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 2023  dicembre 10 Domenica calendario

Biden contro Biden


corrispondente da washington
Hunter Biden ha speso soldi in donne, beni di lusso, case, auto sportive, capi di abbigliamento ricercati e 70 mila dollari in cure per disintossicarsi dalla droga. In totale fra il 2016 e il 2019 ha nascosto al fisco 1,4 milioni di dollari. «Ha fatto di tutto tranne che pagare le tasse», è scritto nelle 56 pagine con cui il Dipartimento di Giustizia ha incriminato il figlio 53enne del presidente accusato dal procuratore speciale David Weiss di aver messo in piedi uno schema metodico per aggirare il fisco americano. Nove i capi di imputazione fra cui tre felony (accuse gravi) che potrebbero portare Hunter a trascorrere 17 anni in prigione.
L’elenco delle spese pazze è da capogiro. Hunter avrebbe gettato al vento 1 milione di dollari nel 2016; 1,4 nel 2017; 1,8 nel 2018 e 600 mila nel 2019. Ha attinto al bancomat per 1,6 milioni di dollari e speso 680 mila dollari in “vari escort” si legge, e 188.960 in «intrattenimento per adulti»; 397.530 in abbigliamento e accessori e 237 mila dollari in prodotti di bellezza e farmaceutici. Le 56 pagine sono ricche di dettagli, a una prostituta ha dato 11.500 dollari per passare con lui «due notti» e una ballerina ha ricevuto 1.500 dollari.
Ma se l’epilogo è ben lungi dall’essere scritto e il processo ancora non ha una data di inizio, l’impatto va al di là dei destini di questo rampollo dal cognome importante, figlio scapestrato, una lunga lista di problemi con alcol, stupefacenti e cocaina. Cacciato dalla Riserva nazionale per uso di droga, un lungo processo (perso) per una figlia, Navy, che non voleva riconoscere nata da una relazione in Arkansas e che da poco presidente Biden conteggia quando parla dei nipoti che ha.
Il presidente ieri si è barricato nel silenzio mentre i reporter lo investivano di domande nel South Lawn dove è salito a bordo del Marine One alla volta del Nevada e poi di Los Angeles per un evento elettorale.
Il caso Hunter tocca direttamente il presidente. Sono i soldi che non ha dichiarato, derivanti dalla sua attività di consigliere e lobbista all’estero fra Romania, Ucraina e Cina, a mettere in difficoltà il papà comandante in capo. I repubblicani hanno pronta l’inchiesta di impeachment, prima della pausa per le vacanze natalizie la Camera potrebbe votarla e il nome di Biden si aggiungerebbe alla lista dei leader Usa finiti sotto inchiesta.
La destra non ha prove sostanziali. Ci sono decine di bonifici che dal conto di Hunter arrivano per vie traverse o direttamente su quello del presidente. Ma nulla è stato dimostrato nella fase istruttoria – la Commissione Giustizia della Camera ci lavora da mesi – sulla natura di quei bonifici. I media conservatori hanno anche sollevato dubbi sul bonifico che ogni mese Hunter faceva al padre. Erano i rimborsi per le rate dell’auto. Ma in questo clima di caccia alle streghe – su ambo i lati – ogni dettaglio è stato ingigantito.
Mercoledì, intanto, Hunter Biden potrebbe presentarsi alla Camera per un’audizione davanti alla Commissione Giustizia. I repubblicani la volevano a porte chiuse, Hunter, ha posto la condizione che fosse aperta alla stampa. «Non voglio che le mie parole vengano strumentalizzate», ha detto.
L’incriminazione era nell’aria. E la reazione del suo legale Abbe Lowell è stata in linea con le attese. Ha detto: «Se il cognome di Hunter fosse diverso da Biden, le accuse in Delaware e ora in California non sarebbero andate avanti». Il riferimento è a quanto accaduto cinque mesi fa a Wilmington. Hunter Biden era stato vicino a un patteggiamento che gli avrebbe risparmiato la galera, avrebbe ammesso di aver mentito sul suo stato mentale pur di acquistare una pistola nel 2018, e le accuse su evasione fiscale sarebbero decadute. Invece a sorpresa e all’ultimo minuto la giudice, Maryellen Noreika, nominata da Trump, fece saltare l’accordo riportando il tema dell’evasione al centro della contesa. Le accuse sono state allora riprese in California dove il procuratore speciale ha condotto un’indagine, convocato il gran giurì e giovedì sera è scattata l’incriminazione.