Corriere della Sera, 8 dicembre 2023
L’eleganza alla Scala
La scelta era precisa. E alla fine dei due intervalli del Don Carlo inaugurale dalla navigazione complessa, gli abiti rossi indossati dalle signore erano ben più d’uno. Scelti con un unico scopo, un grido silenzioso perché la memoria resti vigile sulle vittime del femminicidio, un pensiero a Giulia Cecchettin e a Giulia Tramontano. Così ciò che all’inizio sembrava trasgressione, il rosso non si indossa a teatro, in realtà era un manifesto. Sabina Negri, ex consorte di Calderoli in nero e scarpe rosse ha tirato fuori le chiavi per far rumore come chiesto dalla sorella di Giulia Cecchettin, mentre, Dvora Ancona, chirurga platica in un abito rosso di Antonio Riva ha indossato anche un guanto con scritte anti violenza. Una prima silenziosa parola d’ordine. La seconda: austerità. Ha visto la stragrande maggioranza degli ospiti uomini in tuxedo nero. A partire da quelli indossati dal regista Pedro Almodovar e dal bello e imbronciato Louis Garrell entrambi di Giorgio Armani e al braccio della nipote dello stilista Roberta. Pure Roberto Bolle in tuxedo e cappa neri ma by Dolce& Gabbana. Molte delle signore hanno optato per la milanesità armaniana, quella degli abiti alata moda della linea Privé: l’étoile Nicoletta Manni al braccio del biondo sposo Tima Andrijashenko; Chiara Bazoli, compagna del sindaco di Milano Beppe Sala, Giovanna Salza moglie di Corrado Passera. Ma la vera icona della serata è stata la senatrice Liliana Segre, austera come Elisabetta di Valois: giunta con una cappa nera e in abito nero è poi entrata in Palco reale accolta da applauso e standing ovation. E all’arrivo di Segre le si son fatte incontro Ornella Vanoni scortata da Francesco Vezzoli e Concita De Gregorio think pink Barbie. Non pervenute quindi le trasgressioni. La consapevolezza ha vinto le vanita.