Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2023  dicembre 12 Martedì calendario

Gli ultimi giorni del Terzo Polo

Pubblichiamo un estratto del libro del senatore di Azione Carlo Calenda, Il Patto, da oggi in libreria.
Gli ultimi giorni del Terzo Polo sono stati segnati dall’ennesimo conflitto sul tema dell’appropriatezza dei comportamenti. (…) Il ministro Daniela Santanchè diventa oggetto di molteplici indagini giornalistiche sulla conduzione delle sue società. (…) Nonostante la difficile contestabilità degli addebiti (oggettivi e circostanziati), decidiamo di non chiedere immediatamente le dimissioni del ministro del Turismo, ma di pretendere un suo chiarimento sui punti contestati. Daniela Santanchè sceglie di farlo nell’aula del Senato, ma la sua difesa si trasforma in un boomerang. Omissioni, bugie, ammissioni parziali (…) rendono la richiesta di dimissioni ineludibile. E su questo avviene l’ennesima frattura con Italia Viva.
La premessa è che Matteo Renzi è un amico di Daniela Santanchè e ha portato una delle sue società, la Visibilia Srl, a diventare concessionaria di pubblicità per il quotidiano Il Riformista, di cui Renzi è contemporaneamente diventato direttore editoriale. Aggiungo che, a casa di Daniela Santanchè, si svolge una cena che vede come commensali Ignazio La Russa e Matteo Renzi pochi giorni prima della votazione che porterà il primo a diventare presidente del Senato. Com’è noto, nel corso di quella votazione La Russa riceve più voti di quelli che avrebbe dovuto ottenere se lo avessero votato solo i senatori della maggioranza. Inoltre, i senatori renziani restano nella cabina elettorale del Senato molto più tempo di quello necessario per attraversarla e depositare la scheda bianca nell’urna. Traete voi le conclusioni. Io sono convinto che Renzi abbia fatto un accordo con La Russa e Santanchè, non avallato da Giorgia Meloni, per portare Maria Elena Boschi alla presidenza della Vigilanza Rai, in cambio dei suoi voti in favore di La Russa alla presidenza del Senato. E tutto ciò è accaduto il primo giorno di legislatura insieme. Non le migliori premesse per un duraturo rapporto di collaborazione. Ciò che è seguito è stata una brutale e rapida presa di coscienza che Renzi non aveva alcuna intenzione far funzionare il Terzo Polo (…). Dopo aver indicato Ernesto Carbone al Csm e aver portato Maria Elena Boschi alla vicepresidenza della Commissione di Vigilanza Rai, per Renzi l’utilità del Terzo Polo è semplicemente cessata. A quel punto ha rimosso, di fatto prima e formalmente poi, Ettore Rosato ed Elena Bonetti dai ruoli apicali in Italia Viva e nella Federazione del Terzo Polo e dato l’avvio a un massiccio “bombardamento del quartier generale”, per boicottare ogni ulteriore passo avanti verso il partito unico. Il suo piano, peraltro allegramente raccontato a qualsiasi giornalista, politico e imprenditore, disposto ad ascoltarlo, era quello di prendersi un altro “passaggio” alle elezioni europee, per superare il quorum, e poi, con l’ennesima mossa del cavallo, cercare di entrare in maggioranza e possibilmente nel governo.
Il suo ruolo politico, oggi decisamente collaterale rispetto alle altre attività di business, Renzi lo esercita sostanzialmente facendo accordi di potere con chi vince le elezioni – i 5S nella scorsa legislatura; destra, che però decisamente non lo vuole, in questa – e regolando conti con chi ritiene, a torto o ragione, lo abbia danneggiato in passato. E questa lista è praticamente infinita: servizi segreti, stampa, magistratura, Pd, Nardella, Gentiloni, Presidenza della Repubblica ecc. A questo scopo e per completare l’elenco dei precedenti mondiali in fatto di conflitti di interessi – oltre a essere il primo parlamentare in carica nella storia moderna a essere pagato milioni di euro da uno Stato straniero, per di più non democratico –, in questa legislatura Renzi è diventato direttore editoriale di un giornale teoricamente indipendente, Il Riformista, che usa regolarmente per manganellare i suoi “nemici”. (…) Il fallimento di un progetto che ha raccolto ben l’8% dei votanti a distanza di un mese dalla sua nascita ha deluso tanti italiani. Credetemi, nessuno è rimasto deluso quanto me.