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 2023  dicembre 12 Martedì calendario

Gli elzeviri di Aldo Palazzeschi


Aldo Palazzeschi, che piaceva a Marinetti, per un po’ passò da futurista. Dedicò il suo primo libro di poesie, L’incendiario, del 1913, al dux del futurismo («a F.T. Marinetti, che primo le amò», si leggeva in copertina, «queste poesie vanno riconoscenti») che glielo pubblicò nelle edizioni di Poesia, rivista avanguardista. Riformato alla visita di leva, scrisse su Lacerba del 22 maggio 1915 un futuristico «Evviva questa guerra!» (come si legge su Wikipedia).

Fu fascista. Pubblicò alcune opere di narrativa che hanno resistito all’usura del tempo, nel 1911 Il Codice di Perelà, nel 1934 Sorelle Materassi. Scrisse saggi ed elzeviri, come s’usava in tempi ormai lontani, benché non lontanissimi, prima di TikTok e degl’influencer sgrammaticati, quando la letteratura aveva ancora (forse arbitrario, forse immeritato) un minimo di audience, non diciamo di rispetto.

Tra queste opere giornalistiche spicca Usanze d’oggi, dove per esempio Palazzeschi, figlio di bottegai, istruito al commercio, mette in bella lingua queste argute (si può dire «argute»?) considerazioni sulla moda: «La parola “moda” fa subito pensare ai vestiti e ai cappellini delle signore, calze, guanti, scarpini, sciarpe, borsette… Sottane corte o lunghe, scampananti o succinte, scollature più o meno pronunziate e talora addirittura scandalose, capelli bruni o biondi in fogge sempre nuove e suggestive. (…) La parola “moda”, invece, dobbiamo estenderla a tutte le cose che riguardano l’uman genere e l’umano potere, tutte indistintamente, senza eccezione, anche a quelle cui l’uomo, per non sentirsi vittima d’una vertigine, conferisce carattere d’eternità».
Palazzeschi proseguiva: «Tutte hanno la loro stagione e ch’essa sia di tre millennî o mesi tre non differisce, giacché i tre millennî non rappresentano neppure il granellino di sabbia quale paragone, e neppure lo rappresenterebbero se fossero tre miliardi anziché tre. (…) Ragione per cui le donne, col loro istinto infallibile, sono perfettamente nel vero cambiando la moda ogni poche settimane. Ma c’è un’osservazione più interessante, ed è che la moda sembrando riguardare soltanto le cose formali del nostro vivere e le manifestazioni a noi accessibili della vita esteriore, giunge invece a comprendere certi fenomeni della vita naturale inaccessibili».
Prima di Roland Barthes, prima di Susan Sontag e delle arti effimere, prima della pubblicità e dei graffiti, Aldo Palazzeschi scrutava orizzonti già abbastanza remoti da capire che la superficie delle cose e la loro profondità sono la stessa cosa.
Aldo Palazzeschi, Usanze d’ogg., Aragno 2023,