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 2023  dicembre 20 Mercoledì calendario

Arriva il prequel della Casa di carta

Per i milioni di fan de La casa di carta in tutto il mondo occorre mettere subito in chiaro una cosa. Berlino, la serie prequel e spinoff della saga dei rapinatori della Zecca spagnola, che sarà dal 29 dicembre su Netflix è tutt’altra cosa.
Quanto la prima era claustrofobica, ansiogena, drammatica, a tratti anche violenta, quanto questa invece va nella direzione della commedia romantica, girata in una Francia da cartolina, con al centro sì un colpo ma tutto intorno ci sono storie d’amore e di colpi di fulmine.
“Siamo in un altro mondo, è un racconto con un tono differente – spiega a Roma Pedro Alonso che con Berlino convive ormai da più di sei anni – è come se fossimo in un metaverso alternativo, un’altra galassia, un tempo quantico diverso. Dovevamo strutturare Berlino senza stravolgerlo ma consapevoli che la chiave stilistica era diversa; come attore è stato molto stimolante ma sapevo che poteva essere anche la morte”.
 
Classe 1971, galiziano, scuola d’arte drammatica di Madrid, specializzato in teatro e danza, ha fatto parte di diverse compagnie teatrali tra cui la catalana Fura dels Baus, Pedro González Alonso è un pittore quotato con il nome d’arte Pedro O’Choro, per vent’anni ha lavorato nella fiction spagnola (Grand hotel si è visto anche in Italia) prima dell’exploit con la serie Netflix.
“Sono in un momento propizio della vita – racconta ora che ha superato i cinquant’anni – ho vissuto momenti duri durante la gavetta, ora sono alla fine della tournée in questa città meravigliosa che è Roma, dopo aver girato in una delle città più belle e care, Parigi, in luoghi lussuosi, otto capitoli in nove mesi. Una grande esperienza. Sono anche riuscito a realizzare una miniserie documentaria su un tema che mi sta molto a cuore, quello dei rituali delle comunità indigene messicane che frequento da un po’ di anni. Posso dire di essere grato”.
L’incontro con Berlino gli ha cambiato la vita. E pensare che dopo le prime due stagioni (prima che Netflix ereditasse il progetto, nato per la tv spagnola) Andrés de Fonollosa, fratello del Professore, era morto e il suo percorso poteva terminare lì. L’amore del pubblico lo ha riportato in vita con i flashback tanto da fargli avere una serie tutta sua.
“Berlino è un sociopatico egoista, un impresentabile, però ha un senso della famiglia e del gruppo – racconta Alonso – Quando ho iniziato a interpretarlo era oscuro, pericoloso, torbido e malato. Dopo la sua morte tutto quello che è successo mi ha portato verso un personaggio più giovane, più leggero. Mai avrei immaginato un destino così, ho dovuto trovare un nuovo legame col personaggio. Berlino in questi anni è cresciuto tanto”.
E se gli chiediamo se dopo le foto al Colosseo immagina un colpo da girare a Roma nel futuro, sorride. “Potremmo immaginare un Berlino cantante, mi fa paura questo elemento mediterraneo, impudico, drammatico e ludico che si sintonizza molto con il dna del personaggio. Potremmo immaginarlo come un ladro in fuga che canta sul traghetto verso la Sicilia”.
Con lui ora c’è una nuova banda assoldata da Berlino per rubare gioielli dal valore inestimabile nella più sicura casa d’aste di Parigi. Michelle Jenner interpreta Keila, un genio dell’ingegneria elettronica; Tristán Ulloa veste i panni di Damián, un professore filantropo e il consigliere di Berlino; Begoña Vargas è Cameron, un kamikaze che vive sempre al limite; Julio Peña Fernández dà vita al ruolo di Roi, il fedele seguace di Berlino; e Joel Sánchez interpreta Bruce, l’instancabile uomo d’azione della banda. Due grandi ritorni dalla serie madre: Itziar Ituño e Najwa Nimri che tornano nuovamente a vestire i panni delle poliziotte Raquel Murillo e Alicia Sierra.
Alonso sa che il confronto con il successo globale è inevitabile. Che La casa di carta non è stato solo una serie andata molto bene, ma un vero fenomeno sociale con tanto di tuta rossa e maschera di Dalì diventati simboli universali nelle manifestazioni politiche come alle feste di Halloween.
“Questo spinoff è un’arma a doppio taglio, ti può portare in alto o seppellire. Io ho cercato di tenere una distanza salutare dal fenomeno, il successo mi ha fatto conoscere tanta gente, viaggiare, dare possibilità ma sul lavoro ho cercato di non pensarci. Le aspettative sono alte perché questa serie sia l’eredità de La casa di carta ma il fatto che i creatori abbiano rivoluzionato la serie e fatto qualcosa di nuovo è secondo me il modo migliore per continuare. Quello che succede d’ora in poi cerco di non pensarci e quando ci penso lo espello dalla mia testa”.