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 2023  dicembre 07 Giovedì calendario

PUTIN E’ TORNATO AL CENTRO DELLA SCENA - IL VIAGGIO NEGLI EMIRATI E IN ARABIA SAUDITA LO PROIETTA NEI GIOCHI DI POTERE DEL GOLFO - GRAZIE A UN PATTO CON I GENERALI GOLPISTI DEL NIGER, LA RUSSIA CONTROLLA I FLUSSI DEI PROFUGHI DALL’AFRICA NERA AL MEDITERRANEO - NEI GUAI FINISCE SOPRATTUTTO L’ITALIA: I RUSSI POSSONO USARE I MIGRANTI COME MICIDIALE STRUMENTO DI PRESSIONE SULL’EUROPA - “REPUBBLICA”: “I RUSSI PROMETTONO DI NON MOLLARE MAI I LORO ALLEATI, COME HANNO FATTO CON ASSAD IN SIRIA. MENTRE LA NATO, DICONO A MOSCA, STA GIÀ TRADENDO PERSINO L’UCRAINA” -

Estratto dell’articolo di Giordano Stabile per “La Stampa” Quando è sceso dalla limousine che l'aveva condotto dall'aeroporto al Qasr al-Watan, il Palazzo della Nazione sede della presidenza emiratina, Vladimir Putin è apparso quasi abbagliato dal sole. […] Putin, solennemente scortato, ha ricevuto l'abbraccio di Mohammed bin Zayed, detto Mbz, l'uomo forte degli Emirati e mente di tutti i giochi nella regione. Appena lo scorso agosto lo "zar" era dovuto rimanere rintanato nel suo Cremlino, per l'impossibilità di partecipare al vertice dei Brics in Sudafrica, Paese che aderisce alla Corte penale internazionale e che aveva quindi l'obbligo di arrestarlo, avesse messo piede sul suo territorio.

[…] Gli emirati, che pure hanno normalizzato i rapporti con Israele e ospitano un'immensa base militare americana, sono battitori liberi e hanno una loro agenda indipendente. Dubai è una piattaforma girevole sfruttata dagli israeliani per il commercio di pietre preziose, ma anche da iraniani e russi per aggirare le sanzioni.

Nell'isola yemenita di Socotra gli emiratini si sono impiantati con una base di spionaggio al fianco del Mossad, ma in Sudan sono in rotta di collisione con lo Stato ebraico, appoggiano il massacratore del Darfour Mohamed Hamdan Dagalo contro il presidente Abdel Fatah al-Burhan, gli forniscono armi e aiuti finanziari, tanto che martedì il Dipartimento di Stato Usa ha minacciato sanzioni. Bin Zayed […] vuole trasformare il Sudan in un collegamento strategico fra Egitto ed Etiopia, espandere il suo controllo nel Mar Rosso. Se l'America raffredda i rapporti, la Russia li scalda. […]

2 - JET E «CANNONATE» PER LA VISITA-LAMPO LO ZAR RACCOGLIE GLI ONORI DEL GOLFO Estratto dell’articolo di Fabrizio Dragosei per il “Corriere della Sera”

[…] Putin è convinto che questo sia comunque uno dei suoi momenti migliori, con la calorosa accoglienza ricevuta prima negli Emirati Arabi […] A seguire, nel pomeriggio gli onori in Arabia Saudita. Oggi poi sarà di nuovo a Mosca per un faccia a faccia con il presidente iraniano Ebrahim Raisi, un altro dei suoi amici più stretti […] i rapporti con l’Arabia e gli Emirati sono importanti. Per il funzionamento del cartello petrolifero Opec+ e perché Abu Dhabi e Dubai sono snodi fondamentali per far arrivare in Russia quelle merci bandite dalle sanzioni internazionali (l’interscambio è salito del 67,7%, ha ricordato lo zar).

Ma la visita lampo nei due Stati mediorientali sembra dovuta più all’esigenza di rilanciare l’immagine della superpotenza nucleare che i Paesi occidentali continuano a dipingere come un pericoloso aggressore. […] Putin ha ricordato come «l’Unione Sovietica fu tra i primi a riconoscere» l’indipendenza dei due Paesi. Per la verità, in Arabia Putin è stato corretto da Bin Salman: «Non l’indipendenza, ma l’inizio dello Stato».

