Corriere della Sera, 19 dicembre 2023
La faida tra i nipoti sull’eredità della figlia di Giuseppe Bottai
L’eredità dei discendenti di Giuseppe Bottai (gerarca e intellettuale, ma anche militare dal piglio anticonformista) potrebbe essere riassegnata dai giudici del Tribunale di Roma. Con una citazione che risale alle scorse settimane Orsola Polimeno, nipote di uno dei protagonisti del Ventennio fascista, ha chiesto l’annullamento «per indegnità» dell’asse ereditario di cui ha beneficiato suo fratello Angelo, giornalista Rai che, stando alle parole di sua sorella, sarebbe risultato beneficiario per la quasi totalità dell’eredità, pari a circa 5 milioni di euro.
Premessa: nel febbraio scorso è morta la novantasettenne Maria Grazia Bottai, affetta da un principio di demenza senile («leucoencefalopatia», recita la diagnosi nei suoi confronti). Sua figlia, ormai lontana dal ménage familiare in quanto ritenuta responsabile di dissidi interni (con suo fratello soprattutto), viene spinta da una lettera anonima a indagare approfonditamente su una serie di prescrizioni farmacologiche. E così ricostruisce il presunto tentativo di approfittare delle precarie capacità cognitive della madre. A quel punto Orsola Polimeno si è rivolta ai carabinieri del Nas e ha scoperto una serie di circostanze preoccupanti che gettano una lunga ombra sulla successione patrimoniale.
Tra il 2013 e il 2019, infatti, sua madre fu sottoposta a una severa terapia di ipnotici, puntualmente elencati oggi nella citazione: «Roipnol, Lexotan, Valpinax», con la prevedibile conseguenza di una sostanziale perdita di lucidità. Quei farmaci somministrati a una persona «che già presentava una significativa compromissione cognitiva» avrebbero inciso definitivamente sulle condizioni di salute della donna. Di conseguenza, a suo dire, le volontà testamentarie di Maria Grazia Bottai sarebbero state inevitabilmente compromesse. Medici diversi, l’uno all’oscuro degli altri, prescrissero quella terapia farmacologica a base di benzodiazepine. E se una denuncia penale è in via di elaborazione, oggi pende la decisione dei giudici civili che dovranno pesare attentamente i fatti elencati nella citazione depositata da Orsola Polimeno, assistita dall’avvocato Carlo Orazi.
La sorella
Per Orsola Polimeno il fratello Angelo avrebbe manipolato la madre dandole ipnotici
Favorito da un testamento elaborato nel pieno dei trattamenti terapeutici, Angelo Polimeno avrebbe ottenuto, fra le altre cose, anche parte della collezione di dipinti di famiglia. Segnano questa storia una tela di Ottone Rosai «Suonatori ambulanti», del valore di circa 45 mila euro, e una «Madonna con bambino», stimata attorno ai 100 mila euro, e un quadro di Scipione («Piazza Navona») da circa 200 mila euro che la donna rivendica come beni di famiglia e dunque da inserire nell’eredità.
I giudici, in altre parole, dovranno occuparsi di queste tele come pure dell’immobile di via Bevagna, 240 metri nel cuore di collina Fleming, zona semiresidenziale e appartata della Roma Nord, assegnato al giornalista Rai dal testamento materno. Ebbene solo quell’appartamento, secondo la sorella, avrebbe un valore «prudenziale di mercato» pari a un milione e 100 mila euro.
A oggi Orsola Polimeno non ha ricevuto neppure un euro di eredità ma i magistrati potrebbero riequilibrare la situazione in suo favore. La citazione conclude, infatti, sollecitando una riduzione delle disposizioni testamentarie di Maria Grazia Bottai fino a «reintegrare» la quota di legittima successione in favore della figlia Orsola e, in simultanea, chiede la condanna di Angelo Polimeno Bottai al pagamento della differenza nei confronti della sorella. Il giornalista Rai dovrà comparire di fronte al Tribunale il prossimo 29 maggio 2024. E a quel punto dovrà decidere se depositare una sua contromemoria. La battaglia in aula è assicurata.