la Repubblica, 17 dicembre 2023
Trattative segrete sui fronti di guerra
A 72 giorni dall’inizio del conflitto fra Hamas e Israele, vi sono almeno tre fronti aperti di guerra in Medio Oriente – a Gaza, in Sud Libano e nel Mar Rosso – e ovunque fervono intense trattative segrete che sovrappongono rischi e opportunità, capaci di ridisegnare l’intera regione.
Addentrarsi in questo labirinto di negoziati significa affacciarsi sulle trasformazioni possibili in una regione dove, la Storia ci insegna, l’imprevedibile spesso si avvera. Il primo e più brutale fronte di conflitto è la Striscia di Gaza dove Israele si propone di distruggere Hamas, responsabile del pogrom del 7 ottobre nel Negev Occidentale, mentre Hamas punta a sopravvivere per continuare a battersi contro l’esistenza dello Stato ebraico. La trattativa fra i due nemici passa attraverso il Qatar, l’Emirato legato a doppio filo con Hamas ma che fu anche – dopo la conferenza di Madrid del 1991 – il primo Paese del Golfo ad aprire a Israele. Il premier qatarino, Mohammed bin Abdulrahman Al Thani, e il capo del Mossad, David Barnea, sono ad Oslo per riprendere la trattativa su liberazione degli ostaggi e cessate il fuoco ma in realtà c’è un terzo tema non dichiarato sul tavolo: trovare un accordo sull’uscita di ciò che resta di Hamas da Gaza per porre fine al conflitto.