il Giornale, 19 dicembre 2023
Così un bar puzzolente divenne il cuore rock di New York
Era una sera di metà dicembre di cinquant’anni fa quando Hilly Kristal aprì un modesto bar-club musicale al numero 315 di Bowery Street, nel Lower East Side, uno dei quartieri più sporchi, degradati e malfamati della New York di inizio anni Settanta, molto diversa dalla città glamour che conosciamo adesso. Kristal aveva già gestito un altro locale nella stessa zona, ma da lì era stato cacciato perché i clienti facevano troppo rumore e i vicini si erano lamentati. Il suo obiettivo era di lanciare un posto senza pretese, dove si potesse bere e ascoltare dal vivo musica tradizionale americana: blues, country e bluegrass. Da qui il nome, piuttosto anonimo, di CBGB.
Ma Kristal aveva sbagliato i suoi conti. Nel Lower East Side e lungo la Bowery Street la canzoni del Sud e dei cowboy del MidWest non erano molto popolari, in compenso il quartiere abbondava di alcolizzati, drogati, prostitute, bande di motociclisti e giovani alternativi in arrivo dall’intera Grande Mela, perciò dopo alcune settimane fallimentari decise di virare sul rock. Anzi, sul rock più indipendente e trasgressivo, che proprio in quel periodo cominciava a prendere piede a New York e Londra: il Punk.
La prima band a suonare al CBGB fu un gruppo allora sconosciuto, i Television, e alla prima delle loro tre serate assisterono appena venticinque spettatori. Un flop che non scoraggiò né Kristal né le rock band emergenti newyorchesi, tanto che nel giro di alcune settimane il pubblico cominciò ad accorrere e a pagare un dollaro d’ingresso per entrare nel piccolo club arredato in modo essenziale: un lungo bancone, un corridoio e alla fine il palco in una sala non molto grande. Con un sistema audio, tuttavia, tra i migliori della città. Insomma, in breve tempo andare ad ascoltare musica dal vivo nello squallido bar di uno dei peggiori quartieri di Manhattan diventò alla moda. Ancor di più quando la punk-band di quattro ragazzi del Queens, al di là del fiume, prese l’abitudine di suonare lì una volta alla settimana. I Ramones non erano ancora famosi, ma cominciarono a diventarlo proprio al CBGB.
In un’intervista di molti anni dopo, Dee Dee Ramone ha ricordato la loro prima volta sul palco del locale di Bowery Street, di fronte ad appena una dozzina di spettatori: «Era un posto semi abbandonato, una vera fogna. Poi il locale si riempì di travestiti che erano entrati al CBGB dopo essere stati al Bowery Lane Theater. Furono grandi con noi, supportandoci durante tutto lo show e rendendo la cosa molto cabarettistica. Il pubblico strillava e fischiava ad ogni canzone. Quando salimmo sul palco, io attaccai il basso e diedi un’occhiata intorno. Sul muro lì vicino c’era un enorme poster di Marlene Dietrich. Suonammo per quindici minuti e fu un successo. Cercavamo di suonare le canzoni una attaccata all’altra. Dopo ogni canzone, qualcuno gridava Take it! ed io contavo uno, due, tre, quattro ed attaccavamo subito un altro pezzo».
Di lì a poco, da una decina di spettatori si passò al tutto esaurito e la capienza ufficiale di cento posti venne regolarmente polverizzata ogni sera. Con gravi conseguenze per l’unico servizio igienico, una specie di antro coperto di graffiti e pervaso da odori nauseabondi d’ogni tipo. Ma era l’intero locale ad assomigliare più a una discarica che a un bar. Il regista Alan Parker (autore di Saranno Famosi, Fuga di mezzanotte, Evita, The Wall) scrisse nel booklet del cd Ramones, The best of the Chrysalis Years, uscito nel 2002: «Per quelli che non hanno visitato il CBGB, pensate al bagno di casa vostra ma solo un po’ più grande, coperto di graffiti e con puzza di piscio praticamente ovunque per il fatto che il proprietario, Hilly Kristal, lasciava i suoi cani liberi di scorrazzare nel locale, una cosa che il compianto Joey Ramone trovava spassosa».
Eppure, in quel buco puzzolente, fumoso e pieno di gente marginale si potevano incontrare esponenti di primo piano della musica e della cultura newyorchese, da Andy Warhol a Lou Reed, da David Bowie a Iggy Pop. E con il trascorrere dei mesi siamo ormai a metà del 1974 aumenta anche l’elenco dei gruppi musicali, non solo newyorchesi, che fanno a gara per andare a suonare al CBGB. Oltre ai Ramones, ormai quasi una band di casa, in quella metà degli anni Settanta si alternarono sul palco del localaccio di Bowery Street Patti Smith, i Blondie con la splendida Debora Harry, i Talking Heads, Dead Boys, Mink DeVille, Johnny Thunders and The Heartbreakers, The Dictators, Suicide e tutta la fauna variopinta dell’underground statunitense. Persino i britannici ed eleganti Police, un paio d’anni più tardi, vollero cominciare la loro tournée americana dal club di Hilly Kristal, ormai promosso a guru della musica indy della East Coast.
Il CBGB resistette in salute anche al tramonto del Punk e all’arrivo della New Wave di fine anni Settanta, così come alle nuove tendenze del decennio successivo, in particolare il genere Hardcore Punk che si sviluppò nell’area di New York. Per lanciare nuovi gruppi, Kristal ideò la formula dei Matinée Day, concerti gratuiti o a bassissimo costo in cui dal pomeriggio alla sera si esibivano le band emergenti della scena newyorchese. Un esperimento che si chiuse all’inizio degli anni Novanta per via dei troppi incidenti violenti provocati dai fans dell’Hardcore Punk, per giunta in un quartiere che cominciava a cambiar pelle. Il Lower East Side si stava ripulendo, si andava affermando il fenomeno della gentrificazione e immobiliaristi e speculatori si contendevano a suon di milioni di dollari le vecchie case di mattoni con le scale d’emergenza all’esterno, fino ad allora abitate da poveracci e marginali.
Era la fine di un’epoca, anche se il CBGB andò avanti ancora per una decina d’anni, il tempo di vedere persino Elio e le Storie Tese, nel 1998, esibirsi nel glorioso locale culla del Punk. Poi nel 2006 chiuse i battenti e Hilly Kristal, che sognava di riaprirlo a Las Vegas, morì per un cancro ai polmoni l’anno successivo. Ora al numero 315 di Bowery Street c’è un negozio di abbigliamento maschile molto alla moda.