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 2023  dicembre 20 Mercoledì calendario

Intervista a Francesco Bagnaia

Valentino Rossi, Marc Marquez e Francesco Bagnaia: sono gli unici 3 piloti al mondo a essere riusciti a difendere il titolo in MotoGp. «Mi mancano ancora un po’ di Mondiali per arrivare al loro livello, ma vincerne due di fila è stato fantastico, ti porta a un livello superiore, e non devo fermarmi qui. Devo continuare a crederci e provare a fare sempre meglio», a Pecco si illuminano gli occhi ripensando a quello che è riuscito a (ri)fare sulla sua Ducati quest’anno.Dicono che ripetersi sia più difficile, cosa si prova a riuscirci?«Questa volta, secondo me, sono ancora più felice di quanto lo fossi lo scorso anno, anche se ora mi sento solo molto solo stanco (ride)».Per due volte ha vinto il titolo all’ultima gara: allora è vero che le piace complicarsi la vita come dice il direttore generale di Ducati Corse Gigi Dall’Igna?«Non mi piace che debba andare a finire sempre così, ma succede da due anni. Trovarti in basso ti aiuta a dare ancora di più il massimo, non è qualcosa che cerco, ma è accaduto anche quest’anno e posso dire che sono i momenti in cui impari di più».Prima di lei nessuno voleva più il numero 1 sulla carena, si è pentito di sceglierlo?«Mai, penso che quel numero dovrebbe essere obbligatorio per i piloti che vincono in MotoGp perché è per pochi. È anche vero che dà molta responsabilità, la senti, perché poi bisogna sempre dimostrare di essere il numero 1».La sua stagione si può dividere tra prima e dopo il terribile incidente a Barcellona, perché non ha mai voluto parlare di quel momento?«Perché la gente avrebbe potuto pensare che stessi provando a trovare delle scuse, quindi ho preferito lasciare correre, non dire niente a nessuno e farmi gli affari miei. Alla fine è andata bene così, quindi non c’è bisogno di approfondire ulteriormente l’argomento, ma posso assicurare che non è stato un periodo facile per me».Quanto l’ha cambiata quell’incidente?«È stato un momento complicato sotto tutti i punti di vista, anche a casa. In realtà non ci ho pensato troppo, è successo tutto in un attimo. Più che altro ci ho messo molto a tornare lo stesso di prima dal punto di vista sportivo, parlo della velocità in pista. Sotto quello umano, invece, mi è servito poco per tornare alla normalità».Dice sempre che la sua forza sono i suoi affetti, è stato così anche in quel momento?«Sono molto fortunato perché ho un gruppo di persone che mi vogliono molto bene: i miei amici, la mia famiglia, la mia fidanzata Domizia, tutti quelli che lavorano con me. Sono persone genuine e fantastiche, quindi sotto da quel punto di vista non ho avuto problemi».Lei e Jannik Sinner siete stati le punte di diamante dello sport italiano nel 2023, se la sentirebbe di sfidarlo sotto rete?«Prenderei delle grandissime botte da lui, ma mi piacerebbe molto. Penso che Jannik sia un grandissimo stimolo, un riferimento sotto tanti punti di vista, mi piace come persona».Lo porterebbe anche sulla sua Ducati?«Certamente. Dall’Igna potrebbe prenderlo come pilota in Ducati, il problema è che con la sua altezza non sono sicuro che stia sulla nostra moto (ride)».Entrambi avete dimostrato che si possono affrontare gli avversari senza vederli come nemici.«Non capisco perché non parlarsi quando stai lottando per lo stesso obiettivo con ragazzi che hanno la tua stessa età. Penso che il rispetto sia alla base di tutto, poi in pista vuoi vincere e la cattiveria agonistica viene da sola, è una cosa naturale».Aveva promesso alla sua fidanzata Domizia Castagnini che nell’inverno l’avrebbe aiutata con i preparativi del matrimonio programmato per luglio, è pronto?«Quello non è un qualcosa che mi toglie energia, anzi mi piace. Diciamo che riuscire a staccare la testa da tutto mi aiuterebbe un po’ e c’è sempre poco tempo per farlo. Ora ho voglia di andare in vacanza, dopo Natale io e Domizia partiremo per il Messico, dove ci rilasseremo da soli. Non vedo l’ora».Non è già concentrato sulla sfida con Marc Marquez sulla Ducati del prossimo anno?«Per quello c’è tempo, vedremo come andrà. Per ora non ho voglia di pensarci».Se il ricordo più brutto di quest’anno è legato a Barcellona, qual è il più bello?«L’incidente è l’episodio peggiore, ma è stato anche una grande lezione, quindi lo metto fra i momenti importanti. Il più bello è stato tornare alla vittoria a Mandalika, in Indonesia, dopo un periodo difficile, partendo 13°. Il picco massimo di felicità però, a parte la vittoria del titolo a Valencia, l’ho raggiunto al Mugello e in Austria, sono stati due fine settimana speciali».Ha un regalo per la sua generazione in queste feste?«Spero che i ragazzi della mia età possano trovare motivazione e spinta in quello che sto ottenendo con Ducati. Mi piacerebbe fosse di buon auspicio per loro»