il Fatto Quotidiano, 19 dicembre 2023
Dopo il pandoro e le uova di Pasqua. Altri guai per Ferragni
E alla fine, dopo la multa da 1 milione di euro dell’Antitrust per pubblicità ingannevole, Chiara Ferragni si è scusata. Lo ha fatto sulla sua pagina Instagram, come sempre, evitando qualunque domanda e confronto, così da dare la sua versione dei fatti e portare avanti la narrazione che preferisce.
Nello specifico, si è presentata con volto scavato dalla sofferenza, trucco leggero, capelli tirati all’indietro e una specie di camicione effetto pigiama per dare l’idea che faccia fatica anche ad alzarsi dal letto. Intendiamoci, che non stia trascorrendo le sue giornate migliori non è difficile crederlo, abituata com’è a essere celebrata ovunque, ma anche in queste scuse ci sono parecchie cose che non funzionano. Mi risulta difficile credere che un’operazione commerciale fosse spacciata per beneficenza per “un errore di comunicazione” e perché “non ho vigilato abbastanza”.
Ci sono infatti due operazioni precedenti molto simili sia nel 2021 che nel 2022, per cui la distrazione era recidiva. Nel febbraio 2021 e nel febbraio 2022 infatti Chiara Ferragni presenta le sue uova di Pasqua in collaborazione con Dolci Preziosi. Sulla pagina del suo sito Blonde Salad si legge: “Le uova di Pasqua Chiara Ferragni x Dolci Preziosi sosterranno il progetto benefico ‘I Bambini delle Fate’”, l’associazione fondata da Franco Antonello, papà di Andrea, il ragazzo con autismo spesso in tv. Numerose testate riprendono la notizia: “Le uova di Pasqua Chiara Ferragni x Dolci Preziosi sosterranno il progetto benefico ‘I Bambini delle Fate’” (Dissapore), “Il ricavato delle uova di Pasqua servirà a sostenere tramite raccolta fondi l’associazione I bambini delle Fate” (Elle), “Nei supermercati e online i proventi aiutano le famiglie con autismo e altre disabilità” (Vanity Fair), “L’imprenditrice digitale firma il suo uovo e devolve il ricavato a favore dell’associazione ‘I bambini delle Fate’” (Sky tg 24), “I proventi delle uova vendute andranno a ‘I bambini delle fate’” (Leggo). Il Corriere della Sera titolava: “Chiara lancia il suo primo uovo solidale”, e poi: “I proventi verranno devoluti alla fondazione di Franco e Andrea Antonello”. L’uovo nel 2021 e nel 2022 sarà sold out in tutti i supermercati, forse anche grazie al solito equivoco. C’erano infatti post di Ferragni come: “Ci tengo molto a questo progetto perché sostiene ‘I bambini delle fate’” o “Anche quest’anno Chiara Ferragni e Dolci Preziosi sostengono ‘I Bambini delle Fate’ con delle nuove uova”. Noto anche che nei post c’è il solito hashtag #adv.
Lo schema sembra identico a quello dei pandori per cui è stata multata: lei si fa pagare come testimonial, dalla sua comunicazione si deduce che la beneficenza sia legata alla vendita dei dolci, le testate e i consumatori capiscono questo, nessuno chiede rettifica per titoli come “Il ricavato andrà all’associazione” e il gioco è fatto. Telefono dunque a Franco Cannillo, l’imprenditore che ha acquisito Dolci Preziosi: “Assolutamente non c’è stata correlazione tra le vendite delle uova e la donazione a ‘I Bambini delle Fate’. Ferragni è stata pagata per aver ceduto la sua immagine. Noi abbiamo fatto una donazione, per lei non era da contratto”. Chiedo quanto è stata pagata. “A memoria 500.000 euro nel 2021 e 700.000 circa nel secondo anno, poi ha chiesto una cifra esorbitante e non abbiamo più chiuso il contratto”. Domando anche perché associare questa donazione all’iniziativa delle uova, visto che sul cartoncino c’è scritto “Sosteniamo ‘I Bambini delle fate”. “È quel che abbiamo fatto, ‘sosteniamo’ non vuol dire che se compri vai a sostenere la beneficenza. Significa che noi abbiamo fatto una donazione e lo comunichiamo. Sensibilizziamo!”. Replico che però l’operazione era ambigua e che i giornali hanno scritto “il ricavato va a ‘I Bambini delle fate”, e Cannillo risponde che non lo ha notato e che quello che ha comunicato autonomamente Ferragni non lo riguarda. Cannillo specifica anche che il prezzo delle uova griffate era quello delle altre prodotte in precedenza e che l’operazione commerciale è stata un grande successo.
Telefono dunque al destinatario delle donazioni, Franco Antonello de “I bambini delle Fate”. “Noi abbiamo stretto un accordo con Dolci Preziosi, loro volevano scrivere che la donazione era legata alle vendite, noi ci siamo rifiutati e abbiamo permesso di usare l’espressione ‘Sosteniamo i Bambini delle fate’”. Chiedo a Franco l’entità della donazione. “Preciso che per l’operazione uova non abbiamo mai avuto contatti con Ferragni, ho provato a contattarla e parlarle, ma non è stato possibile. Ci sono stati donati da Dolci Preziosi un anno 12.000 euro e l’altro 24.000 euro”. Chiedo se è al corrente del fatto che Ferragni ha guadagnato 500 e 700.000 euro nei due anni di accordi per le uova. “Ho accettato perché sembrava figo, c’era il nome di Ferragni, pensavo di fare cose più importanti e invece è finita così. Lei non sa quante aziende si fregiano di fare cose per il sociale, grazie alla parola ‘beneficenza’ creano fatturati più grossi e con due monetine date al sociale hanno la medaglia dei benefattori”. Chiedo se non gli dà fastidio che Ferragni parlasse di “uova per fare del bene”. “Mi stupisce che abbiano dato 700.000 euro per il testimonial e 12.000 euro per il sociale, è una vergogna”.
Mentre scrivo questo articolo e dopo aver telefonato a Dolci Preziosi e a “I bambini della Fate”, Chiara Ferragni sta stranamente cancellando dai suoi social numerosi post con le uova pasquali sia nel 2021 che nel 2022. Quando un anno fa denunciai l’opacità dell’operazione Pandoro Balocco, inibì la possibilità di scrivere la parola “Balocco” nei commenti sotto i suoi post. Non replicò ad alcuna accusa e un mese dopo organizzò una conferenza stampa per annunciare che avrebbe devoluto il cachet di Sanremo a un’associazione, ripulendo così la sua immagine. E finché l’antitrust non l’ha multata, si è guardata bene dal chiedere scusa. Sperava di passarla liscia e di postare il prossimo tour della nuova casa da milionaria in attesa del lancio della “zucca di Halloween griffata Chiara Ferragni” del cui successo commerciale avrebbero beneficiato, ovviamente, i bambini. I suoi.