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 2023  dicembre 12 Martedì calendario

Intervista a Ficarra e Picone

Hanno iniziato il 2023 – trent’anni di carriera compiuti – festeggiando il successo diLa stranezza, lo chiudono portando al cinema Santocielo,commedia su un angelo inviato per far nascere un nuovo messia e che però, per sbaglio, lo colloca nel ventre di un bigotto professore di matematica. Salvatore Ficarra e Valentino Picone accompagnano il film – in sala con Medusa dal 14 dicembre – in tutta Italia.
Perché gli angeli?
Picone: «Sono figure romantiche che ci accompagnano tutta la vita, offrono spunti comici ma anche di profonda umanità».
La vostra comicità non è cinica.
Ficarra: «È il nostro modo. C’è chi pensa che il politicamente scorretto significhi urlare o dire parolacce, chi lo fa sottovoce».
Si parla di diversità, accoglienza, famiglia non tradizionale.
Picone: «Per noi sono naturali, come lo è rispettare ogni tipo di amore senza steccati. Ma non ne facciamo un manifesto. Anche L’ora legale oIl primo Natale non davano soluzioni. A volte le trovano i personaggi: il prete diIl primo Natale mette i naufraghi nel presepe vivente perché il presepe è la casa di Dio. Agli spettatori invece offriamo solo domande, spunti di riflessione».
Ficarra, com’è stato vivere la gravidanza?
Ficarra: «Naturale. Avere la pancia finta tutto il giorno sotto il sole mi ha fatto immedesimare. Ed è stato un viaggio dentro me stesso. Il mio personaggio, malgrado le paure, il maschilismo, il bigottismo, ha bisogno di amore, lo trova e cambia».
Picone: «Siamo diventati un po’ i personaggi. Salvo con il pancione e i gesti teneri non era quello che ero abituato a vedere. Ha indagato dentro di sé. Così io con il mio angelo che ragiona sulla preghiera, la condizione umana».
Oggi c’è più attenzione ai ruoli femminili anche nelle commedie. Voi lo avevate già nei primi film.
Picone: «Vent’anni fa, inNati stanchile nostre ragazze erano un passo avanti. E la zia Lucia diAndiamo a quel paese, che ha amato un prete per tutta la vita, dice basta: “Non trovo nulla di male, se mi ami non smetti di amare Dio”. Vale ancora oggi».
Avete lanciato un appello a Meloni e Schlein perché s’accordino sulla parità di genere.
Picone: «Peccato far diventare motivo di dibattito argomenti incontrovertibili. In Italia c’è un problema culturale con il maschio: la statistica ci racconta di donne uccise,oggi due donne rappresentano forze politiche importanti. È ingenuo pensare di mettere da parte le divisioni e lavorare insieme?».
I vostri angeli custodi artistici?
Ficarra: «Tanti. Andrea Brambilla di Zuzzurro & Gaspare: all’inizio li rifacevamo, lui volle vedere una cosa nostra e ci scrisse uno spettacolo.
Nacque un’ amicizia che ci siamo portati fino alla fine dei suoi giorni. Il nostro montatore Claudio Di Mauro, Bruno Voglino, Antonio Ricci».
Tornerete a “Striscia la notizia”?
Avete seguito l’affare Giambruno?
Picone: «Sappiamo bene come funziona. È giornalismo. Se hai una notizia la pubblichi e i fuorionda diStrisciasono storici. Non ci siamo sorpresi per la libertà di Antonio.
Strisciaè casa nostra, non escludiamo di tornarci».
Come capite quando una battuta è sbagliata, fuori luogo?
Picone: «Non ci sono ricette. Noi cerchiamo di non superare il buongusto, come ci ha insegnato Pino Caruso. Ma non ci sono limiti alla satira, ognuno la fa a modo suo».
Sui vostri social ricorrono Matteo Salvini e il generale Vannacci.
Picone: «Sono personaggi che un po’ le battute se le tirano. Sono fumetti.
Voi giornalisti avete il dovere di prenderli sul serio, noi comici no. Se metti insieme gli argomenti di Salvini, storicamente non ne azzecca mai una, diventa un personaggio divertente. Quanto a Vannacci, mettetevi nei suoi panni: all’improvviso è diventato famoso e quindi continua a dire stupidaggini a cui crede, cose brutte. Infatti ci piace dire che il nostro film è davvero per tutti, anche per Vannacci».
Avete coprodotto “Comandante”. Vi hanno stupito gli spettatori vestiti da nazisti in sala?
Picone: «Comandante racconta che tu puoi essere di destra o di sinistra, ma un uomo in mare lo salvi. È un ragionamento che supera gli steccati. Alcuni argomenti ci riguardano tutti. Non dobbiamo avere paura di fare un film che racconti questo».
Ficarra: «Ed è incredibile che non ci siano reazioni. Nessuno che dica loro “ma che siete scemi?”. Se l’avessimo messo in un film i critici avrebbero scritto “che esagerazione”. Se immagino la preparazione dei giorni prima: “Idea, vestiamoci da nazisti”, “ho la divisa del nonno”, “io l’affitto”.
Dietro a tutto questo c’è l’abisso».
Dopo “La stranezza” preparate un nuovo film con Andò?
Ficarra: «Diciamo solo che non possiamo fare più a meno di Toni Servillo».