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 2023  dicembre 12 Martedì calendario

I tedesci odiano Berlino

Per il mestiere, ma non solo, ho compiuto una ventina di traslochi, da Palermo, a Roma, e sempre più a Nord, Torino, Amburgo, poi Parigi, Milano, ritorno in Germania a Bonn, e infine Berlino, dove risiedo da trent’anni, e dove ho traslocato due volte. Non ho mai vissuto così a lungo in un appartamento, presumo l’ultimo.
Non avrei mai previsto un giorno di provare Sehnsucht, nostalgia, della piccola, provinciale Bonn, capitale provvisoria sul Reno. Fernanda, mia moglie, la pensa come me.
A chi importa?, prevedo l’obiezione. Non ci siamo stancati, la delusione non è solo colpa della metropoli, ma dei cambiamenti avvenuti in Germania, che non è più quella di una volta. Questo dovrebbe inquietare tutti gli europei.
Berlino, nell’ultimo secolo, ha preceduto tutto quanto poi è avvenuto altrove, nel bene e nel male.

È una città da sempre poco amata anche dai tedeschi, che la considerano una cosa a parte. Il renano Konrad Adenauer ci veniva sempre malvolentieri. Non l’amava neanche Helmut Kohl, se fosse stato per lui, la capitale sarebbe rimasta a Bonn, ma si piegò alla storia.
Dalla fine della guerra, e la spartizione del Paese, fatto mai avvenuto nella storia (in passato ci si limitava a parziali conquiste territoriali lungo i confini), l’obiettivo fu tornare insieme, e riportare la capitale a Berlino. Ma nessuno credeva che fosse possibile in un immediato futuro. Quando cadde il muro nell’89, tutti furono presi di sorpresa. Non avevano pensato che fare.
Berlino Est era diventata la Hauptstadt, la capitale della Ddr, perché così vollero i russi. Il settore ovest rimase un territorio sotto controllo delle potenze alleate, che non faceva realmente parte della Repubblica federale. Il Bundestag avrebbe deciso il 20 giugno ’91, il giorno del mio compleanno, restare a Bonn o traslocare a Berlino.

Alla vigilia venne a chiedermi cosa pensassi un collega del Bonner Anzeiger, giornale locale che per decenni era stato citato all’estero come il New York Times o Le Monde. Me la cavai da Machiavelli siculo per non offendere gli abitanti di Bonn: capitale a Berlino, e sede del governo sempre sul Reno. Pure la piccola Bonn, vicina a Bruxelles e Parigi, aveva contribuito a cambiare la cupa immagine della Germania uscita dalla guerra.
Vinse Berlino, di misura: 338 voti, il 51,5%, contro 320. I cristianosociali bavaresi votarono contro: 40 a 8. Il trasloco fu laborioso, e io mi battevo per lasciare Bonn dove mi sentivo soffocare. La storia avveniva a Berlino.
Oggi capisco di aver sottovalutato la piccola città universitaria, 100mila abitanti reali, 300mila contando tutti i paesi vicini. In 4 ore d’auto ero a Parigi, in 80 minuti a Bruxelles, in un’ora e un quarto a Francoforte. In venti minuti andavo all’opera o a teatro a Colonia, l’offerta culturale delle città nella Ruhr era enorme.

Feci bene a traslocare. Il mondo guardava a Berlino, vi giungevano i giovani da tutta Europa. Oggi, le tre Opere della capitale offrono spettacoli falsamente moderni, vecchi, deludenti. Rimane la Filarmonica, che fu diretta da Von Karajan e da Abbado.
La Potsdamer Platz di Renzo Piano è un deserto, e non certo per colpa sua. La Berlinale, il festival del cinema, è in crisi. Il Pergamon, uno dei musei più belli al mondo, resterà chiuso per restauri fino al 2037.
Berlino è isolata, lo era anche prima, ma si volava a basso costo con Air Berlin, che hanno fatto fallire per manie di grandezza, sono pochi i voli diretti che partono dalla capitale. I treni vengono spesso cancellati, quelli superveloci si guastano per strada, e sono cari. Le autostrade sono interrotte per chilometri dai lavori, e la metropoli è mal collegata.
Per capriccio avrei voluto provare a andare in pullman a Roma, ma avrei dovuto fare una sosta di cinque ore a Monaco. Ai tempi della Ddr, si poteva andare in treno da Roma a Berlino senza cambiare. Anche il governo sembra lontano dal resto del Paese.
L’amministrazione pubblica è la peggiore della Germania, burocratica e lenta. I berlinesi sono sempre più nervosi, litigano tra loro, i renani sono meridionali, più allegri, e nonostante i pregiudizi, più efficienti. Avevano ragione Konrad e Helmut?