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 2023  dicembre 08 Venerdì calendario

Il lusso della settimana bianca Rincari su hotel, skipass e sci “Quasi 5 mila euro a famiglia”


Cara vacanza o vacanza cara? Invertendo l’ordine delle parole il risultato cambia. Eccome. E così il diario di una settimana bianca in montagna può diventare un conto. Salato. Le rilevazioni delle associazioni dei consumatori suonano lo stesso spartito da due stagioni. Se lo scorso anno erano stati i rincari delle bollette ad innescare gli aumenti di skipass e hotel, quest’anno ci ha pensato l’inflazione.
Gli italiani se ne accorgeranno a partire da oggi, giorno di Sant’Ambrogio, data tradizionale di apertura dell’industria bianca. Secondo Altroconsumo il costo degli skipass giornalieri per la stagione 2023/2024 è aumentato in media del 7,4%, con una spesa per una famiglia di 3 persone di 165 euro al giorno. Un aumento che sfiora il 10% (9,3) se si parla di skipass settimanali. In generale nei principali comprensori lo skipass giornaliero non scende mai sotto i 70 euro per una persona adulta, con il picco di 80 per Dolomiti Superski. Vero, oggi ci sono diverse formule che consentono uno sconto: a Campiglio, ad esempio, da anni c’è la possibilità di acquistare con la formula dei “prezzi dinamici”, ovvero che modificano il tariffario sulla base dell’aumento della richiesta.
E se si vuole fare la settimana bianca? Sempre Altroconsumo ha analizzato i prezzi medi (per persona) nelle più rinomate località invernali nella settimana clou dell’anno, ovvero quella che va dal 30 dicembre al 6 gennaio. A persona si spende da un minimo di 1.500 euro ad un massimo di 4.500 se si sceglie Cortina d’Ampezzo. Ma a far rabbrividire sono i rincari negli ultimi due anni, 41% a Campiglio e 38% a Cortina.
Scendiamo sulla terra e la settimana bianca la facciamo non in una struttura di lusso, ma in un 3 stelle superior della val di Fassa in un periodo a cavallo tra gennaio e febbraio. Il conto finale? Una famiglia di quattro persone, con due adulti e due bambini con meno di 12 anni, per una settimana con mezza pensione spende complessivamente 1.890 euro, conto che sale a 2.205 euro se i figli hanno più di 12 anni. E l’affitto delle attrezzature? Per lo stesso periodo, un adulto spende 180 euro se si “accontenta” di materiali di media qualità, ma se opta per la top class, lo scontrino sale a 237 euro. Per i bambini viene applicato uno sconto del 20%. C’è poi loskipass. Il settimanale, nel periodo individuato, per una famiglia con due figli nati nel periodo 2008-2015 costa 1.376 euro. Morale? Una famiglia di quattro persone con due figli di età inferiore ai 12 anni deve sborsare 3.914 euro. Cifra a cui vanno aggiunti spese di viaggio ed extra, ovvero i pasti non inclusi nella mezza pensione, le merende e il bombardino a fine giornata. Dunque, verosimile arrivare a quasi 5mila euro per una settimana bianca.
Se qualcuno pensa che queste cifre frenino l’industria turistica della montagna, si sbaglia di grosso, visto che nelle principali stazioni si parla di “inverno sold out”: «Le previsioni dicono che avremo un più 18% rispetto allo scorso anno, che è stato archiviato come stagione record», spiega Paolo Grigolli, direttore dell’Apt di Fassa. Ma il turismo dello sci è una cosa per ricchi? «La crisi ha colpito le fasce della popolazione con redditi medio bassi – osserva Grigolli – ma da tempo il turismo montano si rivolge ad un target che ha una capacità di spesa medio-alta».
«La montagna in inverno è per i ricchi e con l’aumento dei costi per produrre la neve, lo sarà sempre di più», le parole franche di Michil Costa, albergatore “visionario” della val Badia. «Ci saranno sempre persone con capacità di spesa, un giorno arriveranno cinesi, indiani e africani. Dobbiamo tassare il turismo che viene da lontano e produce CO2 e dirottare quel denaro sulle zone montane depresse, come il Cadore, dove si troveranno prezzi più accessibili».