La Stampa, 8 dicembre 2023
L’influenza fa soffrire più gli uomini che le donne
Esiste l’influenza declinata al maschile? Ed è vero che gli uomini soffrono più delle donne quando sono malati o il “sesso forte” è semplicemente incapace di gestire anche il malessere causato da un banale raffreddore? L’ultima notizia è che esiste davvero, non è un mito, la “man flu”, cioè la mitica influenza maschile al centro, da parecchi anni, di ironie e sarcasmi (da parte delle donne) sulla minore resistenza degli uomini.Ad aprire – anzi a riaprire – la discussione, la perentoria affermazione ripresa da Times di una notissima nutrizionista americana, guru televisiva della salute, Jenna Hope, autrice libro “How to Stay Healthy”. «Mi addolora dirlo – ha dichiarato l’esperta, solidale, parrebbe, con gli uomini costretti ad accettare il fatto di essere biologicamente inferiori – ma l’influenza maschile è reale». Le prove, sostiene con uno sforzo di ipersemplificazione sono date dalle differenze delle risposte immunitarie fra donne e uomini. La risposta immunitaria cellulare e umorale è più forte nelle prime, si sa.Livelli più elevati di estrogeni e progesterone (di cui le donne hanno una maggiore quantità) possono aumentare l’efficienza del sistema immunitario mentre negli uomini il testosterone ha effetti soppressivi sulla funzione immunitaria. Questo implicherebbe un maggiore impatto sugli uomini degli effetti del raffreddore e dell’influenza, inclusi i fastidiosi e spiacevoli sintomi come mal di testa, mal di gola e dolori agli arti. Non che sia nuovissima l’ipotesi di una base biologica plausibile di una differenza di sesso nell’avvertire i sintomi di una malattia virale. E, infatti, è partita subito la ricerca delle “prove” per determinare se sia adeguatamente definito, o semplicemente un termine peggiorativo, privo di base scientifica, il termine “influenza maschile”. Che i dizionari di Oxford e Cambridge definiscono in questo modo: “un raffreddore o un disturbo minore simile sperimentato da un uomo che si ritiene esageri la gravità dei sintomi”.Una revisione scientifica del British Medical Journal, condotta nel 2017 – prima cioè che l’incursione di Sars-CoV-2 catalizzasse l’attenzione – ha passato in rassegna una serie di studi che suggerivano che gli uomini hanno una risposta immunitaria più debole alle infezioni respiratorie virali, con conseguente malattia e sintomi più duraturi. Insomma, i risultati dell’insieme degli studi rimandava al fatto che potrebbe esserci qualcosa di più nell’ “influenza maschile” oltre al semplice dato che gli uomini enfatizzano i malesseri. Respinge questa ipotesi uno studio più recente, 2022, sui sintomi della rinosinusite acuta che parla di mito, a proposito dell’influenza maschile. Che dire? Dato che circa la metà della popolazione mondiale è di sesso maschile, sarebbe importante, anche ai fini delle cure, disporre di una migliore comprensione di come l’influenza colpisce uomini e donne e perché può colpirli in modo diverso.Peccato che siano tutti maschi i letterati, gli annalisti e gli scrittori di medicina che enfatizzano mal di testa, stordimento, spossatezza descrivendo i sintomi della prima pandemia influenzale, nel 1580, battezzata proprio – per il prevalere di alcuni caratteri specifici – “mal di zucca” o “mal mattone”. Erano più deboli o solo immunologicamente inferiori gli uomini che ci hanno lasciato una descrizione così ridondante degli effetti della malattia? Aspettando nuovi studi che chiariscano se la vera differenza tra i sessi risieda nella gravità dei sintomi, e aspettando l’influenza in arrivo, non resta che impegnarsi a limitarne la diffusione adottando le precauzioni che conosciamo bene tutti: uomini e donne. —