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 2023  dicembre 08 Venerdì calendario

Crosetto querela Sallusti. E sui pm torna alla Camera

Non c’è pace in questo periodo per Guido Crosetto. Ieri il ministro della Difesa ha deciso di querelare Il Giornale per un titolo sparato in prima pagina. “Inchiesta su Crosetto”, titola il quotidiano diretto da Alessandro Sallusti. Parole che fanno presumere vi sia un’inchiesta su di lui, che il ministro sia indagato, cosa però smentita già nell’articolo di Luca Fazzo. “Al momento il titolare della Difesa non sarebbe indagato…”, si legge nel pezzo. E infatti un’inchiesta sulle sue parole è stata aperta, per ora senza indagati o ipotesi di reato. Tutto avviene dopo la convocazione informale di Crosetto da parte del procuratore capo di Roma, Francesco Lo Voi, in merito al presunto complotto e alla possibile azione delle toghe contro l’esecutivo raccontato dal titolare della Difesa al Corriere.
Quel titolo, però, è un pugno in faccia a uno degli esponenti più vicini a Giorgia Meloni, oltretutto da un quotidiano amico. “Il Giornale inventa di sana pianta un titolo gravemente diffamatorio, totalmente falso, costruito con il solo intento di infangare”, afferma il ministro. “Non si tratta di un errore, ma rivela la chiara volontà di mistificare la realtà. Non posso esimermi dal capirne la ratio e, soprattutto, i mandanti”, aggiunge Crosetto, durissimo. Altrettanto piccata è la replica di Sallusti. “Mi sembra che il ministro sia molto nervoso. E così perde lucidità. L’articolo che abbiamo pubblicato è perfetto. Il titolo è una sintesi come lo sono tutti i titoli, l’inchiesta è sulle sue parole e non su Crosetto. Questo lo capirebbe anche uno stupido”, si difende il direttore. Aggiungendo poi di “non avere alcun mandante”.
Sarà, però il titolo si presta oggettivamente a una lettura assai ambigua, tanto che nemmeno i giornali d’opposizione si sono spinti a tanto. Ma in quel modo l’ha voluto proprio il direttore – che mercoledì sera non era in redazione – nonostante qualcuno in Via Negri abbia sollevato dubbi. Ma perché questa forzatura così spinta al limite, per di più da un foglio amico? Tra i due – raccontano – non c’è mai stato grande amore ma nemmeno distanza o incomprensioni: non si ricordano scontri o litigate. E allora si possono solo fare ipotesi. La prima è prettamente giornalistica: un titolo così colpisce e fa vendere più copie. Oppure può esser stato suggerito da un big di centrodestra cui il ministro non va particolarmente a genio. Oppure di mezzo c’è Roberto Vannacci: il foglio di Via Negri è tra quelli che più sostengono il generale e il titolare della Difesa se ne potrebbe essere lamentato con Antonio Angelucci, deputato del leghista ed editore del Giornale. E questa potrebbe essere la ritorsione. Chissà.
Sta di fatto che ora i due vedranno in tribunale. Ma, dopo aver fatto una mezza marcia indietro rispondendo a un’interpellanza alla Camera, il ministro dovrà pure tornare a Montecitorio, dove il 19 dicembre sarà chiamato a un’informativa sempre sullo stesso tema. La vicenda è ben lontana dall’esser finita.