Interruzione che non deve essere piaciuta molto allo zar, apparso quasi infastidito: «In ogni modo, noi guardammo con rispetto alla volontà dei sudditi di costruire autonomamente il proprio futuro». Una dimostrazione di potenza […] E […] per mandare un segnale ancora più forte, l’aereo presidenziale è arrivato scortato da alcuni caccia Sukhoi 35S che i commentatori russi hanno precisato essere «armati». Fatto del tutto inusuale quando un capo di Stato arriva in una nazione che non è uno stretto alleato.

3 - UN PATTO CON IL NIGER ORA PUTIN CONTROLLA I FLUSSI DEI PROFUGHI Estratto dell’articolo di Gianluca Di Feo per “La Repubblica”

Effetto domino in Africa. Il Cremlino è riuscito ad abbattere la tessera finale e mettere gli scarponi dei suoi soldati anche nel Niger: l’ultimo baluardo dell’Occidente nel Sahel è caduto, facendo scattare l’allarme rosso in più cancellerie. Ora l’influenza armata di Putin si estende dalle coste della Cirenaica al cuore del continente, senza soluzione di continuità: un protettorato come non si vedeva dai tempi dell’Urss.

L’accordo di cooperazione militare siglato lunedì tra la Russia e la giunta golpista di Niamey spaventa la Francia e gli Stati Uniti ma può diventare un problema soprattutto per l’Italia. Parigi ricava da lì un terzo dell’uranio per le sue centrali nucleari ed è stata obbligata a ritirare il suo contingente. Washington mantiene due basi da cui decollano i droni che sorvegliano la regione […] sono le uniche infrastrutture rimaste al Pentagono in tutta l’Africa.

Lo scenario peggiore però riguarda il nostro Paese. Mosca infatti ha preso il controllo completo della rotta più importante per i flussi di migranti: il tracciato nella sabbia rossa che va fino alle spiagge della Libia, percorso da migliaia e migliaia di disperati in fuga dalla miseria e dalla guerra […] Ora le carovaniere che uniscono Agadez al Mediterraneo saranno presidiate da mercenari e consiglieri russi. I golpisti nigerini la scorsa settimana hanno abrogato la legge che puniva il trasporto di stranieri, introdotta per volontà della Ue, legalizzando il business dei trafficanti.

Ora hanno la possibilità di dirottare i camion dalla città libica di Sebha, avamposto della Wagner nel Fezzan, verso Bengasi, feudo del generale Haftar sempre più legato al Cremlino: è il porto da cui salpano navi di profughi dirette in Sicilia. Insomma, Putin ha in mano un micidiale strumento di pressione sull’Europa, lo stesso che usa con cinismo spingendo da un mese centinaia di siriani e pachistani verso la frontiera finlandese. Dalla neve al deserto, la strategia potrebbe ripetersi, condizionando con ondate di migranti gli equilibri politici dell’Unione, a partire da quelli italiani.

Il regista di quest’operazione è il viceministro della Difesa Yunus-Bek Yevkurov, un parà caucasico con i baffoni alla Stalin […] È tornato sulla scena la mattina in cui Evgenji Prigozhin ha lanciato la marcia su Mosca: quel 23 giugno Yevkurov è apparso in un video mentre cercava di persuadere il fondatore della Wagner a fermarsi. Di fatto, è lui che da agosto ha preso le redini della compagnia mercenaria all’estero, addirittura rafforzandola.

Da veterano, sa come parlare ai generali africani, mettendo sul pia tto armi e quattrini. Sabato è volato a Bengasi, discutendo con Haftar dei nuovi progetti comuni che prevedono la costruzione di una base per la flotta russa in Cirenaica. Poi è andato in Mali, tranquillizzando il regime dei colonnelli: gli ha promesso altri combattenti per affrontare le milizie jihadiste e quelle tribali. Infine il Niger, dove ha firmato accordi di cooperazione militare con il presidente golpista Tiani

[…] Dove l’Occidente offre istruttori e piani di sviluppo, pretendendo il rispetto delle regole democratiche, i russi mandano subito incursori per eliminare l’opposizione ai regimi. E promettono di non mollare mai i loro alleati, come hanno fatto con Assad in Siria. Mentre la Nato – dicono – sta già tradendo persino l’Ucraina: un argomento che sarebbe stato impugnato da Yevkurov per convincere i generali del Niger.