Corriere della Sera, 16 dicembre 2023
Un uomo felice col nulla che ha
Dopo Cannes, tutti a dire che Wim Wenders con Perfect Days (dal 4 gennaio nelle sale per Lucky Red) ha ritrovato vigore e poesia. Col suo attore, Koji Yakusho, premiato al festival, parlava col linguaggio del corpo: «A Tokyo lui è un eroe». Il Giappone candida all’Oscar il film di un tedesco: «Mi rendo conto che è inusuale, sono orgoglioso e sento la responsabilità. È la storia di Mr Nobody, un signor nessuno invisibile alla gente, addetto alle pulizie delle toilette pubbliche di Tokyo, che vive un’esistenza modesta ma molto serena». È povero, senza nulla, felice col nulla che ha. La sveglia, il pranzo sulla stessa panchina, la doccia in un bagno pubblico perché in casa ha solo il lavabo, l’amore per la musica e per le piante, il libro prima di prendere sonno. Piccole cose a cui dedica un sorriso. C’è l’essenza dell’accoglienza giapponese, con al centro «il bene comune, il rispetto e l’attenzione per gli altri. Dopo il Covid, la gente tornò a uscire e a Berlino il piccolo parco vicino casa mia diventò una pattumiera. In Giappone ho visto l’opposto». Un film toccato dalla grazia, il candore sull’orologio di una perfetta routine, «che non è necessariamente una cosa negativa, dà stabilità e libertà nel modo di vedere le cose». La pace interiore, l’empatia con l’esterno. Il film non avrebbe potuto svolgersi in nessun’altra città: «A Tokyo, dove non esiste la violenza, si può riconsiderare la vita e vivere con calma e serenità, senza pericoli». C’è l’architettura «pura» dei bagni pubblici, «che sono parte della cultura di ogni giorno e non un’imbarazzante necessità». Se impari a vivere nel presente, «nel qui e ora», esiste solo una catena di momenti unici. Ma perché il protagonista ha scelto quella vita? «Sappiamo poco di lui. Prima di entrare nella sua realtà, seguiamo come vede le cose. Qualcosa è successo, ha scelto una vita diversa. Il modo in cui vive è una lezione per tutti». Ogni giorno è come se pulisse i bagni per la prima volta, e ogni giorno reinventa il suo lavoro, c’è l’idea del servizio: «Mr Nobody dà una dignità alla ripetitività, non ne è la vittima. Tutta la gente è uguale ai suoi occhi». Il film non dà risposte. Alla fine prende corpo l’utopia che la felicità può essere la cancellazione dei desideri.