la Repubblica, 19 dicembre 2023
Ancora sui giornalisti intercettati
Qualche giorno fa ho scritto qui un commento di poche righe, sempre le medesime venti: volendo si arriva in fondo anche ad avere soglie di attenzione inferiori alla desolante media.Dicevo, a proposito dell’ipotesi di rendere legali le intercettazioni dei giornalisti, che la differenza fra quel che è sempre accaduto e quel che potrebbe accadere sta appunto in questo. Finora siamo stati intercettati in modo illegale ma plateale, lampante, di assoluta evidenza a chiunque faccia questo mestiere, associazioni di categoria e sindacati compresi. Lo sanno tutti.Centinaia sono state in passato le denunce, io stessa ho contribuito con una decina, sempre finite nel nulla. D’ora in avanti, se passasse la legge, si continuerebbe a farlo ma in modo legale. Gravissimo, come gravissimo è stato sinora agire contro la legge – non so cosa sia peggio. Ho letto che c’è stato chi ha definito “sconcertanti” queste mie righe, additandole all’indignazione della rete.Immagino quindi che lo sconcerto sia diventato sbalordimento quando poche ore dopo l’ex numero due dell’Aise, il celebre funzionario dei Servizi Marco Mancini, intervistato da Paolo Comi ha detto in assoluta scioltezza che le intercettazioni dei giornalisti – sa bene di cosa parla – non sono così efficaci :“Per esempio invece di intercettare un giornalista come Nello Scavo diAvvenire sarebbe il caso che le intelligence imparassero da lui il metodo: essere presenti sul territorio”. Ho incontrato domenica da Fabio Fazio Nello Scavo. Era preoccupato, certo, ma non sorpreso. Qualcuno farà un’interrogazione parlamentare, forse, ci si diceva. Già. Magari lo sconcerto della rete potrebbe per una volta avere un seguito. Attendiamo.