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 2023  dicembre 12 Martedì calendario

Ceronetti, un traduttore interprete (imbattibile)

Una volta, accompagnando Guido Ceronetti non so più dove, lui mi raccontò che la sue traduzioni di Catullo, Le poesie, uscite da Einaudi nel 1997, furono ripudiate dall’editore, perché troppo «libere», o troppo aderenti allo spirito del poeta, e perciò sostituite qualche anno dopo con una nuova versione (Catullo, Le poesie, traduzione di Guido Paduano, Einaudi 2016).
Spiace che la versione italiana dei versi di Catullo riportati da Vladislav Otroenko nella Storia segreta delle creazioni sia quella di Paduano (pur bellissima) e non quella di Ceronetti (ineguagliabile).

Prendete il carme che Catullo dedicò a Ravide, suo rivale in amore. Traduzione del 2016: «Quale infelice idea, povero Ràvido, / ti getta a precipizio contro i miei versi? / Quale dio, invocato per tua disgrazia, / ti spinge a provocare un litigio folle? / Vuoi andare sulla bocca di tutti? / Essere famoso a qualunque titolo? / E lo sarai – giacché hai voluto amare il mio amore, / la pagherai a caro prezzo».
Ceronetti (trovate le sue Poesie di Catullo rieditate da Adelphi): «Povero Ravido, quale pazzia / ti getta in bocca ai miei giambi? / Quale Dio non canonicamente invocato / ti ha reso così pazzo / da farti prendere da me a cornate? / Ti piace andare sulla bocca di tutti? / Che cosa cerchi? Ad ogni costo, fama? / L’avrai. Imperituro sarà il castigo / per quella bava di voglia tua su un amore che è solo mio».
Non c’è gara. Detto ciò, che c’entra poco, e che non di meno ha un suo perché, sia lodato il libro di Vladislav Otroenko, e non soltanto i capitoli su Catullo, del quale l’autore della Storia segreta se non è un epigono (ci vuol altro, senza offesa) è certamente un fan.
Bellissimi anche i capitoli su Nikolaj Vasil’evic Gogol’, in particolare (va da sé) le sue osservazioni sul naso dell’autore del Naso: «Del naso di Gogol’ si può – e si deve – parlare con cognizione di causa.
Fosse solo perché questo celeberrimo naso, prensile, di fine olfatto, che salta agli occhi e alla mente non appena si pensa a Gogol’, è espressione tangibile della caratteristica più importante della natura fisica dello scrittore, e cioè la tensione verso l’aria, una sete, persino, d’aria, che poteva arrivare in Gogol’ a un allegro disordine mentale.
«Che aria!» scriveva dell’aria romana nella primavera del 1838 a Marija Balabina. «Basta aspirare un pochino col naso, e sembra che ti volino dentro le narici non meno di settecento angeli».
È interessante osservare come il naso del maggiore Kovalëv [nella sua novella] sia stato soggetto a una metamorfosi inversa. Al naso sono comparsi occhi, braccia, gambe, e anche un’uniforme da consigliere di stato.
Ma la sostanza della trasformazione è la stessa: l’acquisizione da parte del naso, organo essenziale con cui Nikolaj Vasil’evic Gogol’ degustava la mutevole aria del pianeta, di autonomia esistenziale».
Vladislav Otroenko, Storia segreta delle creazioni, Marietti 1820 2023, pp. 192, 28,00 euro