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 2023  dicembre 14 Giovedì calendario

Periscopio

periscopio
di Diego Gabutti
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Gli ucraini hanno sempre detto che erano pronti a fronteggiare la Russia con i loro corpi, però con le armi e i fondi occidentali, altrimenti avrebbero combattuto lo stesso, ma avrebbero perso. E Putin sarebbe diventato un problema nostro. Cecilia Sala, il Foglio.
Con tutto il rispetto che si deve al leader d’un Paese invaso dai russi da due anni, dilaniato dalla guerra civile da nove, infestato di nazisti, corrotto fino al midollo ed economicamente fallito, Zelensky ricorda Guglielmo il Dentone: il personaggio d’Alberto Sordi che, nel film I complessi, si presenta al concorso Rai per il nuovo lettore del telegiornale e nessuno osa dirgli in faccia che con quelle zanne non può andare in video. Marko Travaglio, la Pravda.

Soltanto i comici involontari d’Italia dovrebbero poter andare in video (e infestare con un po’ di fascismo le frequenze televisive): Beppe Conte e Travaglioski. ItaliaOggi.

Il mondo libero ha sequestrato beni e asset russi per oltre 300 miliardi di dollari. È arrivato il momento d’usare quei soldi per aiutare Kyjiv a cacciare l’invasore e a ricostruire il Paese. Linkiesta.
Biden sconfessa Netanyahu: «Non vuole i due Stati, Israele perde consenso nel mondo, cambi governo». Corriere della Sera.
Uno Stato palestinese che dovesse controllare la riva sinistra del Giordano terrebbe costantemente sotto tiro Tel Aviv, Haifa e l’aeroporto Ben Gurion, spingendo verosimilmente Israele a una guerra preventiva. Non c’è da stupirsi, allora, se l’ultimo sondaggio del Pew Research Center americano segnala un crollo del gradimento per la soluzione «due popoli e due Stati» sia fra gli ebrei che fra gli arabi israeliani. Questa formula, di prammatica negli ambienti internazionali, somiglia sempre più a uno scongiuro che a una vera strategia. Dario Fertilio, ItaliaOggi.

Assisi: c’è chi marcia per la pace e chi sulla pace ci marcia. Post-scriptum: non c’è nessuno (Schlein-Conte-Fratoianni-Landini-Acli-Anpi-Arci...) che abbia chiesto – e chieda – a Hamas la liberazione degli ostaggi come condizione d’un cessate il fuoco umanitario a Gaza. Non c’è nessuno, tra i leader del sedicente e scolorito fronte progressista, che abbia chiesto – e chieda – a Putin il ritiro dalle regioni occupate con la forza come condizione d’un cessate il fuoco (umanitario e politico) in Ucraina. Siete così ipocriti/ che quando l’ipocrisia vi avrà ucciso/ sarete all’inferno/ e vi crederete in paradiso (Pasolini pluralizzato). Michele Magno, il Foglio.
Non stiamo assistendo alla guerra fra un piccolo paese e un gruppo terroristico chiamato Hamas. (…) Stiamo assistendo a un capitolo di fantastoria: gli ebrei dei campi di sterminio sono finalmente in possesso di fucili, carri armati e aeroplani per combattere contro le SS e fermare il Mulino di Auschwitz. Stanno combattendo contro l’antisemitismo sterminatore che tanto spesso, nel corso della storia, ha avuto mano libera contro gli ebrei inermi. Gianni Pardo, ItaliaOggi.

[Alegher!] È assolutamente inutile che noi si cerchi d’estirpare Hamas e tutti gli Isis del mondo perché questi continueranno a figliare e noi no. E alla fine, per una questione fisica, ci sommergeranno. Massimo Fini, la Sura quotidiana.
Non so a qual punto sia il progetto del ministro Sangiuliano di liberare la cultura di destra in alternativa alla (sempre più presunta) egemonia culturale di sinistra. Ma se ci sono progressi non è facile intuirli: non si sa quali e dove siano le culture di destra e di sinistra, se non in dispute da ginnasio o da ringhiera, a scimmiottare quelle del secolo passato, che appunto è passato, e di cui il loggionista della Scala [«W l’Italia antifascista!»] è l’ultimo eminente protagonista. Mattia Feltri, La Stampa.
Meloni alla Camera attacca Draghi: «Faceva foto in treno con Macron e Scholz e non portava a casa niente». Repubblica.

[Draghi?] Prendeva il treno per non essere da meno. / Prendeva il treno per sembrare un gran signor. Enzo Jannacci.
Un treno, oltretutto, sempre in ritardo, mica come ai tempi della Buonanima, caro lei, quando i treni erano puntuali come la guerra, la morte e le leggi razziali. Dal web.
[Boni col Mes]. Non svenderò l’Italia. Giorgia Meloni.
In un crescendo di comando senza limiti e potere senza contrappesi arriva la battuta infelice su Mario Draghi. Una «gaffe» che è difficile non mettere in relazione allo scoop di tre giorni fa, quando scrivemmo che c’è un’interlocuzione riservata in corso, tra Parigi e Berlino, per puntare su Draghi come prossimo presidente della Commissione europea. Francesco Bei, Repubblica.

La presenza di Musk alla festa di Fratelli d’Italia è sicuramente interessante. Sarà interessante vedere un extraterrestre atterrare nel villaggio dove si mangia solo italiano. (…) Ne verrà fuori qualche cosa di positivo? Se dà una mano a smuovere quel coacervo d’idee confuse che anima il pensiero economico della destra meloniana e a convincere Lollobrigida che il cibo del futuro non è la carbonara, perché no? Chicco Testa, il Foglio.
Elon Musk a Giorgia Meloni: «Ce sta er parcheggio per i razzi a Castel Sant’Angelo?». Osho, il Tempo.
Nella Repubblica del cazzeggio succede di tutto, anche d’ascoltare (e vedere) Fedez che intervista Piercamillo Davigo. Un cantante rap che s’addentra nella giungla del diritto col magistrato (in pensione) che più d’ogni altro quando parla fa ancora tintinnare le manette. Il duetto è stato da brividi, il picco è arrivato quando Fedez ha chiesto a Davigo come aveva vissuto «umanamente» i suicidi in carcere, roba grossa, così parte un ragionamento sui numeri, le percentuali, un calcolo ragionieristico sui suicidi, asettico, privo di pathos, un robot con le cuffie. Mario Sechi, il Tempo.
[Che saranno mai] solo cinque suicidi su 4.200 indagati. Piercamillo Davigo (il Giornale).
[Davigo,] il Torquemada di Mani Pulite, il magistrato che, a proposito del rapporto tra partiti e imprese, ha detto che «non esistono innocenti, esistono solo colpevoli non ancora scoperti», è passato dalla naftalina della storia a un nuovo protagonismo nella giustizia e nei talk. Da una scissione con Magistratura Indipendente ha fondato (…) la corrente Autonomia e Indipendenza, che incarna il giustizialismo di destra della magistratura italiana. Alessandro Bersano, La gogna, Marsilio 2023.
Niente, più dei pannoloni ben portati, dà autorevolezza. Roberto Gervaso.