Corriere della Sera, 14 dicembre 2023
La Realpolitik spiegata da Caracas
Lezione sudamericana per il Medio Oriente: dittatori, autocrati, figuriamoci i terroristi non si ammorbidiscono, qualsiasi concessione venga loro fatta. Anzi, è vero il contrario. Punto interessante per Joe Biden, per la sua Casa Bianca e per i governi europei. Il professore che ha deciso di impartire l’insegnamento è Nicolás Maduro, il presidente, socialista rivoluzionario, del Venezuela. Lo scorso 3 dicembre, Maduro ha convocato un referendum nel quale chiedeva ai votanti se fossero d’accordo nell’impossessarsi di due terzi del territorio della vicina Guyana. E se volessero in quel modo creare un Nuovo Venezuela. Pochi hanno votato ma il presidente ha preso il risultato a lui favorevole come un via libera. Vedremo cosa farà. Certo, ora è in modalità aggressiva. In un decennio, ha portato il suo Paese alla disperazione – povertà, inflazione al 280% annuo, repressione – e all’emigrazione di quasi otto milioni di venezuelani, un quarto della popolazione. Il consenso per lui è ai minimi e vuole galvanizzare i venezuelani mettendo le mani su Essequibo, regione della Guyana più grande della Grecia e dotata di riserve di petrolio pari a 11,4 miliardi di barili (scoperti tra il 2015 e oggi). Il suo modello sembra essere il geografo Vladimir Putin che ridisegna i confini per via militare: ha infatti inviato l’esercito al confine con la piccola Guyana. La quale, se aggredita, avrebbe poca possibilità di resistere e le speranze dei suoi 800 mila abitanti di diventare un ricco Stato petrolifero svanirebbero. Il fatto interessante è che Maduro si è mosso dopo che, in ottobre, Biden ha tolto una serie di sanzioni che nel 2019 Washington aveva applicato al commercio con il Venezuela. In cambio di promesse di apertura verso l’opposizione politica a Caracas e alla liberazione dei prigionieri politici. Maduro ha incassato, ma non ha rispettato le promesse: si è anzi sentito abbastanza forte per minacciare la Guyana. Succede sempre: i leader autoritari considerano ogni concessione come una debolezza; e rilanciano. Nel 1982, a cambiare i confini ci provò la giunta argentina del dittatore Galtieri con l’assalto fallito alle Falkland britanniche che portò al crollo della dittatura di Buenos Aires. Oggi Maduro pensa invece di farla franca: forse ritiene (giustamente) che non ci sia una Thatcher in circolazione?