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 2023  dicembre 11 Lunedì calendario

“Restituiteci l’archivio di don Milani” La battaglia tra eredi arriva in tribunale


FIRENZE – È stata per mesi una “guerra di famiglia’’ sottotraccia – in questo anno del centenario della nascita di don Lorenzo Milani, che sconsigliava, ovviamente, di far trapelare alcunché –, fatta di lettere fra avvocati e bisbigli dietro le quinte. Ma adesso siamo al colpo di cannone. Dopo vari tentativi di arrivare ad un accordo senza ricorrere ai giudici, la Fondazione don Milani, con sede a Barbiana – cofondata nel 2004, con altri ex allievi del priore, da Michele Gesualdi, che l’ha presieduta fino alla morte, nel 2018, e oggi guidata da un altro ex allievo, Agostino Burberi – ha intimato per vie legali alla propria vicepresidente Sandra Gesualdi, nelle scorse settimane, di riconsegnare alla Fondazione – che ne sarebbe (questa è la tesi) la legittima proprietaria – il ricco corpus di materiali e documenti lasciati da don Lorenzo. Centinaia di fogli manoscritti e dattiloscritti, testi originali delle opere milaniane, in gran parte editi ma di prezioso valore documentale, e dei lavori preparatori, testi originali inediti dei tantissimi corrispondenti di don Lorenzo (fra cui Erich Fromm), alcune sue opere grafiche, carte e appunti, fotografie, scritti degli allievi – recuperati e messi insieme negli anni, dopo la morte del priore, da Michele Gesualdi e da altri allievi, e che si trova in gran parte (il resto è già presso la Fondazione) nella casa dei Gesualdi a Calenzano, dove oggi risiede la madre di Sandra, Carla Carotti (a sua volta chiamata in causa).
Nel «ricorso per la reintegrazione del possesso», firmato dal presidente Burberi, curato dallo studio milanese dell’avvocato Pietro Ichino e depositato presso il Tribunale civile di Monza, la Fondazione contesta a Sandra Gesualdi di aver ceduto «senza averne titolo» alla casa editrice San Paolo di Cinisello Balsamo, i diritti di pubblicazione di alcuni materiali dell’archivio per l’edizione aggiornata, uscita nel marzo 2023, delle Lettere di don Milani (già edite da Mondadori nel 1970), «non autorizzata» dalla Fondazione. Lei, però, non ci sta: «Siamo di fronte a uno stupro intellettuale, l’archivio senza Michele non sarebbe mai esistito, mio padre, e solo lui, ha dedicato la vita a mettere insieme e curare quei materiali, e sua ne è la proprietà intellettuale e materiale», la contro-tesi di Gesualdi, pronta a portare al giudice (che ha già fissato l’udienza per il 3 gennaio) il testamento con cui il padre ha lasciato «il suo archivio personale alla famiglia e non, guarda caso, alla Fondazione, che ha gestito Barbiana non certo nello spirito di don Milani, ma all’insegna del profitto». Quanto poi ai diritti sulle pubblicazioni, «la Fondazione gode già dei suoi, i nostri andranno in beneficenza».
Uno scontro fratricida’ in piena regola, insomma, visto che entrambe le parti in causa si considerano “figli spirituali’’ di don Lorenzo. Nel ricorso si sostiene che Michele Gesualdi aveva fatto fare «in qualità di presidente della Fondazione» un inventario di tutti i materiali milaniani, «compresa la parte materialmente conservata presso l’abitazione» di Calenzano, dove poi era rimasta, e «da presidente», e col logo della Fondazione, aveva curato varie pubblicazioni, dichiarando più di una volta che «l’opera di raccolta e pubblicazione dei documenti» era appunto da «attribuire» alla Fondazione. Che lui, insomma, si muoveva da presidente, non da privato cittadino.
Una tesi, peraltro, sostiene il ricorso, confermata in varie occasioni dalla stessa Sandra (nel libro del 2014 Barbiana e la sua scuola, immagini dall’archivio della Fondazione don Lorenzo Milani, di cui è co-curatrice la figlia di Michele, compare un «copyright Fondazione don Lorenzo Milani», mentre in un intervento del 2017 all’Università di Bologna, visibile su youtube, dichiara che «tutte le foto sono tratte dall’archivio della Fondazione...»). Sandra, però, con la stipula, nel 2022, del contratto con la San Paolo, avrebbe agito «come titolare del materiale archivistico conservato presso l’abitazione che fu del padre Michele, sottraendolo alla Fondazione». La guerra comincia: la Fondazione prima intima alla casa editrice di «indicare chiaramente la titolarità dei documenti pubblicati», e quando la San Paolo replica di aver «ricevuto la cessione dei diritti di pubblicazione dall’unico esclusivo titolare Michele Gesualdi, in proprio e non in quanto presidente della Fondazione», decide il ricorso. E intanto, la Soprintendenza Archivistica della Toscana ha avviato un procedimento di notificazione dell’archivio milaniano sia nella parte già in possesso della Fondazione, che in quella detenuta dai Gesualdi.