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 2023  dicembre 17 Domenica calendario

In morte di di Tony Negri

Il «cattivo maestro» divide anche da morto. Era forse inevitabile che la scomparsa di Toni Negri riaprisse il dibattito sugli «anni di piombo» e su una stagione della quale, a torto o ragione, è stato indicato come uno degli ispiratori. Ma sono state le parole del ministro della Cultura, Gennaro Sangiuliano, a incanalare da subito le reazioni proprio su quell’espressione cucita addosso al docente padovano e ormai entrata nel vocabolario corrente.
«È stato indubbiamente un cattivo maestro – dice Sangiuliano —, ha predicato la violenza politica, portando tanti giovani verso la strada degli anni di piombo. Poi però dobbiamo distinguere l’intellettuale dall’uomo. L’uomo è stato condannato a 12 anni, l’intellettuale ha scritto e le idee non debbono mai finire sul banco degli imputati».
Il ministro è stato tra i primi a commentare la notizia data dalla moglie, la filosofa Judit Revel, mentre la figlia, la regista e sceneggiatrice Anna, l’ha confermata pubblicando su Instagram una foto assieme al padre. Uno scatto abbastanza recente di Toni Negri con l’ossigeno e lo sfondo dei giardini delle Tuileries a Parigi, dove viveva da anni e dove è morto ieri mattina. Aveva 90 anni. Filosofo e scrittore, il leader di «Autonomia Operaia» è stato una figura di intellettuale complessa e controversa. Ma il dibattito a poche ore dalla morte sembra ruotare quasi esclusivamente attorno a quella sintesi racchiusa nell’espressione «cattivo maestro». Definizione che associata a Toni Negri «è una trovata indecente, una definizione “questurina” che non vuole dire nulla», taglia corto il co-fondatore di Potere Operaio Oreste Scalzone. «Predicava l’insubordinazione di massa contro le malefatte del capitalismo ma più che cattivo maestro, un cliché obsoleto, lo definirei un maestro che ebbe pochi seguaci e quando cercò di creare un’influenza nel movimento studentesco milanese noi prendemmo le distanze», argomenta l’ex leader del Movimento Studentesco Mario Capanna. Mentre per l’ex vice sindaco di Venezia Gianfranco Bettin «definirlo “cattivo maestro” significa vedere solo una parte della sua storia, dimenticando il resto».
Netto Beppe Caccia, ex no global veneto e oggi animatore dell’Ong Mediterranea: «Ha formato intere generazioni di studiosi e di militanti politici. In molti abbiamo avuto la fortuna di averlo tra i nostri “ottimi-cattivi maestri”». Mentre è quasi adorante l’altro ex leader dei no global Luca Casarini: «Resterai per sempre nel mio cuore e nella mia mente, caro Maestro, Padre, Profeta».
Cacciari
Al di là
di tutto rimane
il suo rilievo culturale e intellettuale che spero venga ricordato anche dai suoi nemici
Più articolata la riflessione del filosofo Massimo Cacciari: «Al di là di tutto, di Toni Negri rimane il suo rilievo culturale e intellettuale che spero venga ricordato anche dai suoi nemici». Pochi invece i commenti dal mondo politico e soprattutto da parte dei principali leader di partito. L’unica, laconica, riflessione è quella che l’ex presidente della Camera Pier Ferdinando Casini affida a «X»: «È morto Toni Negri. Pace a lui. Ma la sua storia in Parlamento non fu una bella pagina».
Negri è stato tra gli intellettuali più apprezzati dalla sinistra francese, tanto che nel 2005 il settimanale Le Nouvel Observateur gli dedicò anche una copertina definendolo «Il nuovo Karl Marx». Ieri la notizia ha avuto una vasta eco sui media francesi. Libération, quotidiano della gauche, lo saluta come «uno dei maîtres à penser dell’estrema sinistra italiana e una figura del pensiero rivoluzionario, un brillante professore, che ha tradotto gli scritti di filosofia del diritto di Hegel, specializzato nel formalismo giuridico, e di Cartesio, Kant e Dilthey».