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 2023  dicembre 20 Mercoledì calendario

La caccia al tesoro dei 40enni rampanti

Hanno quarant’anni, le idee chiare e una gran voglia di vincere. Di prendersi la scena, per dare uno scossone anche generazionale, superando i maestri, come è naturale e giusto che sia. Rappresentano, ognuno con le proprie peculiarità, tattiche e caratteriali, la nouvelle vague delle panchine europee. Parlare di rivoluzione è eccessivo, anche perché siamo solo a metà stagione e la strada è ancora lunghissima, ma una cosa è certa: Simone Inzaghi, Mikel Arteta, Xabi Alonso e Miguel Ángel Sánchez Muñoz detto Michel sono oggi i volti-copertina del nuovo corso. In testa ai rispettivi campionati con Inter, Arsenal, Bayer Leverkusen e Girona, non sembrano avere alcuna intenzione di fermarsi. Anche perché sanno bene che per lasciare davvero il segno serve solo e soltanto vincere. E nessuno di loro, fin qui, ha mai vinto un campionato.
In serie A, la corsa dei nerazzurri sembra irresistibile. Solo il «vecchio» Max Allegri riesce a tenere il passo: un suggestivo duello fra filosofie calcistiche. Lo scenario che si profila è quello di una corsa a due, ma la sensazione è che i nerazzurri abbiano qualcosa in più. E gran parte del merito, in questo senso, è proprio del Demone di Piacenza, che, esattamente come la sua squadra in questi anni, è cresciuto moltissimo. Lo scudetto perso a favore del Milan nel 2021/22 inizia a essere un lontano ricordo. «Mancano 22 partite – ha sorriso dopo la netta vittoria sulla Lazio —. Bisogna lavorare nella stessa direzione, i giocatori mi danno sempre garanzie». Vero. Ma oggi anche lui è una garanzia: miglior attacco, miglior difesa, ma anche l’abilità tutta sua di azzeccare sistematicamente il piano partita. Inzaghi oggi è un valore aggiunto dell’Inter. Al pari di Lautaro, Thuram, Calhanoglu.
Non sfuggirà che anche lui però rappresenta un’eccezione nel poker della nouvelle vague: gli altri tre sono spagnoli. E se aggiungiamo che il campione d’Europa è Pep Guardiola, risulta evidente quale sia la scuola di riferimento in questo 2023. In Premier, dove fra i quarantenni rampanti c’è ovviamente il nostro De Zerbi col Brighton, l’uomo del momento è Mikel Arteta. Il suo percorso quinquennale con i Gunners è uno spot per la programmazione: due ottavi posti, un quinto, un secondo. Il suo calcio trae ispirazione da quello di Guardiola ed è riassunto in una frase manifesto: «Non voglio giocatori che si nascondono».
La sorpresa
Il Girona in testa alla Liga è la sorpresa più clamorosa, il Bayer
non ha ancora perso
Come Arteta, anche Xabi Alonso è stato un centrocampista dalla grande visione di gioco. E anche questo, ovviamente, non è un caso. I due sono cresciuti insieme giocando a pallone sulla spiaggia della Concha, a San Sebastian. Oggi Xabi Alonso sta dominando la Bundesliga col suo Bayer Leverkusen, un laboratorio di gioco e risultati, unica squadra imbattuta nei campionati dell’Europa che conta. Idee e carisma: in molti lo considerano l’erede naturale di Carlo Ancelotti. Il suo sogno è vincere Bundes ed Europa League per sfatare il tabù del «Neverkusen» e della sua bacheca semivuota.
Vuotissima è invece quella del Girona, la vera sorpresa del calcio europeo, in vetta al campionato davanti a Real, Barcellona e Atletico. La mente è quella di Pere Guardiola, fratello di Pep, presidente del cda del club che ha sede in una delle roccaforti dell’indipendentismo catalano. La ricetta è tanto semplice quanto efficace: niente spese folli, acquisti mirati e un allenatore funzionale, Michel, che sta sbalordendo tutti con una macchina perfetta da 41 gol in 17 partite. «Stiamo facendo la storia, ma non ci pensiamo» sorride quando gli chiedono il segreto del successo. È lo stile della nouvelle vague: in silenzio, con le idee chiare, dritti alla meta.