erano diversi dai nostri.Laura Martinozzi va dunque a nozze per procura, nel maggio 1655, con l’erede del ducato di Modena e Reggio Alfonso, figlio di Francesco I d’Este e di Maria Farnese.
La grande dinastia estense, impostasi nel Medioevo, ha regnato per secoli su quelle terre e in particolare su Ferrara, la capitale che è stata costretta ad abbandonare nel 1598 con la cosiddetta “devoluzione”, imposta dal papa.
La capitale, a quel punto, è divenuta Modena, abbellita con palazzi magnifici e collezioni da capogiro. Nel 1658, alla morte del padre, Alfonso IV sale al trono e sua moglie è dunque la duchessa consorte. Dalle nozze nasce prima Maria Beatrice, che sposerà Giacomo II d’Inghilterra e ascenderà al trono inglese, quindi Francesco. Fra il 1661 e il 1662, però, muoiono sia Mazzarino sia il duca Alfonso IV d’Este, per cui la giovane Laura deve prendere in mano le redini dello Stato e la reggenza in nome del figlio bambino.
Dopo iniziali traversie, si dimostrerà all’altezza delle donne politiche di cui il territorio è stato prodigo, da Matilde di Canossa a Isabella e Beatrice d’Este. Si circonderà di ottimi – e durissimi (ma anche lei non scherza) – uomini di Stato, risanerà il bilancio, stroncherà la delinquenza, sarà una committente di arte, soprattutto religiosa, si occuperà dei poveri, degli ammalati, delle donne.
IL DESIDERIO
Figura non esente da contraddizioni e pregiudizi, detta “la Duchessa padrona” e Dux Mutinae, o “il miglior duca di Modena”, sarà obbligata a lasciare il potere al figlio Francesco II nel 1673, tornerà quindi a Roma, viaggerà per l’Europa e scomparirà nel luglio 1687. Verrà sepolta a Modena, secondo il suo desiderio. Con qualche enfasi, Lodovico Muratori l’aveva chiamata “donna virile, in cui grande era il senno, maggiore la pietà”.