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 2023  dicembre 17 Domenica calendario

La parabola dell’ex senatore Verdini Un tutore gestirà il suo conto corrente


 Era il patron di una banca. Ora si ritrova con un tutore giudiziario che potrà contestargli perfino la spesa di un cent. Che parabola, Denis Verdini. Gran visir del berlusconismo, ex parlamentare del Pdl e di FI, oggi “suocero” del vice-premier Matteo Salvini (una delle sue figlie, Francesca, è la compagna del numero uno del Carroccio), per vent’anni presidente del Credito cooperativo fiorentino. Era già caduto in disgrazia da tempo, Verdini, sotto il peso di una prima condanna della Cassazione per il crac dell’istituto toscano: 6 anni e 6 mesi, sentenza di novembre 2020. Due settimane fa, il 28 novembre, altra tegola, altra condanna definitiva: 5 anni e mezzo per la bancarotta della Società Toscana di Edizioni (Ste). Ma a questa misura, in base a un decreto appena firmato dal Tribunale ordinario di Firenze, se n’è aggiunta un’altra, che non era automatica. E che risulterà certamente pesante per un ex potente che negli anni d’oro si faceva notare in Transatlantico anche per certi dettagli, i mocassini di camoscio, l’orologio massiccio al polso, i gemelli d’oro sulle camicie cucite su misura. E invece, ora, Verdini avrà un tutore che dovrà gestire tutte le sue finanze. Beni mobili e immobili. Il conto corrente. Tutto. Interdizione legale.Il decreto è stato firmato il 13 dicembre scorso dal giudice Monica Tarchi, magistrato dell’Ufficio Tutele del tribunale di Firenze. Il tutore ha già giurato. Ed è un nome noto, per gli addetti ai lavori: Jacopo Marzetti, che è stato commissario del Forteto, e che per ironia della sorte – per dire di come certe storie politicamente diversissime alla fine in qualche modo s’intrecciano – è stato nominato nell’aprile scorso commissario di Aid, una delle cooperative riconducibili ai familiari del deputato Aboubakar Soumahoro e al centro di una inchiesta per presunti reati fiscali. Insomma un avvocato tutto sociale e diritti (è stato anche garante dell’Infanzia nel Lazio, quando governatore era Nicola Zingaretti).Per Verdini l’interdizione legale è stata disposta come pena accessoria, che può essere comminata per chi è stato condannato a più di 5 anni per un delitto non colposo. Nei prossimi giorni il tutore Marzetti dovrà prendere le redini del suo patrimonio e fissare il “tetto” di movimentazioni che Verdini potrà gestire liberamente. In sostanza, da quel momento in poi, l’ex senatore, che è già ai domiciliari nella sua casa fiorentina per la prima condanna, quella del 2020, sarà sotto tutela per tutti i movimenti di natura patrimoniale. Che strana sorte, per chi secondo i pm usava il suo istituto di credito come fosse un “bancomat”.